Il feedback ai collaboratori
Tecniche di gestione

La Storia
Ricordate Andrea, diventato direttore di una farmacia, e il suo gruppo di collaboratori?
La farmacia è stata chiusa per ferie per qualche settimana, e ora Andrea vuole fare il punto della situazione .
Buon giorno a tutti. E un ufficiale bentornati dalla vacanze. Volevo dirvi che venerdì ho visto la direzione e siamo a buon punto praticamente su tutti gli obiettivi. con un po’ di impegno nei prossimi mesi e potremo festeggiare le vacanze di Natale anche con un po’ di soldi in più, che in questo periodo servono proprio. Se siete d’accordo, in giornata vorrei vedere ciascuno di voi singolarmente. Intanto grazie e buon lavoro.
La prima che si presenta è Anna.
Ciao Anna, o dovrei dirti MIAO? Il reparto veterinario di cui ti occupi va alla grande. Il fatturato è cresciuto del 12%, quindi ha dato un contributo di crescita al fatturato della farmacia di quasi il 3%. Complimenti! Ho visto che hai riorganizzato il magazzino, coordinandoti con Enrico e che hai rivisto l’esposizione. Ma per dei risultati così credo tu abbia fatto ben di più. me lo racconti?
Sì, e mi sono anche divertita. Ho chiesto a Elena, ho approfittato delle giornate di formazione organizzate da Enrico e ho aggiunto un po’ di studio da parte mia. Ho imparato molto sulla comunicazione e ho applicato le tecniche ai padroni di cani e gatti che venivano in farmacia: oggi so i nomi dei cani meglio di quelli dei loro padroni, e i clienti mi considerano quasi una di famiglia.
Ottimo! Infatti ho visto che, al di là del reparto veterinario, hai migliorato molto il tuo approccio con i clienti. C’è ancora qualcosa che puoi fare in questi mesi?
Sinceramente non saprei, ma se me lo chiedi vuol dire che hai qualcosa in mente.
Sì, e se me lo permetti vorrei darti un suggerimento. Sei sicura che reparto veterinario voglia dire solo cani e gatti?
No, certo. Abbiamo parecchi clienti che hanno il coniglio, qualcuno con il furetto e alcuni con altri animali di vario genere. E sei sicura che gli attori di questo settore siano solo gli animali e i loro padroni?
Cavolo! Hai ragione! Potrei contattare i veterinari della zona, chiedere loro consigli e suggerimenti, instaurare un dialogo con loro, imparare altre cose anch'io…
Fermati! Vedo che hai afferrato il concetto e sei perfino andata oltre. Ottimo! Ora vorrei che prima di partire lancia in resta tu facessi una valutazione di tempi e possibili risultati, così in futuro avremo strumenti per misurare il successo ottenuto.
Domande
- Cosa ne dite del feedback che Andrea ha dato ad Anna? È ben fatto?
Risposte
Il feedback dato da Andrea è impeccabile:
- Andrea ha dimostrato di avere le informazioni utili e necessarie sul lavoro svolto, sui risultati e su come sono stati ottenuti
- Ha dato adeguato rinforzo agli aspetti positivi e le azioni positive (rafforzare il positivo è un passo importante per far sì che i comportamenti positivi vengano strettamente correlati alle situazioni e ai risultati e si ripetano anche in futuro.)
- Ha segnalato i comportamenti da migliorare e le azioni da fare, tenendo adeguatamente disgiunti gli aspetti da migliorare dalla persona
Andrea ha anche saputo far sì che le cose da migliorare venissero evidenziate e “scoperte” da Anna stessa, fornendo stimoli sotto forma di domanda, ma permettendo ad Anna di giungere da sola alle conclusioni. Questa è la modalità migliore per motivare i collaboratori che si sentono così costantemente invogliati a migliorare, ma mai costretti a fare qualcosa. Inoltre, nel momento in cui loro stessi individuano cosa fare, si prefigurano le azioni specifiche.
Ultimo, ma non meno importante, Andrea ha saputo incentivare l’entusiasmo, e quindi la motivazione, di Anna e anche gestire l’aspetto strategico di valutare tempi e metodi e pianificare le attività

La definizione di “ relazione di aiuto ” nasce nel 1951 quando Carl Rogers nel 1951 specificò che si tratta di " una relazione in cui almeno uno dei due protagonisti ha lo scopo di promuovere nell'altro la crescita, lo sviluppo, la maturità ed il raggiungimento di un modo di agire più adeguato e integrato ”. Carl Rogers è il fondatore del counseling . C’è spesso confusione tra relazione educativa e relazione di aiuto ma la confusione, a mio avviso, nasce in buona parte dal fatto che chi molto di quanto è stato scritto per argomentare le due tipologie di relazione nasce in ambito universitario e didattico, interessandosi più degli aspetti istituzionali che del lato pratico. Certamente chi educa aiuta, e chi aiuta educa , ma se ci riferiamo ad un contesto ben preciso, come quello dell’attività professionale quotidiana di un farmacista, ci sono alcune differenze molto specifiche. Ma in sostanza, serve davvero al farmacista conoscere le differenze? Il farmacista, in termini di comunicazione, svolge diversi ruoli e necessita di estrema flessibilità per passare da un ruolo all’altro o, meglio, per mettere in campo ogni volta le specifiche competenze che sono più utili. Per far meglio il proprio lavoro, o per affaticarsi meno nel farlo, è dunque utile conoscere e familiarizzare con i concetti basilari e le tecniche proprie di uno o dell’altro ruolo. Mi spiego meglio. Il farmacista vende . Non salute, ma prodotti. Le tecniche di vendita gli servono dunque per vendere meglio e anche per acquistare meglio, o saper controbattere ai venditori che incontra. Il farmacista consiglia . Il farmacista supporta il paziente e il medico per ottenere la massima adesione alle terapie. Il farmacista ha un importante ruolo sociale per migliorare salute e qualità di vita della popolazione. Le cose si complicano. Le tecniche di vendita non servono più, e in realtà non servono nemmeno quando il farmacista vuole passare dal puro atto di vendita alla più redditizia fidelizzazione del cliente. Ipotizziamo tre diverse situazioni, molto comuni nell’attività quotidiana. Il cliente presenta una prescrizione medica un po’ complessa e chiede aiuto per meglio comprendere e ricordare la posologia e la durata della terapia. In questo caso è ottimale far ricorso a tecniche di coaching , strumenti finalizzati al raggiungimento di uno specifico obiettivo. Il cliente ha un problema, non sa che fare, vuole suggerimenti e consigli, non sa neanche se andare dal medico o no. È preoccupato, ma confuso. È la classica situazione della relazione di aiuto. Il cliente ha un problema di salute. È sotto controllo medico, ma ha letto su qualche sito un po’ di tutto, sa che deve modificare il suo stile di vita o la sua alimentazione. Qui il farmacista passa al ruolo di educatore sanitario : chiarisce i dubbi, elimina le sciocchezze, fornisce suggerimenti. Ma quali sono le tecniche, le regole del gioco nei diversi ruoli? Un po’ di pazienza …







