Quattro passi in galleria: l'intervista TV sul libro
Sono, decisamente, uscita dalla mia zona di confort per un’intervista in TV

Non sono tante le trasmissioni televisive che parlano di libri, forse in perfetto allineamento con il fatto che in Italia si legge pochino. Quelle che ci sono, in compenso, sono fatte molto bene, interessanti, istruttive, utili.
Peccato che per un autore di libri sia già difficilissimo farsi notare in libreria, o sui social, e praticamente impossibile andare in TV, a meno che uno non sia già famoso. In fondo è comprensibile.
Per fortuna c’è Vox libri: una trasmissione nata in una piccola TV locale, creata da gente fantastica, che dà voce ai libri sconosciuti, e agli autori altrettanto ignoti al mondo: anch’io.
Nel tempo Vox libri è cresciuta: ora di trova anche su Sky o sul digitale terrestre, oltre al network di TV locali.
Non so se loro si considerino una trasmissione di successo, so però che mese dopo mese cresce, a testimonianza che quando si fanno cose intelligenti, e si fanno bene, esiste un pubblico che ascolta e apprezza, anche in TV.
Così eccomi in TV: pochi minuti, ma ci sono.
Qui sotto trovi il video della mia intervista, che parte dal minuto 13
(per fortuna non sono superstiziosa!)
Mi sono piaciuta? Certo che no!
Guardare le riprese di se stessi è il modo migliore per trovare difetti o vedere meglio quelli che già si conoscevano.
Però mi è piaciuto l’intervistatore, acuto e aperto, bravissimo a metterti a tuo agio, e mi è piaciuta l’intera equipe, e persino io ho apprezzato il mio coraggio nel fare una cosa di questo tipo!

La definizione di “ relazione di aiuto ” nasce nel 1951 quando Carl Rogers nel 1951 specificò che si tratta di " una relazione in cui almeno uno dei due protagonisti ha lo scopo di promuovere nell'altro la crescita, lo sviluppo, la maturità ed il raggiungimento di un modo di agire più adeguato e integrato ”. Carl Rogers è il fondatore del counseling . C’è spesso confusione tra relazione educativa e relazione di aiuto ma la confusione, a mio avviso, nasce in buona parte dal fatto che chi molto di quanto è stato scritto per argomentare le due tipologie di relazione nasce in ambito universitario e didattico, interessandosi più degli aspetti istituzionali che del lato pratico. Certamente chi educa aiuta, e chi aiuta educa , ma se ci riferiamo ad un contesto ben preciso, come quello dell’attività professionale quotidiana di un farmacista, ci sono alcune differenze molto specifiche. Ma in sostanza, serve davvero al farmacista conoscere le differenze? Il farmacista, in termini di comunicazione, svolge diversi ruoli e necessita di estrema flessibilità per passare da un ruolo all’altro o, meglio, per mettere in campo ogni volta le specifiche competenze che sono più utili. Per far meglio il proprio lavoro, o per affaticarsi meno nel farlo, è dunque utile conoscere e familiarizzare con i concetti basilari e le tecniche proprie di uno o dell’altro ruolo. Mi spiego meglio. Il farmacista vende . Non salute, ma prodotti. Le tecniche di vendita gli servono dunque per vendere meglio e anche per acquistare meglio, o saper controbattere ai venditori che incontra. Il farmacista consiglia . Il farmacista supporta il paziente e il medico per ottenere la massima adesione alle terapie. Il farmacista ha un importante ruolo sociale per migliorare salute e qualità di vita della popolazione. Le cose si complicano. Le tecniche di vendita non servono più, e in realtà non servono nemmeno quando il farmacista vuole passare dal puro atto di vendita alla più redditizia fidelizzazione del cliente. Ipotizziamo tre diverse situazioni, molto comuni nell’attività quotidiana. Il cliente presenta una prescrizione medica un po’ complessa e chiede aiuto per meglio comprendere e ricordare la posologia e la durata della terapia. In questo caso è ottimale far ricorso a tecniche di coaching , strumenti finalizzati al raggiungimento di uno specifico obiettivo. Il cliente ha un problema, non sa che fare, vuole suggerimenti e consigli, non sa neanche se andare dal medico o no. È preoccupato, ma confuso. È la classica situazione della relazione di aiuto. Il cliente ha un problema di salute. È sotto controllo medico, ma ha letto su qualche sito un po’ di tutto, sa che deve modificare il suo stile di vita o la sua alimentazione. Qui il farmacista passa al ruolo di educatore sanitario : chiarisce i dubbi, elimina le sciocchezze, fornisce suggerimenti. Ma quali sono le tecniche, le regole del gioco nei diversi ruoli? Un po’ di pazienza …







