Felice 2023

Auguri, riflessioni e buoni propositi

OK, caro Dio, Universo, destino, Madre, o chiunque tu sia o comunque tu voglia essere chiamato, eccomi qui per un nuovo anno.

Di solito in questi giorni preparo gli auguri, ma quest’anno sento il bisogno di mettere per iscritto alcune riflessioni, e se serviranno ad altri, ne sono felice.

Gli ultimi anni sono stati davvero tosti, per me come per molti, e non ho motivi per sperare o pretendere un 2023 in cui tutto fili liscio. Capisco che i grandi cambiamenti comportano sempre una fase di squilibrio, e so che anche un calcio nel sedere fa fare passi avanti. Non ti sembra, però, di esagerare un pochino? Nello smuovere gli equilibri si sta creando un gran casino, nel mondo e nelle persone. Un po’ più di delicatezza, ecchecavolo!

Ma torniamo a noi. A me.

Già, mi hai fatto capire con una certa brutalità che ho bisogno di prendermi cura di me: ne sono consapevole.

Mi hai mostrato i miei limiti di accoglienza e resistenza.

Avevi fatto lo stesso più di 40 anni fa: forse non c’era bisogno di farmi ripetere la faccenda. Io non ho dimenticato una virgola di allora e posso solo dire che affrontare certe esperienze a 60 anni suonati non solo è difficile come a 17, ma è persino più complicato perché ora il futuro è un po’ più breve.

E c’è di più. Io non ho scelto il mio lavoro perché sono buona e voglio aiutare gli altri. Forse non ci siamo capiti.

Non sono né buona né cattiva, come la stragrande maggioranza degli esseri umani. E non sono qui per aiutare: faccio già fatica ad aiutare me stessa. Ciò che voglio è trasmettere quello che ho imparato a chi desidera imparare, a chi pensa che possa essere utile. Io ho scelto, ma tu mi hai detto in tutti i modi che questo è il mio compito, il mio dono, mi hai spinto a fare questo, con mille e mille modalità. Adesso lasciamelo fare.

Se continui a distrarmi con batoste che richiedono le mie energie diventa un po’ complicato.


Non ti chiedo, e non mi aspetto, un 2023 facile, e so benissimo che fai quello che ti pare, ma apriamo una negoziazione.

  • Tieni lontano da me le persone che giudicano e che cercano di sfruttarmi, quelle che mi cercano perché pensano che possa servire e poi mi buttano via senza malamente. Lo so, l’ho accettato per anni, quasi le ho invitate, ma è da un po’ che ho capito e mi sono stancata di questo gioco.
  • Non ti chiedo di farmi diventare improvvisamente una persona piena di autostima, ma solo di lasciarmi dimostrare quanto valgo e continuare a imparare dai miei errori.
  • Non ti chiedo nemmeno la pace nel mondo, ma un po’ di luce sì: ne abbiamo diritto.
  • Voglio più libertà. La voglio. Certo che la voglio per tutte le donne del mondo, ma ho un po’ esaurito i desideri cosmici e ho qualche credito da riscuotere da te, o, se preferisci, ho qualche debito nei miei confronti. Sai bene che se vengo messa entro limiti troppo stretti, da persone, doveri o avvenimenti, prima o poi il mio animo ribelle insorge: l’ho già fatto e posso farlo ancora.

E, sì, lo so che ti sbellicherai dalle risate, ma voglio un anno all’altezza dei sogni che ho. E grazie per permettermi di sognare ancora, nonostante gli ultimi anni.

Felice 2023!

