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Il metaprogramma procedure o opzioni nella relazione con il paziente

Proseguiamo nell’analisi dei metaprogrammi, un concetto di PNL. 

In post precedenti (Il metaprogramma verso e via da nella relazione con il paziente) abbiamo visto la definizione di metaprogramma, e come possono essere utili nella relazione con il paziente.
Ora procediamo esaminando un altro metaprogramma: procedure o opzioni.
  • Ci sono persone che, anche per il percorso casa – ufficio utilizzano sempre la stessa strada. Se ci sono lavori in corso accettano di rimanere in coda, e le la strada viene chiusa arrivano in ufficio stressati per giorni e giorni, finché il nuovo percorso non è diventato automatico.
  • Ci sono persone che, anche per un semaforo rosso, cambiano strada cercando di accelerare il percorso, anche a rischio di ritrovarsi prima o poi completamente persi.
Questo esempio, banale, rappresenta il meta programma Procedure o Opzioni.
Chi usa il meta programma procedure segue il sentiero già tracciato e sperimentato, e ogni volta che è costretto dagli eventi a fare qualcosa di nuovo subisce uno stato d’ansia.
Chi usa il meta programma opzioni è un innovatore, e se deve far qualcosa di già fatto viene preso dalla noia.

  • Il paziente procedure affetto da malattia cronica o ricorrente sarà ben felice che gli confermiate la terapia già consolidata.
  • Il paziente amante delle opzioni, affetto da malattia cronica o ricorrente, vi chiede una terapia nuova ad ogni piè sospinto e, se non può cambiare terapia, è probabile che cambi medico.
Il paziente procedure ama avere una routine, trova rassicurante una sequenza di azioni sempre uguale, codificata. Viceversa il paziente opzioni si annoia ogni volta che si trova davanti a qualcosa di ripetitivo.

Ad esempio in caso di fisioterapia il paziente procedure è più partecipe se la tipologia e la sequenza degli esercizi è sempre la stessa, mentre il paziente opzioni reagisce molto meglio se ad ogni seduta vengono introdotti esercizi nuovi, o svolti in ordine diverso.
Come comprendere se un paziente è orientato verso lo schema procedure o verso quello opzioni? Ascoltandolo! Ma ve lo racconterò poi. Mica posso dirvi tutto subito!

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La comunicazione non verbale e paraverbale sono in diretto collegamento con il nostro inconscio. Così, conoscere almeno i primi rudimenti di comunicazione non verbale aiuta a conoscere meglio gli altri, interpretare il loro pensiero, comprendere i loro bisogni. Aggiungo, per chi ha già qualche conoscenza di programmazione neurolinguistica, che la postura, i movimenti, il tono di voce, contraddistinguono le tre tipologie: visivo, uditivo e cinestesico. Ciò che, invece, probabilmente tutti sappiamo, ma non ci soffermiamo mai a riflettere in merito, sono i collegamenti tra stato d’animo ed elementi di comunicazione non verbale, e come questi possano davvero aiutarci a vivere meglio. È importante ricordare che esiste un collegamento reciproco tra stato d’animo e non verbale . Mi spiego meglio. Qualunque sia la nostra postura abituale, quando siamo tristi o preoccupati la nostra prima, spesso inconscia, reazione è quella di abbassare le spalle, incassare la testa, abbassare i bordi delle labbra (una sorta di sorriso al contrario). Quando siamo allegri la nostra postura è esattamente l’opposto. E allora? Testa alta, sorriso stampato, spalle bene in fuori: credetemi, non risolve i problemi, ma cambia subito l’umore, e lo spirito con cui affrontare quello che non va. Analogamente: se siamo in uno stato d’animo d’ansia il respiro si fa più corto e affrettato, il tono di voce più acuto e le parole escono molto più in fretta. Uno sforzo volontario per respirare a pieni polmoni, modulare il tono di voce e parlare più lentamente … e l’ansia si attenua. Provare per credere!
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