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Cosa si intende per Tecniche di Comunicazione?

Comunicazione e Tecniche di Comunicazione: termini molto usati con infinite sfumature di significato. La mia interpretazione è ...

La comunicazione è un vero e proprio mondo, che include moltissime cose e argomenti, quindi: cosa si intende per tecniche di comunicazione?
Non so darvi una definizione ufficiale del concetto tecniche di comunicazione: posso solo dirvi cosa intendo io quando uso questa terminologia.
La comunicazione è stata ed è oggetto di numerosi ed approfonditi studi in molti campi. Tra questi spiccano un ruolo di rilievo la neurologia, la fisiologia, la psicologia e la psichiatria.
Andando indietro nel tempo bisognerebbe anche citare Jung, sia per il suo lavoro sugli archetipi, sia per il suo avvicinarsi ad alcune tecniche e discipline orientali.
Ma la svolta si è avuta durante i favolosi anni ’60, quando diversi gruppi di ricercatori hanno approcciato il mondo della comunicazione, e dei suoi risvolti psicologici sugli individui e sulle relazioni interpersonali, con modalità innovative.
Volendo essere dei puristi bisogna distinguere la scuola di Palo Alto, in California, la PNL, la Psicodinamica.
Poi, sempre negli anni ’60, bisogna ricordare la tensione verso oriente, soprattutto l’India e il buddismo, per trovare altri spunti di analisi di come l’individuo approccia se stesso e il mondo.
Negli anni ’70 invece sono iniziati gli studi sulla comunicazione non verbale, a partire dal linguaggio del corpo, a cui sono seguite l’analisi delle microespressioni e la prossemica.
Poi, per curiosità e necessità, qualcuno ha cominciato a studiare la comunicazione paraverbale: l’uso della voce, a cui stanno seguendo oggi lo studio dei suoni in senso lato, dalla musicoterapia alla riscoperta di alcune antiche tecniche, soprattutto del mondo orientale.

Inizialmente la neurologia e la fisiologia erano piuttosto lontane da questi fermenti, ma oggi alcune scoperte recenti, molte delle quali fatte proprio da neurologi e fisiologi italiani, stanno dimostrando con rigore scientifico la validità di alcune scoperte pratiche, o empiriche, fatte degli studiosi di comunicazione.
Così oggi non è difficile trovare testi o corsi che trattano uno o più di questi argomenti, e che offrono consigli pratici ed esercizi per migliorare la nostra comunicazione, con noi stessi e con gli altri e, in sintesi, migliorare la nostra qualità di vita e la nostra professione.
Io sono curiosa, amo questi argomenti, e alcune di queste tematiche hanno fatto parte della mia vita fin dall’adolescenza. Inoltre non sono mai stata capace di essere una purista, meccanismo che a mio avviso troppo spesso rasenta l’integralismo, quindi da ogni corso, da ogni libro, ho cercato e cerco di trarre ciò che mi convince e che mi è utile, o mi è stato utile.
E chiamo tutto ciò tecniche di comunicazione.

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La comunicazione non verbale e paraverbale sono in diretto collegamento con il nostro inconscio. Così, conoscere almeno i primi rudimenti di comunicazione non verbale aiuta a conoscere meglio gli altri, interpretare il loro pensiero, comprendere i loro bisogni. Aggiungo, per chi ha già qualche conoscenza di programmazione neurolinguistica, che la postura, i movimenti, il tono di voce, contraddistinguono le tre tipologie: visivo, uditivo e cinestesico. Ciò che, invece, probabilmente tutti sappiamo, ma non ci soffermiamo mai a riflettere in merito, sono i collegamenti tra stato d’animo ed elementi di comunicazione non verbale, e come questi possano davvero aiutarci a vivere meglio. È importante ricordare che esiste un collegamento reciproco tra stato d’animo e non verbale . Mi spiego meglio. Qualunque sia la nostra postura abituale, quando siamo tristi o preoccupati la nostra prima, spesso inconscia, reazione è quella di abbassare le spalle, incassare la testa, abbassare i bordi delle labbra (una sorta di sorriso al contrario). Quando siamo allegri la nostra postura è esattamente l’opposto. E allora? Testa alta, sorriso stampato, spalle bene in fuori: credetemi, non risolve i problemi, ma cambia subito l’umore, e lo spirito con cui affrontare quello che non va. Analogamente: se siamo in uno stato d’animo d’ansia il respiro si fa più corto e affrettato, il tono di voce più acuto e le parole escono molto più in fretta. Uno sforzo volontario per respirare a pieni polmoni, modulare il tono di voce e parlare più lentamente … e l’ansia si attenua. Provare per credere!
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