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Scuola e Team working: l'obiettivo del gruppo

La scuola e il lavoro di gruppo: alcune riflessioni sul team working in ambiente scolastico e sul ruolo degli obiettivi.

Mi sono lanciata in un tema decisamente ampio! Ma state tranquilli, desidero solo fare alcune considerazioni. E oggi parlerò solo di obiettivi.

Lavoro di gruppo a scuola dovrebbe avere almeno tre significati diversi:

  • collaborazione tra studenti
  • collaborazione tra insegnanti
  • collaborazione tra insegnanti e genitori

Esistono un’infinità di modi per fare team working, e altrettante regole a seconda del gruppo.


Ci sono gruppi che hanno bisogno di un capo, mentre ad altri serve semplicemente un coordinatore, o talvolta un portavoce o altre volte ancora un moderatore per le discussioni, e ci sono gruppi in cui non serve alcuna figura con ruoli particolari.

Ma, per funzionare, tutti i gruppi hanno bisogno di un obiettivo condiviso.


Ovviamente, poi, ciascun partecipante può avere obiettivi personali, ma l’obiettivo condiviso deve essere quello che guida, e nessun obiettivo individuale può essere in contrasto con l’obiettivo del gruppo.

E, ricordate, l’obiettivo condiviso deve essere sempre dichiarato, formalizzato e possibilmente discusso.

Le aziende sono maestre nel creare confusione su questo aspetto. Vengono formalizzati gruppi di lavoro per “stabilire la gestione del progetto XY” e, dopo ore ed ore di riunioni, qualcuno si decide a dichiarare esplicitamente “ma noi non possiamo decidere niente!” Un gruppo per “discutere e proporre” è ben diverso da un gruppo per “stabilire e decidere”!

Inoltre non è raro che, in qualche punto delle discussioni, venga fuori qualcuno che afferma candidamente “ma io avevo capito che dovevamo …”

Quindi, per prima cosa, il mio primo e principale suggerimento è quello di discutere e condividere l’obiettivo, e sincerarsi che ciascuno abbia accettato l’obiettivo esattamente nei termini in cui è stato espresso: i sinonimi possono offrire trabocchetti imprevisti!

Autore: Carla Fiorentini 19 gennaio 2025
La comunicazione non verbale e paraverbale sono in diretto collegamento con il nostro inconscio. Così, conoscere almeno i primi rudimenti di comunicazione non verbale aiuta a conoscere meglio gli altri, interpretare il loro pensiero, comprendere i loro bisogni. Aggiungo, per chi ha già qualche conoscenza di programmazione neurolinguistica, che la postura, i movimenti, il tono di voce, contraddistinguono le tre tipologie: visivo, uditivo e cinestesico. Ciò che, invece, probabilmente tutti sappiamo, ma non ci soffermiamo mai a riflettere in merito, sono i collegamenti tra stato d’animo ed elementi di comunicazione non verbale, e come questi possano davvero aiutarci a vivere meglio. È importante ricordare che esiste un collegamento reciproco tra stato d’animo e non verbale . Mi spiego meglio. Qualunque sia la nostra postura abituale, quando siamo tristi o preoccupati la nostra prima, spesso inconscia, reazione è quella di abbassare le spalle, incassare la testa, abbassare i bordi delle labbra (una sorta di sorriso al contrario). Quando siamo allegri la nostra postura è esattamente l’opposto. E allora? Testa alta, sorriso stampato, spalle bene in fuori: credetemi, non risolve i problemi, ma cambia subito l’umore, e lo spirito con cui affrontare quello che non va. Analogamente: se siamo in uno stato d’animo d’ansia il respiro si fa più corto e affrettato, il tono di voce più acuto e le parole escono molto più in fretta. Uno sforzo volontario per respirare a pieni polmoni, modulare il tono di voce e parlare più lentamente … e l’ansia si attenua. Provare per credere!
Autore: Carla Fiorentini 13 gennaio 2025
A quasi tutti è capitato di dirlo o di sentirselo dire: facciamo qualche riflessione in merito.
Autore: Carla Fiorentini 29 dicembre 2024
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Autore: Carla Fiorentini 29 dicembre 2024
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Nella vita capita che ci siano giorni di Natale strani…
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Ho alcune tradizioni: ogni anno, all’arrivo del mio compleanno, mi metto a riflettere… e scrivo.
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Anche quest’anno arriva il Natale, il primo senza Francesco, ma non è tempo di rimpianti o malinconie. È tempo di sogni e speranza, come deve essere il Natale.
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