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Quattro passi in galleria - Percorso insieme al paziente

Il percorso globale di mentoring e coaching dedicato al paziente per l’elaborazione della malattia, dalla diagnosi alla felicità. 

Il titolo del percorso nasce come titolo del libro scritto, e pubblicato, dopo la mia elaborazione del mio cancro, quando sono diventata consapevole di aver completato le tappe e conquistato una nuova felicità. Il libro ha anche un sottotitolo, rubato da una battuta di Geppi Cucciari: quando non vedi la fine del tunnel, arredalo. Perché i controlli, per un paziente oncologico, non finisco mai, ma la vita va avanti, ed è un regalo e una conquista.


Tutti i percorsi nascono dalla mia esperienza e si sono sviluppati attraverso confronti, messe a punto, esperienze in aula di presentazione e discussione.

Questo, in particolare, Quattro passi in galleria, è la somma delle tappe, ma è anche il percorso che ho fatto io nell’anno trascorso tra la diagnosi e la seconda operazione.

Tranquillo: non servono dodici mesi. Questo è il tempo che è servito a me per studiare, elaborare, recuperare tutto ciò che avevo imparato in quasi trent’anni di corsi di crescita personale e ricostruire tutto in funzione dello scopo: elaborare la mia malattia, trasformare la difficile esperienza in risorsa e passare dalla diagnosi alla felicità. Il tempo che serve a te, è il tuo. Io ti accompagno e ti facilito il percorso, ti supporto e ti spiano la strada.

Il percorso

Quattro passi in galleria percorre i quattro passi utili alla gestione ed elaborazione dell’esperienza:

  • Il mio nuovo mondo – ricostruire quel mondo “andato in pezzi” con la diagnosi rendendolo più bello e funzionale di prima
  • Relazioni efficaci con i terapeuti
  • Gestire positivamente le relazioni personali
  • Il mio viaggio dell’eroe – la gestione della malattia come esperienza

Il percorso prevede 16 incontri, compreso il primo incontro esplorativo gratuito che serve a te per capire se vuoi procedere, e a me per capire se ti posso aiutare e come.

Ogni incontro dura circa 1 ora e si svolge via skype.

Autore: Carla Fiorentini 23 febbraio 2025
Mi dispiace doverlo ammettere: la gestione delle persone attraverso la paura funziona.
Autore: Carla Fiorentini 23 febbraio 2025
Se pensi di essere troppo piccole per fare la differenza, prova a dormire con una zanzara. Dalai Lama
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Il 20 Marzo sarà, come ogni anno, la Giornata mondiale della felicità.
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Se due individui sono sempre d'accordo su tutto, vi posso assicurare che uno dei due pensa per entrambi. - Sigmund Freud.
Autore: Carla Fiorentini 19 gennaio 2025
La comunicazione non verbale e paraverbale sono in diretto collegamento con il nostro inconscio. Così, conoscere almeno i primi rudimenti di comunicazione non verbale aiuta a conoscere meglio gli altri, interpretare il loro pensiero, comprendere i loro bisogni. Aggiungo, per chi ha già qualche conoscenza di programmazione neurolinguistica, che la postura, i movimenti, il tono di voce, contraddistinguono le tre tipologie: visivo, uditivo e cinestesico. Ciò che, invece, probabilmente tutti sappiamo, ma non ci soffermiamo mai a riflettere in merito, sono i collegamenti tra stato d’animo ed elementi di comunicazione non verbale, e come questi possano davvero aiutarci a vivere meglio. È importante ricordare che esiste un collegamento reciproco tra stato d’animo e non verbale . Mi spiego meglio. Qualunque sia la nostra postura abituale, quando siamo tristi o preoccupati la nostra prima, spesso inconscia, reazione è quella di abbassare le spalle, incassare la testa, abbassare i bordi delle labbra (una sorta di sorriso al contrario). Quando siamo allegri la nostra postura è esattamente l’opposto. E allora? Testa alta, sorriso stampato, spalle bene in fuori: credetemi, non risolve i problemi, ma cambia subito l’umore, e lo spirito con cui affrontare quello che non va. Analogamente: se siamo in uno stato d’animo d’ansia il respiro si fa più corto e affrettato, il tono di voce più acuto e le parole escono molto più in fretta. Uno sforzo volontario per respirare a pieni polmoni, modulare il tono di voce e parlare più lentamente … e l’ansia si attenua. Provare per credere!
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