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I nemici della comunicazione: la rabbia

La rabbia: un nemico della comunicazione davvero potente

La Rabbia pone davanti agli occhi un filtro rosso, collegabile agli istinti primordiali.
Tutto ciò che sentiamo è filtrato da una negatività di aggressione, e rispondiamo con parole in libertà, anch’esse aggressive. 

Il canale di comunicazione è aperto, ma assolutamente distruttivo.

Rabbia e Paura vengono in genere riconosciute, almeno quando sono allo stato puro, sia da noi stessi che da chi ci sta vicino. Spesso se ne fraintende l’origine, o ciò che le ha scatenate, ma sappiamo cosa sono e quali sono le conseguenze.

La rabbia è un sentimento fortemente reattivo, ma sempre distruttivo.

Quanto può incidere la rabbia nell'ambito della salute?
A mio avviso moltissimo.

Il paziente può avere motivi di rabbia profondi o superficiali, verso il mondo e il destino o verso il medico stesso, o persino verso chiunque cerchi di aiutare.

  • La rabbia superficiale può essere scatenata ad esempio da un’attesa ritenuta troppo lunga.
  • La rabbia profonda potrebbe essere originata dalla malattia stessa, o da una terapia ritenuta inefficace, o da una lunga serie di consulti medici senza risultati.
  • La rabbia nei confronti della malattia potrebbe avere anche risvolti positivi, se medico e paziente riescono a collaborare efficacemente trasformandola in una reattività costruttiva, da contrapporre all’abbandono passivo ad un destino avverso, ma questa trasformazione richiede un notevole impegno da entrambe le parti.
  • La rabbia del paziente nei confronti del medico è pericolosa: genera sfiducia, mancanza di compliance e spesso porta poi alle cause legali. Fortunatamente è anche la più semplice da evitare, applicando le tecniche di comunicazione del fare pulizia, ascolto attivo, ricalco e guida.

Esiste una rabbia dei giovani, parzialmente fisiologica, che si esprime al massimo in ambiente scolastico. Esiste la rabbia legata alla frustrazione, alla paura, alla sensazione di impotenza.

Gestire la propria rabbia è fondamentale per la salute, ma il farmacista è spesso obbligato anche a gestire la rabbia altrui, nell'ambito della relazione di aiuto o per semplici motivi occasionali.

Ed è allora importante conoscere le tecniche di comunicazione, in particolare ricalco e guida, per comprendere, accogliere, senza però farsi coinvolgere
Autore: Carla Fiorentini 19 gennaio 2025
La comunicazione non verbale e paraverbale sono in diretto collegamento con il nostro inconscio. Così, conoscere almeno i primi rudimenti di comunicazione non verbale aiuta a conoscere meglio gli altri, interpretare il loro pensiero, comprendere i loro bisogni. Aggiungo, per chi ha già qualche conoscenza di programmazione neurolinguistica, che la postura, i movimenti, il tono di voce, contraddistinguono le tre tipologie: visivo, uditivo e cinestesico. Ciò che, invece, probabilmente tutti sappiamo, ma non ci soffermiamo mai a riflettere in merito, sono i collegamenti tra stato d’animo ed elementi di comunicazione non verbale, e come questi possano davvero aiutarci a vivere meglio. È importante ricordare che esiste un collegamento reciproco tra stato d’animo e non verbale . Mi spiego meglio. Qualunque sia la nostra postura abituale, quando siamo tristi o preoccupati la nostra prima, spesso inconscia, reazione è quella di abbassare le spalle, incassare la testa, abbassare i bordi delle labbra (una sorta di sorriso al contrario). Quando siamo allegri la nostra postura è esattamente l’opposto. E allora? Testa alta, sorriso stampato, spalle bene in fuori: credetemi, non risolve i problemi, ma cambia subito l’umore, e lo spirito con cui affrontare quello che non va. Analogamente: se siamo in uno stato d’animo d’ansia il respiro si fa più corto e affrettato, il tono di voce più acuto e le parole escono molto più in fretta. Uno sforzo volontario per respirare a pieni polmoni, modulare il tono di voce e parlare più lentamente … e l’ansia si attenua. Provare per credere!
Autore: Carla Fiorentini 13 gennaio 2025
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