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Aprile 2019 e l’insalata di peperoni crudi

Novità dai miei siti (dal mio lavoro e dalla mia vita) Aprile 2019

Anche Aprile è terminato. Ovviamente ho aggiornato i miei siti Ching e Coaching - Didattica e Comunicazione - Il Medico comunica - Dottore, mi ascolti! - Comunicazione in Farmacia e le mie pagine FB Didattica e Comunicazione - Ching e Coaching - Il Medico comunica - Comunicazione in Farmacia e Dottore, mi ascolti!
Attività quasi di routine, portate avanti con gioia e soddisfazione. Aprile, però, è stato il mese dell’insalata di peperoni crudi.
L’insalata di peperoni crudi non è collegata alla Pasqua o ai giorni di vacanza del mese di aprile, niente a che fare con ciò.
Non so voi, ma l’insalata di peperoni crudi non è il mio piatto preferito, e nemmeno un piatto che detesto. Non la preparo, ma se mi capita non la rifiuto. Ci sono, però, altre caratteristiche: a volte mi risulta pesante da digerire.
Ci sono piatti che so che mi fanno male, e piuttosto che mangiarli scelgo il digiuno. Ci sono piatti che mangio, poi scopro che fanno male: vomito, magari un paio di volte, e passa tutto.

E poi ci sono le insalate di peperoni crudi.
  • Succede di mangiarle, talvolta offerte dalle persone più care. Poi mi accorgo di non digerire bene.
  • Il primo tentativo è con la coca cola: sembra tutto OK, ma dopo qualche tempo tornano su. Passo al digestivo.
  • Va un po’ meglio, ma… il risultato è limitato. È troppo tardi per due dita in gola, nel tentativo di vomitare. Ci vuole pazienza.
Anzi, ci vuole un po’ di meditazione. Ecco: forse ho capito il problema, forse ho digerito.
E invece basta un nulla, una piccola delusione, un possibile errore, e le insalate di peperoni crudi tornano a galla.

Serve qualcosa che vada più in profondità, mi serve aiuto. Un coach, un counsellor, lo psicologo di fiducia, sono davvero tante le cose che posso fare.
Ogni volta si sistema un po’, capisco qualcosa di più, scopro un pezzettino di me stessa, e ogni volta spero che almeno quella specifica insalata di peperoni crudi sia stata digerita.

Ne ho digerite tante nella mia vita, posso farcela anche questa volta. Ma non tutte le insalate di peperoni crudi sono uguali, e spesso le più difficili da eliminare sono le più lontane nel tempo, quelle che ho pensato più volte di aver risolto, ma tornano, e fanno male. Sono ricchissime di dolore e, soprattutto, paura. Tornano su nei momenti complicati, soprattutto di notte, quando sto per addormentarmi e invece… eccola, l’insalata di peperoni crudi, i sudori freddi. Respira, passerà.

Ecco: aprile è stato un mese di insalate di peperoni crudi. E certo: non parlo di cibo.

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La comunicazione non verbale e paraverbale sono in diretto collegamento con il nostro inconscio. Così, conoscere almeno i primi rudimenti di comunicazione non verbale aiuta a conoscere meglio gli altri, interpretare il loro pensiero, comprendere i loro bisogni. Aggiungo, per chi ha già qualche conoscenza di programmazione neurolinguistica, che la postura, i movimenti, il tono di voce, contraddistinguono le tre tipologie: visivo, uditivo e cinestesico. Ciò che, invece, probabilmente tutti sappiamo, ma non ci soffermiamo mai a riflettere in merito, sono i collegamenti tra stato d’animo ed elementi di comunicazione non verbale, e come questi possano davvero aiutarci a vivere meglio. È importante ricordare che esiste un collegamento reciproco tra stato d’animo e non verbale . Mi spiego meglio. Qualunque sia la nostra postura abituale, quando siamo tristi o preoccupati la nostra prima, spesso inconscia, reazione è quella di abbassare le spalle, incassare la testa, abbassare i bordi delle labbra (una sorta di sorriso al contrario). Quando siamo allegri la nostra postura è esattamente l’opposto. E allora? Testa alta, sorriso stampato, spalle bene in fuori: credetemi, non risolve i problemi, ma cambia subito l’umore, e lo spirito con cui affrontare quello che non va. Analogamente: se siamo in uno stato d’animo d’ansia il respiro si fa più corto e affrettato, il tono di voce più acuto e le parole escono molto più in fretta. Uno sforzo volontario per respirare a pieni polmoni, modulare il tono di voce e parlare più lentamente … e l’ansia si attenua. Provare per credere!
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