Oggi va così, alla ricerca di qualcosa, di me, che è talmente radicata ne profondo da poter dire che fa parte della mia identità.
Ho sempre difficoltà a definirmi, a dichiarare un’identità: tanti i cambiamenti, poche le certezze, e lo sguardo sempre rivolto all’essenziale. Il non essenziale, anche se fondamentale, ha sempre provveduto il destino a toglierlo dalla mia vita.
Ho dovuto fare, sempre, i conti con quello che c’è, imparare a vivere senza quello che spariva, persone, cose, situazioni.
Sto imparando a vivere senza Francesco, consapevole che il Francesco che ho amato e sposato mi era già stato tolto, nell’essenza, anni fa, ma potevo cercarlo in piccoli gesti quotidiani. Oggi è solo nei ricordi.
Tempo di bilanci, dunque.
Professionalmente le definizioni possono spaziare da manager di grandi aziende, consulente, coach, scrittrice, mentore, formatrice, insegnante…
Tutte attività svolte e che fanno parte di me.
Oggi, forse, le attività di coach, mentore e insegnante sono predominanti, forse.
Eppure non posso dire, come leggo dichiarare da tanti che operano nell’ambito delle relazioni di aiuto, che amo aiutare gli altri.
L’aiuto che posso dare, e che spesso è supporto, è quasi un effetto conseguente a ciò che sono e che amo fare.
La mia realtà è nel video allegato: credo negli esseri umani che hanno il coraggio di essere umani.
Questa è la mia costante, la parte di me immutata in tanti anni.
Persino durante l’adolescenza avevo difficoltà di appartenenza, di far parte dei gruppi e compagnie, conseguenza dei problemi infantili. Ma facevo facilmente amicizia.
Prediligo le amicizie profonde alle quattro chiacchiere tra conoscenti. Sto bene da sola, e amo il tempo passato con persone vere.
Questo, indubbiamente, mi aiuta quando opero come coach o come mentore, e anche quando insegno.
Credo negli esseri umani che hanno il coraggio di essere umani.