Il nuovo direttore

Cosa sono gli obiettivi?

La Storia
Andrea è diventato da poco direttore nella farmacia dove lavorava, che fa parte di un importante gruppo. 
Quando gli hanno affidato la farmacia, i suoi capi si sono raccomandati sia per il conseguimento dei risultati che per la gestione del personale. Ora ha un incontro con i quattro farmacisti che lavorano con lui.
Allora, dobbiamo fissare gli obiettivi. L’Azienda ci ha dato un obiettivo globale della farmacia, basato sull’incremento di fatturato, ma come sapete ciascuno di voi avrà degli obiettivi individuali. Quindi nei prossimi giorni avremo un incontro con ciascuno, separatamente. Se per voi va bene, propongo di farlo durante l’intervallo del pranzo, tanto nessuno di noi va a casa a mangiare. 
Anna, ultima arrivata in termini di tempo, che proviene da un’altra farmacia, chiede la parola:
Ma perché non lo facciamo tutti insieme? Noi, nell’altra farmacia, facevamo così. Tanto, alla fine quello che conta è l’obiettivo di fatturato della farmacia nel suo complesso. 
Domande
  • Secondo voi, Anna ha ragione?
  • Se foste Andrea, cosa avreste risposto?
Risposte
Secondo voi, Anna ha ragione?
Anna ha torto. Gli obiettivi devono essere personali. Se, come in questo caso, deve esserci spirito di squadra e lavoro in team, esiste un obiettivo comune definito, l’obiettivo comune viene declinato e personalizzato.
Se foste Andrea, cosa avreste risposto?
No, Anna, non sono d’accordo. L’obiettivo comune sul fatturato è una specie di cappello, di premessa, ma ciascuno deve avere obiettivi personali e personalizzati perché il contributo che ciascuno può e deve dare al fatturato è unico, personale. Io so che in questa farmacia il gruppo è compatto, e le persone lavorano bene insieme, ma questo avviene perché ciascuno fa la propria parte. 

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La definizione di “ relazione di aiuto ” nasce nel 1951 quando Carl Rogers nel 1951 specificò che si tratta di " una relazione in cui almeno uno dei due protagonisti ha lo scopo di promuovere nell'altro la crescita, lo sviluppo, la maturità ed il raggiungimento di un modo di agire più adeguato e integrato ”. Carl Rogers è il fondatore del counseling . C’è spesso confusione tra relazione educativa e relazione di aiuto ma la confusione, a mio avviso, nasce in buona parte dal fatto che chi molto di quanto è stato scritto per argomentare le due tipologie di relazione nasce in ambito universitario e didattico, interessandosi più degli aspetti istituzionali che del lato pratico. Certamente chi educa aiuta, e chi aiuta educa , ma se ci riferiamo ad un contesto ben preciso, come quello dell’attività professionale quotidiana di un farmacista, ci sono alcune differenze molto specifiche. Ma in sostanza, serve davvero al farmacista conoscere le differenze? Il farmacista, in termini di comunicazione, svolge diversi ruoli e necessita di estrema flessibilità per passare da un ruolo all’altro o, meglio, per mettere in campo ogni volta le specifiche competenze che sono più utili. Per far meglio il proprio lavoro, o per affaticarsi meno nel farlo, è dunque utile conoscere e familiarizzare con i concetti basilari e le tecniche proprie di uno o dell’altro ruolo. Mi spiego meglio. Il farmacista vende . Non salute, ma prodotti. Le tecniche di vendita gli servono dunque per vendere meglio e anche per acquistare meglio, o saper controbattere ai venditori che incontra. Il farmacista consiglia . Il farmacista supporta il paziente e il medico per ottenere la massima adesione alle terapie. Il farmacista ha un importante ruolo sociale per migliorare salute e qualità di vita della popolazione. Le cose si complicano. Le tecniche di vendita non servono più, e in realtà non servono nemmeno quando il farmacista vuole passare dal puro atto di vendita alla più redditizia fidelizzazione del cliente. Ipotizziamo tre diverse situazioni, molto comuni nell’attività quotidiana. Il cliente presenta una prescrizione medica un po’ complessa e chiede aiuto per meglio comprendere e ricordare la posologia e la durata della terapia. In questo caso è ottimale far ricorso a tecniche di coaching , strumenti finalizzati al raggiungimento di uno specifico obiettivo. Il cliente ha un problema, non sa che fare, vuole suggerimenti e consigli, non sa neanche se andare dal medico o no. È preoccupato, ma confuso. È la classica situazione della relazione di aiuto. Il cliente ha un problema di salute. È sotto controllo medico, ma ha letto su qualche sito un po’ di tutto, sa che deve modificare il suo stile di vita o la sua alimentazione. Qui il farmacista passa al ruolo di educatore sanitario : chiarisce i dubbi, elimina le sciocchezze, fornisce suggerimenti. Ma quali sono le tecniche, le regole del gioco nei diversi ruoli? Un po’ di pazienza …
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