La logica win - win

La logica win – win: un modo di dire molto frequente, ma a volte qualcuno ne dimentica il significato

Non amo molto l’abuso dei vocaboli inglesi, soprattutto quando è facile trovare termini equivalente in italiano, ma alcuni modi di dire vengono usati talmente di frequente che diventa inevitabile adeguarsi.
La logica win – win è uno di questi. È facile da tradurre: la logica del vinco – vinci, ed è il pilastro della negoziazione.
In pratica significa trovare un accordo tale per cui entrambe gli interlocutori vincono.
Non si tratta di un compromesso. Per sua definizione il compromesso significa che ciascuno rinuncia a qualcosa per poter trovare l’accordo, quindi il vinco – vinci è esattamente il contrario.
Nel mondo degli affari questo concetto viene usato e abusato, molto spesso a sproposito. Pertanto merita un approfondimento.
Il primo errore, frequente, è quello di affermare “ti propongo un accordo win – win”.
Non è impossibile, ma altamente improbabile.
Infatti la situazione vinco – vinci è raggiungibile solo se gli interlocutori conoscono in maniera molto approfondita le necessità e i desideri dell’altro (o se almeno uno dei due è in questa situazione) su quel particolare argomento. Ma se a volte non conosciamo a fondo nemmeno noi stessi in una situazione nuova, come possiamo conoscere l’altro senza un dialogo approfondito?
Possiamo quindi porci in un’ottica win – win fin dall’inizio del dialogo, ma possiamo fare una proposta solo dopo un lungo dialogo e numerosi approfondimenti.
Facciamo un esempio pratico.
Un informatore che sta facendo una campagna per i prodotti solari può rendersi conto, parlando con il farmacista, che ciò che maggiormente gli interessa dei prodotti è, in ordine di importanza:
la presenza nell’offerta di una formulazione a protezione totale, perché non l’ha ancora acquistata
che le consegne vengano fatte a pochi pezzi per volta perché non ha un grande magazzino
che la linea venga anche prescritta dal dermatologo, in modo da far bella figura con i suoi clienti quando la consiglia
All’inizio del dialogo l’informatore attento potrà al massimo sapere che il farmacista non ha magazzino, e potrebbe quindi formulare un’offerta con pochi pezzi, perdendo così un’opportunità.
Solo dopo un opportuno approfondimento è in grado di formulare l’offerta esattamente seguendo i parametri di maggior interesse per il farmacista.
Un accordo secondo le regole dell’io vinco – tu vinci significa che entrambe vedono esauditi alcuni dei punti principali delle loro necessità.
Che dire poi di quelli che dichiarano un accordo win –win e poi, palesemente, cercano di piazzarvi una fregatura?
Eppure esistono!
È anche ovvio, ma forse va segnalato, che in un accordo win – win entrambe si sentono felici dell’accordo sia subito dopo averlo concluso, sia il giorno successivo o un anno dopo.
Quindi i requisiti fondamentale per accordi di questo tipo sono onestà, trasparenza, comprensione dei bisogni e della mappa del mondo dell’altro, capacità di comunicazione per decodificare ciò che l’altro dichiara.
Autore: Carla Fiorentini 21 dicembre 2025
Il Natale è un invito
Autore: Carla Fiorentini 21 dicembre 2025
Trova un’altra sedia e allunga il tavolo
Autore: Carla Fiorentini 14 dicembre 2025
Durante questo 2025 mi sono chiesta più volte se avevo sbagliato qualcosa nell’interpretare l’I Ching per l’anno. Poi mi sono chiesta se c’era qualcosa che non avevo capito.
Autore: Carla Fiorentini 7 dicembre 2025
La comunicazione è cambiata, tanto, negli anni…
Autore: Carla Fiorentini 30 novembre 2025
La programmazione neurolinguistica identifica 4 posizioni percettive: parliamo della seconda
30 novembre 2025
Sanità che cambia
Autore: Carla Fiorentini 29 novembre 2025
La diagnosi di una malattia grave dà inizio ad un vero viaggio dell’eroe.
Autore: Carla Fiorentini 23 novembre 2025
La definizione di “ relazione di aiuto ” nasce nel 1951 quando Carl Rogers nel 1951 specificò che si tratta di " una relazione in cui almeno uno dei due protagonisti ha lo scopo di promuovere nell'altro la crescita, lo sviluppo, la maturità ed il raggiungimento di un modo di agire più adeguato e integrato ”. Carl Rogers è il fondatore del counseling . C’è spesso confusione tra relazione educativa e relazione di aiuto ma la confusione, a mio avviso, nasce in buona parte dal fatto che chi molto di quanto è stato scritto per argomentare le due tipologie di relazione nasce in ambito universitario e didattico, interessandosi più degli aspetti istituzionali che del lato pratico. Certamente chi educa aiuta, e chi aiuta educa , ma se ci riferiamo ad un contesto ben preciso, come quello dell’attività professionale quotidiana di un farmacista, ci sono alcune differenze molto specifiche. Ma in sostanza, serve davvero al farmacista conoscere le differenze? Il farmacista, in termini di comunicazione, svolge diversi ruoli e necessita di estrema flessibilità per passare da un ruolo all’altro o, meglio, per mettere in campo ogni volta le specifiche competenze che sono più utili. Per far meglio il proprio lavoro, o per affaticarsi meno nel farlo, è dunque utile conoscere e familiarizzare con i concetti basilari e le tecniche proprie di uno o dell’altro ruolo. Mi spiego meglio. Il farmacista vende . Non salute, ma prodotti. Le tecniche di vendita gli servono dunque per vendere meglio e anche per acquistare meglio, o saper controbattere ai venditori che incontra. Il farmacista consiglia . Il farmacista supporta il paziente e il medico per ottenere la massima adesione alle terapie. Il farmacista ha un importante ruolo sociale per migliorare salute e qualità di vita della popolazione. Le cose si complicano. Le tecniche di vendita non servono più, e in realtà non servono nemmeno quando il farmacista vuole passare dal puro atto di vendita alla più redditizia fidelizzazione del cliente. Ipotizziamo tre diverse situazioni, molto comuni nell’attività quotidiana. Il cliente presenta una prescrizione medica un po’ complessa e chiede aiuto per meglio comprendere e ricordare la posologia e la durata della terapia. In questo caso è ottimale far ricorso a tecniche di coaching , strumenti finalizzati al raggiungimento di uno specifico obiettivo. Il cliente ha un problema, non sa che fare, vuole suggerimenti e consigli, non sa neanche se andare dal medico o no. È preoccupato, ma confuso. È la classica situazione della relazione di aiuto. Il cliente ha un problema di salute. È sotto controllo medico, ma ha letto su qualche sito un po’ di tutto, sa che deve modificare il suo stile di vita o la sua alimentazione. Qui il farmacista passa al ruolo di educatore sanitario : chiarisce i dubbi, elimina le sciocchezze, fornisce suggerimenti. Ma quali sono le tecniche, le regole del gioco nei diversi ruoli? Un po’ di pazienza …
Autore: Carla Fiorentini 23 novembre 2025
Harry vince la battaglia finale, ma ha vinto molto prima
Autore: Carla Fiorentini 16 novembre 2025
Che succede 10 anni dopo la diagnosi?
Show More