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Quattro passi in galleria: l'intervista TV sul libro

Sono, decisamente, uscita dalla mia zona di confort per un’intervista in TV

Non sono tante le trasmissioni televisive che parlano di libri, forse in perfetto allineamento con il fatto che in Italia si legge pochino. Quelle che ci sono, in compenso, sono fatte molto bene, interessanti, istruttive, utili.

Peccato che per un autore di libri sia già difficilissimo farsi notare in libreria, o sui social, e praticamente impossibile andare in TV, a meno che uno non sia già famoso. In fondo è comprensibile.

Per fortuna c’è Vox libri: una trasmissione nata in una piccola TV locale, creata da gente fantastica, che dà voce ai libri sconosciuti, e agli autori altrettanto ignoti al mondo: anch’io.

Nel tempo Vox libri è cresciuta: ora di trova anche su Sky o sul digitale terrestre, oltre al network di TV locali. Non so se loro si considerino una trasmissione di successo, so però che mese dopo mese cresce, a testimonianza che quando si fanno cose intelligenti, e si fanno bene, esiste un pubblico che ascolta e apprezza, anche in TV.

Così eccomi in TV: pochi minuti, ma ci sono.

Qui sotto trovi il video della mia intervista, che parte dal minuto 13 (per fortuna non sono superstiziosa!)

Mi sono piaciuta? Certo che no!
Guardare le riprese di se stessi è il modo migliore per trovare difetti o vedere meglio quelli che già si conoscevano.

Però mi è piaciuto l’intervistatore, acuto e aperto, bravissimo a metterti a tuo agio, e mi è piaciuta l’intera equipe, e persino io ho apprezzato il mio coraggio nel fare una cosa di questo tipo!
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La comunicazione non verbale e paraverbale sono in diretto collegamento con il nostro inconscio. Così, conoscere almeno i primi rudimenti di comunicazione non verbale aiuta a conoscere meglio gli altri, interpretare il loro pensiero, comprendere i loro bisogni. Aggiungo, per chi ha già qualche conoscenza di programmazione neurolinguistica, che la postura, i movimenti, il tono di voce, contraddistinguono le tre tipologie: visivo, uditivo e cinestesico. Ciò che, invece, probabilmente tutti sappiamo, ma non ci soffermiamo mai a riflettere in merito, sono i collegamenti tra stato d’animo ed elementi di comunicazione non verbale, e come questi possano davvero aiutarci a vivere meglio. È importante ricordare che esiste un collegamento reciproco tra stato d’animo e non verbale . Mi spiego meglio. Qualunque sia la nostra postura abituale, quando siamo tristi o preoccupati la nostra prima, spesso inconscia, reazione è quella di abbassare le spalle, incassare la testa, abbassare i bordi delle labbra (una sorta di sorriso al contrario). Quando siamo allegri la nostra postura è esattamente l’opposto. E allora? Testa alta, sorriso stampato, spalle bene in fuori: credetemi, non risolve i problemi, ma cambia subito l’umore, e lo spirito con cui affrontare quello che non va. Analogamente: se siamo in uno stato d’animo d’ansia il respiro si fa più corto e affrettato, il tono di voce più acuto e le parole escono molto più in fretta. Uno sforzo volontario per respirare a pieni polmoni, modulare il tono di voce e parlare più lentamente … e l’ansia si attenua. Provare per credere!
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