Il termine effetto valanga viene generalmente utilizzato per parlare di stress. Lo stress, infatti, si accumula, e non solo. Bastano pochi minuti di relax o di meditazione per eliminare i danni di una giornata stressante, ma se continuiamo ad accumulare tensioni, senza mai spezzare il circolo vizioso, presto non basteranno neanche due settimane di vacanza: lo stress lasciato senza controllo si auto-alimenta, come una valanga.
Oggi, però, mi è venuto in mente l’effetto valanga in un ambito particolare: la vita del farmacista.
La pandemia ha fatto pagare un prezzo altissimo ai farmacisti in termini di stress, ansia, depressione, burnout. Aggiungiamo i problemi quasi cronici: stipendi bassi, turni faticosi, difficoltà nel conciliare lavoro e vita privata…
E ora molti farmacisti hanno scelto una forma di libera professione o stanno scegliendo professioni alternative.
Non è un fenomeno strano: il numero di coloro che, nel post pandemia, scelgono di lasciare il lavoro, cambiare vita, modificare la professione, è altissimo.
Ben venga il cambiamento consapevole!
Ma il rischio è proprio una specie di effetto valanga.
L’insoddisfazione infinita è alle porte, lo stress aumenta.
Personalmente non sono un’appassionata di obiettivi: credo che ci possano essere periodi nella vita in cui conta più la ricerca, il viaggio, rispetto alla meta e, soprattutto, credo che i desideri siano il vero motore. Prima si desidera, e poi si trasforma il desiderio in obiettivi, perché il desiderio è un moto del cuore e della pancia, un meccanismo di amore, mentre l’obiettivo è un moto del cervello razionale.
Attenzione, quindi, ad ascoltare i propri desideri, per poi trasformarli in obiettivi, evitando il più semplice, ma rischioso, meccanismo di sola fuga da ciò che non soddisfa più. Certo, allontanarsi da ciò che non piace e scegliere il cambiamento serve, ma senza il desiderio di come si vuole cambiare può essere rischioso.