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Il metaprogramma Procedure o opzioni nella relazione con lo studente

Proseguiamo nell’analisi dei metaprogrammi, un concetto di PNL.

In un post precedente, nella sezione Teoria, Il metaprogramma procedure o opzioni, abbiamo visto cos’è questo particolare metaprogramma. Ora, come già fatto per il metaprogramma verso e via da nel post Il metaprogramma verso e via da nella relazione con lo studente andiamo a vedere come utilizzarlo per una migliore gestione in ambito scolastico.
  • Ci sono persone che, anche per il percorso casa – ufficio utilizzano sempre la stessa strada. Se ci sono lavori in corso accettano di rimanere in coda, e le la strada viene chiusa arrivano in ufficio stressati per giorni e giorni, finché il nuovo percorso non è diventato automatico.
  • Ci sono persone che, anche per un semaforo rosso, cambiano strada cercando di accelerare il percorso, anche a rischio di ritrovarsi prima o poi completamente persi.
Questo esempio, banale, rappresenta il meta programma Procedure o Opzioni.

Chi usa il meta programma procedure segue il sentiero già tracciato e sperimentato, e ogni volta che è costretto dagli eventi a fare qualcosa di nuovo subisce uno stato d’ansia.
Chi usa il meta programma opzioni è un innovatore, e se deve far qualcosa di già fatto viene preso dalla noia.
  • Lo studente procedure sarà ben felice che le lezioni seguano un ritmo regolare: il lunedì si spiega, il mercoledì si interroga, e sarà ben felice di fare ripetutamente esercizi molto simili tra loro fino a quando non li esegue alla perfezione.
  • Lo studente amante delle opzioni, nella stessa situazione, vi chiede un po’ di fantasia ad ogni piè sospinto e, se non deve fare esercizi in maniera ripetitiva, è molto probabile che trovi il modo di copiarli da un compagno.
Lo studente procedure ama avere una routine, trova rassicurante una sequenza di azioni sempre uguale, codificata. Viceversa lo studente opzioni si annoia ogni volta che si trova davanti a qualcosa di ripetitivo.

È probabile che il metaprogramma influisca anche sul metodo di studio: lo studente procedure tende a perfezionare l’apprendimento di qualcosa di già noto, mentre lo studente opzioni acquisisce i concetti principali, poi ha bisogno di qualcosa di diverso per stuzzicare il suo bisogno di novità.
I veri problemi possono sorgere se l’insegnate non sa essere flessibile e segue rigorosamente il suo metaprogramma principale, procedure o opzioni, rischiando di abbandonare parte della classe.
Come comprendere se uno studente è orientato verso lo schema procedure o verso quello opzioni? Ascoltandolo! Ma ve lo racconterò poi. Mica posso dirvi tutto subito!

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La comunicazione non verbale e paraverbale sono in diretto collegamento con il nostro inconscio. Così, conoscere almeno i primi rudimenti di comunicazione non verbale aiuta a conoscere meglio gli altri, interpretare il loro pensiero, comprendere i loro bisogni. Aggiungo, per chi ha già qualche conoscenza di programmazione neurolinguistica, che la postura, i movimenti, il tono di voce, contraddistinguono le tre tipologie: visivo, uditivo e cinestesico. Ciò che, invece, probabilmente tutti sappiamo, ma non ci soffermiamo mai a riflettere in merito, sono i collegamenti tra stato d’animo ed elementi di comunicazione non verbale, e come questi possano davvero aiutarci a vivere meglio. È importante ricordare che esiste un collegamento reciproco tra stato d’animo e non verbale . Mi spiego meglio. Qualunque sia la nostra postura abituale, quando siamo tristi o preoccupati la nostra prima, spesso inconscia, reazione è quella di abbassare le spalle, incassare la testa, abbassare i bordi delle labbra (una sorta di sorriso al contrario). Quando siamo allegri la nostra postura è esattamente l’opposto. E allora? Testa alta, sorriso stampato, spalle bene in fuori: credetemi, non risolve i problemi, ma cambia subito l’umore, e lo spirito con cui affrontare quello che non va. Analogamente: se siamo in uno stato d’animo d’ansia il respiro si fa più corto e affrettato, il tono di voce più acuto e le parole escono molto più in fretta. Uno sforzo volontario per respirare a pieni polmoni, modulare il tono di voce e parlare più lentamente … e l’ansia si attenua. Provare per credere!
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