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Il metaprogramma Referente interno o esterno - La teoria

Dalla PNL: prosegue la descrizione dei metaprogrammi. Oggi parliamo di Referente interno o esterno.

Si tratta di un metaprogramma che ha un forte impatto sulla gestione del paziente, degli studenti, e persino dei figli, ma di questo parleremo in seguito. Oggi parliamo della definizione di questo metaprogramma, e ci divertiamo a mischiare un po’ le carte. Seguitemi!

Il metaprogramma referente interno o esterno esprime la modalità con cui si prendono decisioni: vale quello che penso io (interno) o mi serve il parere di qualcuno (esterno). Ovviamente ciascuno di noi ha diversi schemi mentali, e può usare sia il referente interno che esterno a seconda delle situazioni. Si può essere, ad esempio, referente interno sul lavoro ed esterno in famiglia.

Si può comprendere quale delle due opzioni è in azione in base ad alcuni comportamenti, o risposte a specifiche domande, o utilizzo di alcune espressioni. Mi spiego meglio.
  • Chi usa il referente esterno beve i complimenti, ne ha bisogno. Non è vanità: è semplicemente che il complimento gli indica se il mondo, o una specifica persona che in quel momento è il suo indice referenziale, approva la sua scelta o la sua azione.
  • Chi, invece, usa il referente interno può accettare o meno i complimenti, ma è il solo valutatore delle sue scelte e delle sue decisioni.
Come sai di aver fatto un buon lavoro?
  • Lo so, e basta (Referente interno)
  • Lo valuto in base alle conseguenze (Referente interno)
  • Se il capo approva, è OK (Referente esterno)
  • Vedo come reagiscono il capo, i colleghi, i miei subalterni (Referente esterno)
E ora giochiamo un po’.

La neurofisiologia ci dice che c’è un elemento determinante per valutare una buona scelta o una buona decisione: la scarica di dopamina che si produce nel nostro cervello.

Quindi, in pratica, chi usa il referente interno produce dopamina “in piena autonomia” mentre chi usa il referente esterno ha bisogno di una sorta di induzione esterna per scatenare la produzione di dopamina. E così il meccanismo, sia interno che esterno, si rinforza ad ogni occasione.
Autore: Carla Fiorentini 19 gennaio 2025
La comunicazione non verbale e paraverbale sono in diretto collegamento con il nostro inconscio. Così, conoscere almeno i primi rudimenti di comunicazione non verbale aiuta a conoscere meglio gli altri, interpretare il loro pensiero, comprendere i loro bisogni. Aggiungo, per chi ha già qualche conoscenza di programmazione neurolinguistica, che la postura, i movimenti, il tono di voce, contraddistinguono le tre tipologie: visivo, uditivo e cinestesico. Ciò che, invece, probabilmente tutti sappiamo, ma non ci soffermiamo mai a riflettere in merito, sono i collegamenti tra stato d’animo ed elementi di comunicazione non verbale, e come questi possano davvero aiutarci a vivere meglio. È importante ricordare che esiste un collegamento reciproco tra stato d’animo e non verbale . Mi spiego meglio. Qualunque sia la nostra postura abituale, quando siamo tristi o preoccupati la nostra prima, spesso inconscia, reazione è quella di abbassare le spalle, incassare la testa, abbassare i bordi delle labbra (una sorta di sorriso al contrario). Quando siamo allegri la nostra postura è esattamente l’opposto. E allora? Testa alta, sorriso stampato, spalle bene in fuori: credetemi, non risolve i problemi, ma cambia subito l’umore, e lo spirito con cui affrontare quello che non va. Analogamente: se siamo in uno stato d’animo d’ansia il respiro si fa più corto e affrettato, il tono di voce più acuto e le parole escono molto più in fretta. Uno sforzo volontario per respirare a pieni polmoni, modulare il tono di voce e parlare più lentamente … e l’ansia si attenua. Provare per credere!
Autore: Carla Fiorentini 13 gennaio 2025
A quasi tutti è capitato di dirlo o di sentirselo dire: facciamo qualche riflessione in merito.
Autore: Carla Fiorentini 29 dicembre 2024
Riflessioni e auguri per il nuovo anno
Autore: Carla Fiorentini 29 dicembre 2024
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Ho alcune tradizioni: ogni anno, all’arrivo del mio compleanno, mi metto a riflettere… e scrivo.
Autore: Carla Fiorentini 22 dicembre 2024
Anche quest’anno arriva il Natale, il primo senza Francesco, ma non è tempo di rimpianti o malinconie. È tempo di sogni e speranza, come deve essere il Natale.
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