Scrivere è una modalità che amo, e che mi permette di collegare la mia parte razionale (controllo sintassi e grammatica) con quella più emotiva e intuitiva (i pensieri vanno a ruota libera).
Ci siamo: oggi è il 17 dicembre e compio 66 anni.
In epoca romana questi erano i giorni dei saturnali, del mondo rovesciato, del potere e della libertà degli schiavi. Mi piace, molto. Mi sento a mio agio nel rovesciare il mondo.
Ovviamente è tempo di bilanci e visto che il mio compleanno è molto vicino alla fine dell’anno faccio un bilancio unico. È un affare!
Tracciare un bilancio significa spesso anche darsi martellate sui calli: farlo solo una volta all’anno invece che due, come sarebbe se avessi il compleanno in un altro periodo, è un bel vantaggio per una come me.
L’altro aspetto è che in un bilancio si cercano anche i pregi, gli aspetti positivi: non riuscirei proprio a farlo due volte senza sentirmi idiota!
È stato un anno difficile, seguito ad anni difficili. Non mi sono abituata, ma man mano ho imparato.
Quest’anno, grazie alla mia fantastica psicoterapeuta, ho imparato a mettermi al primo posto e a pensare solo a me.
Se pensi che abbia passata una vita da altruista che si sacrifica per gli altri, sta prendendo un grosso abbaglio, però ho sempre tenuto conto delle esigenze degli altri: in particolare mio padre e mio marito. Ora sono entrambe nell’altra stanza e io sono al primo posto.
La vita mi ha insegnato molto presto che alcune cose, semplicemente, succedono, e noi possiamo solo (solo?!) decidere come viverle. Mi sono specializzata in piano B, ma anche C e D.
Sono testarda, e nel viaggio dell’eroe il mio archetipo è quello del folle, del ribelle.
Ho fatto le mie scelte, sempre, nonostante l’attenzione ad altri. A 23 anni ero fuori di casa, a Milano, da sola. Ho comprato casa, fatto il lavoro che volevo, fatto carriera.
Ho fatto errori, ma il bello degli errori fatti per proprie decisioni, anche se sbagliate (al momento le consideravo valide) è che non ho rimpianti. Ti par poco?
Quando è stato il momento di scegliere tra carriera (potevo diventare amministratore delegato) e qualità di vita, ho scelto la qualità di vita. Anche se questo ha comportato, nel tempo, annidi difficoltà economiche, quando mi sono dovuta fermare a causa di un tumore, non sono pentita.
Mi è sempre dispiaciuto non avere riconoscimenti di stima da mio padre, l’unico genitore che ho conosciuto.
Però, oggi, alla mia non più verde età, posso dire che gli attestati di stima e affetto che ricevo anche da persone che non conosco, che hanno frequentato i miei corsi o fatto incontri di coaching con me, sono molto più gratificanti. Ringrazio tutti dal profondo dell’anima. Non sono sicura di meritarmi davvero le belle cose che mi dicono, ma me le godo tutte!
L’ultimi anno è stato praticamente un anno sabbatico. Al compleanno dei 65 anni c’era Francesco molto malato, a Natale era in ospedale e a capodanno ero appena rimasta vedova.
Tra la burocrazia, le decisioni da prendere e, per non farmi mancare nulla, un periodo di depressione, mi sono chiusa in me stessa: avevo bisogno di me.
Ora ho una casa da comprare e un trasloco da fare, ed ho anche sogni e progetti.
Se la vita non mi mette i bastoni tra le ruote, al prossimo compleanno mi vedrai trionfante, altrimenti… so che ce la posso fare comunque.