Layout del blog

Lasciar andare

Per me, e forse non solo per me, la lezione più potente e difficile da imparare è lasciar andare.

Gli ultimi mesi sono stati decisamente impegnativi, e so che lo saranno anche i prossimi. Il lutto, dopo 32 anni insieme, è inevitabilmente difficile, e la scelta fatta per il futuro (cambiare nuovamente città) per quanto motivata e razionale mi porta ad un cambiamento importante.


Ora, però, tra una burocrazia e l’altra, tra una visita e l’altra, ho tempo per me stessa. Ho ricominciato a leggere e so che presto ricomincerò a scrivere: l’obiettivo è di portare avanti i libri sospesi da tempo.


Sto ricominciando dal Viaggio dell’eroe, argomento che ha impregnato gli ultimi anni, sul quale ho scritto molti articoli e un libro sospeso. Perché te lo racconto? Questa volta non ti parlo del viaggio, degli archetipi, di come affrontare il viaggio. Ti parlo solo di un dei principi fondamentali: ad ogni tappa si lascia andare qualcosa legato alla paura e si conquista qualcosa legato all’amore.

Lasciar andare. Come fanno molti alberi in autunno, quando lasciano andare le foglie per poter generare i nuovi germogli a primavera.

Lasciar andare è difficile, almeno per me.

È difficile lasciar andare le persone, ma questo viene chiamato lutto e tutti sanno che va elaborato.

È difficile lasciar andare le emozioni, e paradossalmente è spesso più complicato lasciar andare le emozioni tristi che trattenere quelle felici. Negli anni ho imparato, ma è stata dura.

Ed è difficile, per me, lasciar andare le cose. Ogni cosa, ogni oggetto, è un ricordo, contiene un minuscolo frammento della mia vita. Lo so, e me lo ricordano le azioni di questi mesi in cui devo svuotare l’armadio di Francesco e fare una pulizia di cose inutili in vista del trasloco.

E il viaggio dell’eroe? L’ultimo archetipo del viaggio, il folle, ha eliminato tutto il superfluo e, come il matto dei tarocchi, sa continuare il viaggio con solo un piccolo fagotto.

(Sì, inevitabilmente sono finita a parlare degli archetipi, ma ti parlerò del folle in una prossima puntata)

Questo è un tempo di lasciar andare, con calma, pazienza e dolcezza verso me stessa.

Autore: Carla Fiorentini 23 febbraio 2025
Mi dispiace doverlo ammettere: la gestione delle persone attraverso la paura funziona.
Autore: Carla Fiorentini 23 febbraio 2025
Se pensi di essere troppo piccole per fare la differenza, prova a dormire con una zanzara. Dalai Lama
Autore: Carla Fiorentini 23 febbraio 2025
Uno stile di management che non trovi sui libri
Autore: Carla Fiorentini 10 febbraio 2025
Il 20 Marzo sarà, come ogni anno, la Giornata mondiale della felicità.
Autore: Carla Fiorentini 10 febbraio 2025
Pensi ci siano differenze tra la definizione di guarito e clinicamente guarito ?
Autore: Carla Fiorentini 2 febbraio 2025
L’esempio insegna più delle parole
Autore: Carla Fiorentini 2 febbraio 2025
Dedicato a chi si occupa di salute
Autore: Carla Fiorentini 2 febbraio 2025
Esercizio in visualizzazione guidata
Autore: Carla Fiorentini 27 gennaio 2025
Se due individui sono sempre d'accordo su tutto, vi posso assicurare che uno dei due pensa per entrambi. - Sigmund Freud.
Autore: Carla Fiorentini 19 gennaio 2025
La comunicazione non verbale e paraverbale sono in diretto collegamento con il nostro inconscio. Così, conoscere almeno i primi rudimenti di comunicazione non verbale aiuta a conoscere meglio gli altri, interpretare il loro pensiero, comprendere i loro bisogni. Aggiungo, per chi ha già qualche conoscenza di programmazione neurolinguistica, che la postura, i movimenti, il tono di voce, contraddistinguono le tre tipologie: visivo, uditivo e cinestesico. Ciò che, invece, probabilmente tutti sappiamo, ma non ci soffermiamo mai a riflettere in merito, sono i collegamenti tra stato d’animo ed elementi di comunicazione non verbale, e come questi possano davvero aiutarci a vivere meglio. È importante ricordare che esiste un collegamento reciproco tra stato d’animo e non verbale . Mi spiego meglio. Qualunque sia la nostra postura abituale, quando siamo tristi o preoccupati la nostra prima, spesso inconscia, reazione è quella di abbassare le spalle, incassare la testa, abbassare i bordi delle labbra (una sorta di sorriso al contrario). Quando siamo allegri la nostra postura è esattamente l’opposto. E allora? Testa alta, sorriso stampato, spalle bene in fuori: credetemi, non risolve i problemi, ma cambia subito l’umore, e lo spirito con cui affrontare quello che non va. Analogamente: se siamo in uno stato d’animo d’ansia il respiro si fa più corto e affrettato, il tono di voce più acuto e le parole escono molto più in fretta. Uno sforzo volontario per respirare a pieni polmoni, modulare il tono di voce e parlare più lentamente … e l’ansia si attenua. Provare per credere!
Show More
Share by: