Qualcuno lo dice apertamente, qualcuno lo manifesta con i fatti, ma ci sono molti che pensano di sapere cosa è meglio per gli altri.
Parto da qui: ci si trova davanti qualcuno che pensa di parere cosa è meglio per te.
Evito anche solo di ipotizzare che la motivazione sia di pura cattiveria o manipolazione, anche se di questi tempi forse bisognerebbe pensare anche a queste situazioni. Mi limito a ragionare su ciò che viene detto, e fatto, in buona fede, magari anche con affetto.
Però ...
Chi afferma di sapere cosa è meglio per altri manifesta un temporaneo (o cronico) livello di empatia più scarso di quello di Elon Musk!
(ho parecchi esempi di scelte che, a breve termine, sembravano perfette, e a lungo termine si sono rivelate disastrose, o viceversa)
Ma è importante capire da dove parte questa convinzione, sia per potersi proteggere che per non subire danni.
A volte, soprattutto da parte dei genitori, c’è un forte desiderio che i figli realizzino i sogni che non sono riusciti a concretizzare loro stessi.
Un esempio? Mio padre sosteneva che era meglio che mi laureassi in farmacia, ma la scelta nasceva dal fatto che lui avrebbe desiderato fare il farmacista, e voleva realizzare il suo sogno attraverso di me.
Spesso ci sono drastiche convinzioni che qualcosa, un tipo di studi, un lavoro, un obiettivo, sia in assoluto “meglio”: in genere dipende dal personale ranking di valori che viene sbandierato come l’unico accettabile.
Esempi? Chi ha ai primi posti valori come carriera, prestigio, denaro, non può assolutamente comprendere chi, invece, ha valori preminenti come famiglia, tempo libero, qualità di vita…
E poi ci sono le paure dominanti, prime tra tutte la paura del fallimento.
Chi soffre di paura del fallimento, in qualunque forma, cerca di evitare che una persona a cui vuol bene si metta a rischio.
In tutto questo, ed è solo la punta dell’iceberg, manca la consapevolezza che:
Infine, che sia intenzionale o no, dire a qualcuno che “io so cosa è meglio per te” dimostra scarsa fiducia verso quella persona e ha gravi conseguenze sulla sua autostima.
Esempi? Su questo argomento sono ferratissima. Vengo da una famiglia dove più o meno tutti pensano, o pensavano, di sapere cosa è meglio per me. Ho sofferto di scarsa autostima per moltissimo tempo (oggi va meglio, ma mica tanto) e mi sono salvata solo grazie a un’anima profondamente ribelle.
Ed eccomi all’altra faccia della medaglia: come vive chi si sente dire che qualcun altro sa cosa è meglio per lei (o per lui).
Personalmente, come ho dichiarato, sono ribelle e un po’ anarchica.
E le scelte di cui mi sono pentita sono davvero pochissime, ma ho imparato molto dai miei errori.
L’alternativa? Fare la brava bambina e lasciare che qualcun altro decidesse tutto al posto mio. Ho conosciuto qualcuno che ha fatto, inconsapevolmente, questa scelta: non funziona!
#riflessionidellacarla