Gli ultimi mesi sono stati decisamente impegnativi, e so che lo saranno anche i prossimi. Il lutto, dopo 32 anni insieme, è inevitabilmente difficile, e la scelta fatta per il futuro (cambiare nuovamente città) per quanto motivata e razionale mi porta ad un cambiamento importante.
Ora, però, tra una burocrazia e l’altra, tra una visita e l’altra, ho tempo per me stessa. Ho ricominciato a leggere e so che presto ricomincerò a scrivere: l’obiettivo è di portare avanti i libri sospesi da tempo.
Sto ricominciando dal Viaggio dell’eroe, argomento che ha impregnato gli ultimi anni, sul quale ho scritto molti articoli e un libro sospeso. Perché te lo racconto? Questa volta non ti parlo del viaggio, degli archetipi, di come affrontare il viaggio. Ti parlo solo di un dei principi fondamentali: ad ogni tappa si lascia andare qualcosa legato alla paura e si conquista qualcosa legato all’amore.
Lasciar andare. Come fanno molti alberi in autunno, quando lasciano andare le foglie per poter generare i nuovi germogli a primavera.
Lasciar andare è difficile, almeno per me.
È difficile lasciar andare le persone, ma questo viene chiamato lutto e tutti sanno che va elaborato.
È difficile lasciar andare le emozioni, e paradossalmente è spesso più complicato lasciar andare le emozioni tristi che trattenere quelle felici. Negli anni ho imparato, ma è stata dura.
Ed è difficile, per me, lasciar andare le cose. Ogni cosa, ogni oggetto, è un ricordo, contiene un minuscolo frammento della mia vita. Lo so, e me lo ricordano le azioni di questi mesi in cui devo svuotare l’armadio di Francesco e fare una pulizia di cose inutili in vista del trasloco.
E il viaggio dell’eroe? L’ultimo archetipo del viaggio, il folle, ha eliminato tutto il superfluo e, come il matto dei tarocchi, sa continuare il viaggio con solo un piccolo fagotto.
(Sì, inevitabilmente sono finita a parlare degli archetipi, ma ti parlerò del folle in una prossima puntata)
Questo è un tempo di lasciar andare, con calma, pazienza e dolcezza verso me stessa.