Il mondo va in frantumi… iniziamo la ricostruzione
Si è svolta ieri sera, 9 maggio, la prima serata del ciclo Gestire le esperienze difficili:

Si è svolta ieri sera, 9 maggio, la prima serata del ciclo Gestire le esperienze difficili: il mio mondo va in frantumi… e io ne costruisco uno migliore. Direi che è andata bene, valutando in base ai commenti dei partecipanti, ma ovviamente se volete un commento vero dovete chiedere a loro, non a me che “raccontavo”.
Quello che posso dire io è che mi piace sempre quando le persone si aprono, quando chi è entrato in aula con aria titubante, magari sedendosi in un angolo perché non conosce nessuno, si apre, commenta, chiede e racconta.
Abbiamo iniziato sulle note di Ti insegnerò a volare, di Guccini e Vecchioni, perché qualunque sia il motivo per cui il mondo va in frantumi, abbiamo la possibilità di ricostruirlo più bello e funzionale
e perché spesso sono proprio i momenti difficili quelli che ci insegnano a volare
e, sì, in una futura serata chiameremo in causa anche Peter Pan.
Abbiamo esaminato dove e quanto il mondo va in pezzi, e ora siamo un po’ più consapevoli del fatto che succede un po’ a tutti: ognuno di noi ha un’esperienza, un dolore, un mondo in pezzi. Ho visto persone interessate, qualche occhio un po’ lucido quando una slide si avvicinava ad un punto dolente, e anche tanta forza e tanta volontà. Per me è stato bello.
Appuntamento al 13 giugno, stesso posto e stessa ora, per iniziare la ricostruzione. Punto di partenza? Quello che molte culture identificano come un elemento fondamentale per la creazione, il linguaggio.

La definizione di “ relazione di aiuto ” nasce nel 1951 quando Carl Rogers nel 1951 specificò che si tratta di " una relazione in cui almeno uno dei due protagonisti ha lo scopo di promuovere nell'altro la crescita, lo sviluppo, la maturità ed il raggiungimento di un modo di agire più adeguato e integrato ”. Carl Rogers è il fondatore del counseling . C’è spesso confusione tra relazione educativa e relazione di aiuto ma la confusione, a mio avviso, nasce in buona parte dal fatto che chi molto di quanto è stato scritto per argomentare le due tipologie di relazione nasce in ambito universitario e didattico, interessandosi più degli aspetti istituzionali che del lato pratico. Certamente chi educa aiuta, e chi aiuta educa , ma se ci riferiamo ad un contesto ben preciso, come quello dell’attività professionale quotidiana di un farmacista, ci sono alcune differenze molto specifiche. Ma in sostanza, serve davvero al farmacista conoscere le differenze? Il farmacista, in termini di comunicazione, svolge diversi ruoli e necessita di estrema flessibilità per passare da un ruolo all’altro o, meglio, per mettere in campo ogni volta le specifiche competenze che sono più utili. Per far meglio il proprio lavoro, o per affaticarsi meno nel farlo, è dunque utile conoscere e familiarizzare con i concetti basilari e le tecniche proprie di uno o dell’altro ruolo. Mi spiego meglio. Il farmacista vende . Non salute, ma prodotti. Le tecniche di vendita gli servono dunque per vendere meglio e anche per acquistare meglio, o saper controbattere ai venditori che incontra. Il farmacista consiglia . Il farmacista supporta il paziente e il medico per ottenere la massima adesione alle terapie. Il farmacista ha un importante ruolo sociale per migliorare salute e qualità di vita della popolazione. Le cose si complicano. Le tecniche di vendita non servono più, e in realtà non servono nemmeno quando il farmacista vuole passare dal puro atto di vendita alla più redditizia fidelizzazione del cliente. Ipotizziamo tre diverse situazioni, molto comuni nell’attività quotidiana. Il cliente presenta una prescrizione medica un po’ complessa e chiede aiuto per meglio comprendere e ricordare la posologia e la durata della terapia. In questo caso è ottimale far ricorso a tecniche di coaching , strumenti finalizzati al raggiungimento di uno specifico obiettivo. Il cliente ha un problema, non sa che fare, vuole suggerimenti e consigli, non sa neanche se andare dal medico o no. È preoccupato, ma confuso. È la classica situazione della relazione di aiuto. Il cliente ha un problema di salute. È sotto controllo medico, ma ha letto su qualche sito un po’ di tutto, sa che deve modificare il suo stile di vita o la sua alimentazione. Qui il farmacista passa al ruolo di educatore sanitario : chiarisce i dubbi, elimina le sciocchezze, fornisce suggerimenti. Ma quali sono le tecniche, le regole del gioco nei diversi ruoli? Un po’ di pazienza …