Autore: Carla Fiorentini 12 ottobre 2025
Se facessimo una classifica di pazienti modello gli italiani non sarebbero certo ai primi posti, lo sappiamo da anni. Sappiamo che gli italiani si auto riducono i dosaggi, terminano le cure prima di quanto ha detto il medico, non rispettano le posologie, … Ora, a tutto questo, si è aggiunta una sorta di auto-riduzione dei farmaci prescritti. Ma il vero problema è che ora tutto ciò che già accadeva, e molto di più, è originato dalle difficoltà economiche in cui versano molti italiani. E se prima le autoriduzioni di posologia o durata della terapia erano frequenti soprattutto nelle patologie acute, oggi la rinuncia alla terapia, o la sua drastica riduzione, avviene soprattutto nelle patologie croniche. E raramente il medico è a conoscenza della situazione: il paziente non ha la forza, o il coraggio, di dichiarare al medico la sua realtà. Ancora una volta, dunque, è il farmacista colui che ha maggiormente il polso della situazione, e che è chiamato, sebbene non ufficialmente, a supportare il paziente. Cosa può dunque fare il farmacista? Il mio parere personale è di creare una vera e propria rete di allerta, sostegno e valutazione che coinvolga il farmacista “di quartiere” e il medico di base, che abbia anche la possibilità di intervento reale nel fornire farmaci a chi, davvero, rinuncia alle terapie per motivi economici. È un sogno, lo so. Rimanendo su azioni concrete credo che il farmacista possa fare molto con le sue capacità di sostegno e consiglio, senza sostituirsi al medico. Credo anche che il futuro sia nello sviluppo di competenze di coaching per il medico e il farmacista. Competenze che permettono di motivare il paziente, supportarlo durante la terapia, finalizzare le cure, e ridurre anche i costi in numerose sfaccettature del sistema sanitario consentendo così di ricavare risorse per fornire terapie totalmente gratuite a chi, altrimenti, non può permettersele. Un sogno anche questo, ma più facile da raggiungere rispetto al precedente.
Autore: Carla Fiorentini 28 settembre 2025
Non è, ovviamente, mia intenzione dare consigli su rimedi della nonna, antiche ricette o terapie alternative, ma solo riflettere, e farvi riflettere, su come rispondere al paziente che vi racconta di cure di supporto che, a lui, appaiono tanto efficaci. Le situazioni sono molteplici, e i rimedi sono infiniti. Si va dai consigli alimentari alle cure palliative, dai decotti alle sciarpe rosse: si usa di tutto e si sente di tutto. Talvolta sono i rimedi della nonna, altre volte sono antiche ricette lette su qualche rivista di salute, o consigli letti sul web o ricevuti da qualche amico. Siatene certi: la maggior parte dei vostri pazienti fa uso di qualche rimedio, integratore, elemento salutistico o alimento prodigioso, sia che ve lo racconti sia che stia in totale silenzio . Ci sono gli alimenti salutari, le medicine alternative, i rimedi tramandati in famiglia, le pubblicità … È chiaro che il medico dovrà valutare caso per caso, ma ci sono alcune raccomandazioni (dettate dal buon senso, oltre che dallo studio della comunicazione) che valgono sempre. Il primo consiglio è che è sempre meglio sapere tutto quello che il paziente assume o fa, soprattutto se siete il medico di famiglia che tiene le fila della sua storia clinica. Se contestate, sminuite, rifiutate o ridicolizzate ogni rimedio che i vostri pazienti ritengono efficaci ciò che otterrete non sarà l’eliminazione delle aggiunte, palliative o terapeutiche, ma solo e semplicemente il paziente smetterà di raccontarvi ciò che assume . Il secondo consiglio, strettamente correlato al primo, è che l’effetto placebo, nelle sue diverse forme, è un fattore fondamentale per la guarigione, di qualunque malattia. Visto che parliamo di rimedi della nonna citerò le parole di mia nonna, quando mi trovò (avevo circa un anno) a mangiare i chicchi d’uva raccolti da terra poiché non arrivavo ai filari: quel che non strozza, ingrassa. Quello che non fa male, va bene. Imparate quindi ad accettare quei rimedi che non fanno alcun danno, e accettateli di buon grado. Eliminate, invece, drasticamente ciò che è rischioso o, meglio ancora, sostituitelo con qualcosa che sia innocuo o davvero di supporto. Potrete così mantenere alto l’effetto placebo e, contemporaneamente, conservare la fiducia del vostro paziente e un alto livello di dialogo.
Autore: Carla Fiorentini 28 settembre 2025
Un pizzico di teoria utile in un video
Autore: Carla Fiorentini 7 settembre 2025
Dal mio libro Quattro passi in galleria- quando non vedi la fine del tunnel, arredalo , che si può acquistare on line oppure ordinare in libreria, Il racconto del momento in cui sono stata costretta a tagliare i capelli, che sarebbero caduti (tutti!) con la chemioterapia
Autore: Carla Fiorentini 7 settembre 2025
Riflessioni
Autore: Carla Fiorentini 4 settembre 2025
Dopo una laurea in chimica e tecnologie farmaceutiche e oltre 20 anni di carriera in aziende farmaceutiche multinazionali, e continuando ad aggiornarmi anche da quando faccio la libera professione, credevo si sapere molto sui placebo e sull’effetto placebo. Ma questo libro mi ha affascinato e fatto fare nuove scoperte fin dalle prime pagine. I suoi pregi sono moltissimi. I pregi pratici: è piccolo, leggero, economico. Può essere messo in borsa e letto ovunque. E anche queste piccole cose non sono da sottovalutare. È scritto benissimo. Si pone l’obiettivo di essere un testo divulgativo, e lo è davvero . Ricchissimo di cultura e di riferimenti storico – letterari – filosofici manca totalmente di pomposità o frasi contorte che spesso si trovano in questo tipo di libri. Qui c’è la cultura vera. Einstein diceva “ Non hai veramente capito qualcosa fino a quando non sei in grado di spiegarlo a tua nonna ”, affermazione che condivido appieno perché chi sa davvero sa anche semplificare i concetti. Fabrizio Benedetti sa. Sa spiegare, sa affascinare. E il libro è anche affascinante per i contenuti, il rigore scientifico. È imperdibile per tutti coloro che lavorano in ambito salute, ed è utile per tutti.
Autore: Carla Fiorentini 4 settembre 2025
Il titolo completo del libro è Intelligenza emotiva Cos’è e perché può renderci felici. Daniel Goleman è sicuramente il più autorevole esperto mondiale di intelligenza emotiva. Il libro viene talvolta dichiarato “fuori catalogo”, ma vi assicuro che si trova ancora, sia in libreria che per gli acquisti on line. Queste le notizie pratiche. E poi, che dire? È interessante, scritto bene, leggibilissimo. E, soprattutto, imperdibile per chiunque abbia interesse per le relazioni umane, per chi educa, collabora o guida altri esseri umani.
Autore: Carla Fiorentini 30 agosto 2025
Un libro meraviglioso e, credo, particolarmente utile in questo periodo in cui la scuola va protetta, ripensata, resa più utile…
Autore: Carla Fiorentini 8 giugno 2025
Non sono pazza: l’attuale presidente degli USA ha di fatto rinunciato al potere.
Autore: Carla Fiorentini 16 marzo 2025
Spesso le diverse parti di noi discutono tra loro ...
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