Tutti abbiamo, talvolta, bisogno di aiuto, e la malattia è spesso una della cause principali. Lo sappiamo, lo comprendiamo, eppure il bisogno di aiuto, e ottenere aiuto, è una delle grandi confusioni della vita.
A volte è difficile riconoscere il bisogno di aiuto, e per qualcuno è difficilissimo chiedere aiuto.
Ma c’è un altro elemento, che spesso dimentichiamo o tendiamo a sottovalutare.
Da chi possiamo ricevere aiuto o a che chiedere aiuto.
Certo, ci sono gli psicologi, i coach, i counselor, persone che si occupano di relazione di aiuto. Per molti, però, esiste una sorta di blocco psicologico alla sola idea di rivolgersi ad un professionista (e, invece, spesso è la scelta migliore).
Abbiamo bisogno dell’aiuto della famiglia, degli amici… vogliamo aiuto dai genitori, dai fratelli, dagli amici più cari.
Siamo lì che stiamo male e ci creiamo attese, talvolta aspettative, verso l’aiuto che possiamo e vogliamo ricevere da alcune persone. Persone ben precise, di cui sappiamo nome e cognome, con cui abbiamo una relazione affettiva o familiare.
Raramente funziona.
E allora arrivano le delusioni, le disillusioni, la rabbia, il senso di abbandono… tutte emozioni che peggiorano i nostro, già presente, star male.