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Il metaprogramma Attività – Persone – Informazioni – Cose - La teoria

Ed ecco un altro metaprogramma e questa volta, stranamente, abbiamo una scelta multipla.

Il metaprogramma attività, cose, persone, informazioni è definito Metaprogramma per determinare l’interesse primario. Qualche anno fa i metaprogrammi era conosciuti ed esplorati, ma risultavano più un elenco per classificare le persone che un vero e proprio strumento per lavorare su noi stessi o gestire gli altri, oltre che comprenderli. In quel tempo, che sembra lontanissimo, ma risale a meno di 10 anni fa, il metaprogramma attività, cose, persone, informazioni veniva considerato un filtro secondario per l’elaborazione della mappa del mondo.

La differenza tra le due definizioni non è abissale, e forse neanche sostanziale, ma interessante.
In entrambe i casi facciamo riferimento ad uno strumento che ci permette di capire e vivere nel mondo circostante, ma questo è l’obiettivo di tutta la PNL (e non solo della PNL). 
Se, però, definiamo attività, persone, informazioni e cose “un filtro” significa che lo poniamo tra il mondo esterno, che non ci è dato di conoscere, e la mappa del mondo, diventa una modalità di lettura. Considerandolo, invece, metaprogramma di interesse primario lo collochiamo a pieno titolo dentro la nostra mappa del mondo come uno strumento di interpretazione e gestione del mondo stesso. Sono differenze sottili, forse più utili ai cultori, ma comunque differenze.

Di cosa stiamo parlando, esattamente?

Attività – Persone – Informazioni – Cose sono modalità diverse di attenzione e ciascuno di noi, in una data situazione, pone il suo interesse primario su uno dei quattro elementi. Ovviamente niente vieta che in situazioni diverse cambi il centro di interesse, o che si abbia capacità di attenzione multipla.
Esaminiamolo uno per uno

Attività
Chi ha Attività come interesse primario ha un costante bisogno di fare, e raccontare sempre le cose che sta facendo o ha fatto o che farà. La vita di queste persone è piena di azioni: lavoro, sport, hobby. Qualunque cosa pur di fare. Il loro linguaggio è costellato di verbi indicanti azioni. Chi sente l’interesse per Attività come prevalente è decisamente inadatto alla vita contemplativa, ma soprattutto soffre i periodi di inattività e non sopporta le attese.

Persone
Chi ha Persone come interesse primario sarà sempre circondato da altra gente, le relazioni interpersonali hanno un ruolo dominante e imprescindibile, tanto che ricorderà benissimo i nomi delle persone che incontra.
Facendo degli altri il punto di riferimento, costoro riescono solitamente a capirne il carattere e le qualità. Chi sente l’interesse per Persone come prevalente fatica a stare solo, e ha bisogno di un lavoro che gli permetta di stare in mezzo alla gente. È intuitivo: chi usa questo filtro verrà facilmente anche dal medico in compagnia di un’amica!
Il linguaggio rispecchia le caratteristiche indicate: ci saranno numerosi riferimenti a terze persone, spesso citate per nome, e segnalazioni relative a persone incontrate più che ad ogni altro elemento.

Informazioni
Chi ha Informazioni come interesse primario tende a dare moltissime spiegazioni (anche non richieste o non necessarie): il suo fine è quello di fornire una concatenazione logica di informazioni e di eventi. Questo tipo di persone usa spesso la categoria logica di causa-effetto ed il suo linguaggio sarà ricco di congiunzione e avverbi che colleghino e rendano coerente un disegno logico inteso a svelare quello che c’è dietro. Però il linguaggio sarà spesso di tipo astratto, privilegiando appunto la logica, le connessioni e gli eventi piuttosto che le persone o le azioni
Chi sente l’interesse per Informazioni come prevalente ha bisogno di “capire” e di trovare una logica ed una coerenza a tutto, altrimenti si sente insicura e a disagio.

Cose
Chi ha Cose come interesse primario ha la vita, e la conversazione, costellata di oggetti.
Ricorderà perfettamente, nei minimi particolari, gli oggetti che ha visto in un negozio, ma non la commessa. Le cose sono il suo riferimento, le caratteristiche tecniche degli oggetti la sua passione. Però se la conversazione verte su temi personali sarà a disagio, e se ciò che deve fare richiede elementi astratti sarà a disagio e tende ad estraniarsi.

A cosa serve, in pratica, conoscere questo metaprogramma?
Dalla descrizione avrete osservato che aiuta, ad esempio, nella scelta del lavoro, e magari può essere utile anche per stabilire quale regalo di Natale o di compleanno, o quale tipo di vacanza, può essere più gradito.

E poi aiuta anche nello studio e per aumentare la compliance, ma di questo parleremo poi.
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La comunicazione non verbale e paraverbale sono in diretto collegamento con il nostro inconscio. Così, conoscere almeno i primi rudimenti di comunicazione non verbale aiuta a conoscere meglio gli altri, interpretare il loro pensiero, comprendere i loro bisogni. Aggiungo, per chi ha già qualche conoscenza di programmazione neurolinguistica, che la postura, i movimenti, il tono di voce, contraddistinguono le tre tipologie: visivo, uditivo e cinestesico. Ciò che, invece, probabilmente tutti sappiamo, ma non ci soffermiamo mai a riflettere in merito, sono i collegamenti tra stato d’animo ed elementi di comunicazione non verbale, e come questi possano davvero aiutarci a vivere meglio. È importante ricordare che esiste un collegamento reciproco tra stato d’animo e non verbale . Mi spiego meglio. Qualunque sia la nostra postura abituale, quando siamo tristi o preoccupati la nostra prima, spesso inconscia, reazione è quella di abbassare le spalle, incassare la testa, abbassare i bordi delle labbra (una sorta di sorriso al contrario). Quando siamo allegri la nostra postura è esattamente l’opposto. E allora? Testa alta, sorriso stampato, spalle bene in fuori: credetemi, non risolve i problemi, ma cambia subito l’umore, e lo spirito con cui affrontare quello che non va. Analogamente: se siamo in uno stato d’animo d’ansia il respiro si fa più corto e affrettato, il tono di voce più acuto e le parole escono molto più in fretta. Uno sforzo volontario per respirare a pieni polmoni, modulare il tono di voce e parlare più lentamente … e l’ansia si attenua. Provare per credere!
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