Il metaprogramma procedure o opzioni - La teoria

Dalla PNL: prosegue la descrizione dei metaprogrammi. Procedure o opzioni. Novità o abitudine?

Il metaprogramma procedure o opzioni è uno di quelli che incide sulla compliance del paziente, come vedremo prossimamente. Oggi racconto cos’è questo particolare metaprogramma.

Ci sono persone che preferiscono seguire la via conosciuta. Ci sono situazioni in cui ci si affida volentieri all’abitudine.

Ci sono, invece, persone che desiderano avere un ventaglio di possibilità. Ci sono situazioni in cui si cerca la novità.

Avete mai notato, ad esempio, che in un viaggio organizzato, anche se è un viaggio avventuroso o in luoghi esotici, molti tendono a sedersi sempre nello stesso posto in pullman? È la scelta procedure, una scelta spesso rassicurante. Anche fare sempre lo stesso percorso al supermercato, anche se la lista della spesa consentirebbe di saltare metà delle corsie, è lo stesso meccanismo.

Chi invece è portato per le opzioni sperimenta, cambia sempre qualcosa, cerca sempre un pizzico di novità.

Il metaprogramma procedure o opzioni è uno di quelli che vengono definiti “fattori di motivazione: quei meccanismi che determinano cosa ci spinge all’azione.

La scelta verso le procedure è rassicurante: chi tende a questo aspetto del metaprogramma viene motivato da un lavoro ripetitivo, di cui conosce bene i passaggi, le regole, desidera sapere con una certa precisione cosa deve fare, e come, e cosa viene dopo.

La scelta verso le opzioni è invece più creativa: chi tende a questo aspetto del metaprogramma desidera inventare o cambiare qualcosa e si annoia facilmente.

Come ho dichiarato vedremo in altri post come questo incide sulla gestione del paziente, del cliente o dello studente.

Ora vorrei porre l’accento che non c’è una scelta giusta o una sbagliata: il meglio si ottiene con la flessibilità.

Ad esempio in termini di gestione del tempo la scelta verso le opzioni può essere molto dispersiva, mentre le procedure permettono di sapere a priori quanto tempo è necessario per una specifica attività.

Analogamente in termini di miglioramento continuo la scelta verso le procedure può essere estremamente limitante, mentre le opzioni permettono di ottimizzare le attività giorno per giorno.

E il seguito … alla prossima puntata.
Autore: Carla Fiorentini 21 dicembre 2025
Il Natale è un invito
Autore: Carla Fiorentini 21 dicembre 2025
Trova un’altra sedia e allunga il tavolo
Autore: Carla Fiorentini 14 dicembre 2025
Durante questo 2025 mi sono chiesta più volte se avevo sbagliato qualcosa nell’interpretare l’I Ching per l’anno. Poi mi sono chiesta se c’era qualcosa che non avevo capito.
Autore: Carla Fiorentini 7 dicembre 2025
La comunicazione è cambiata, tanto, negli anni…
Autore: Carla Fiorentini 30 novembre 2025
La programmazione neurolinguistica identifica 4 posizioni percettive: parliamo della seconda
30 novembre 2025
Sanità che cambia
Autore: Carla Fiorentini 29 novembre 2025
La diagnosi di una malattia grave dà inizio ad un vero viaggio dell’eroe.
Autore: Carla Fiorentini 23 novembre 2025
La definizione di “ relazione di aiuto ” nasce nel 1951 quando Carl Rogers nel 1951 specificò che si tratta di " una relazione in cui almeno uno dei due protagonisti ha lo scopo di promuovere nell'altro la crescita, lo sviluppo, la maturità ed il raggiungimento di un modo di agire più adeguato e integrato ”. Carl Rogers è il fondatore del counseling . C’è spesso confusione tra relazione educativa e relazione di aiuto ma la confusione, a mio avviso, nasce in buona parte dal fatto che chi molto di quanto è stato scritto per argomentare le due tipologie di relazione nasce in ambito universitario e didattico, interessandosi più degli aspetti istituzionali che del lato pratico. Certamente chi educa aiuta, e chi aiuta educa , ma se ci riferiamo ad un contesto ben preciso, come quello dell’attività professionale quotidiana di un farmacista, ci sono alcune differenze molto specifiche. Ma in sostanza, serve davvero al farmacista conoscere le differenze? Il farmacista, in termini di comunicazione, svolge diversi ruoli e necessita di estrema flessibilità per passare da un ruolo all’altro o, meglio, per mettere in campo ogni volta le specifiche competenze che sono più utili. Per far meglio il proprio lavoro, o per affaticarsi meno nel farlo, è dunque utile conoscere e familiarizzare con i concetti basilari e le tecniche proprie di uno o dell’altro ruolo. Mi spiego meglio. Il farmacista vende . Non salute, ma prodotti. Le tecniche di vendita gli servono dunque per vendere meglio e anche per acquistare meglio, o saper controbattere ai venditori che incontra. Il farmacista consiglia . Il farmacista supporta il paziente e il medico per ottenere la massima adesione alle terapie. Il farmacista ha un importante ruolo sociale per migliorare salute e qualità di vita della popolazione. Le cose si complicano. Le tecniche di vendita non servono più, e in realtà non servono nemmeno quando il farmacista vuole passare dal puro atto di vendita alla più redditizia fidelizzazione del cliente. Ipotizziamo tre diverse situazioni, molto comuni nell’attività quotidiana. Il cliente presenta una prescrizione medica un po’ complessa e chiede aiuto per meglio comprendere e ricordare la posologia e la durata della terapia. In questo caso è ottimale far ricorso a tecniche di coaching , strumenti finalizzati al raggiungimento di uno specifico obiettivo. Il cliente ha un problema, non sa che fare, vuole suggerimenti e consigli, non sa neanche se andare dal medico o no. È preoccupato, ma confuso. È la classica situazione della relazione di aiuto. Il cliente ha un problema di salute. È sotto controllo medico, ma ha letto su qualche sito un po’ di tutto, sa che deve modificare il suo stile di vita o la sua alimentazione. Qui il farmacista passa al ruolo di educatore sanitario : chiarisce i dubbi, elimina le sciocchezze, fornisce suggerimenti. Ma quali sono le tecniche, le regole del gioco nei diversi ruoli? Un po’ di pazienza …
Autore: Carla Fiorentini 23 novembre 2025
Harry vince la battaglia finale, ma ha vinto molto prima
Autore: Carla Fiorentini 16 novembre 2025
Che succede 10 anni dopo la diagnosi?
Show More