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Hai un desiderio?

Sfatiamo alcuni luoghi comuni del mondo degli affari

Quando si parla di business si dà importanza particolare ad alcuni elementi, e ogni scuola o teoria afferma che uno degli elementi sia il più importante.

Così le domande principali sono

  • Hai un obiettivo?
  • Hai una strategia?
  • Hai un piano?

Sono sicuramente tutti fattori fondamentali per il successo negli affari.

A questi si aggiungono l’elenco delle competenze, delle soft skills, dei talenti…


Insomma, se guardiamo a tutto diventa quasi inevitabile pensare che, soprattutto, per avere successo… ci vuole c**o!

Perché se un pensa di avere tutti, ma proprio tutti, i requisiti e gli strumenti è quasi arrivato all’età della pensione. Se, invece, è consapevole che su qualcosa non è proprio al massimo, diventa insicuro, incerto, rischia di procrastinare.


Vorrei però porre l’accento su una domanda che, secondo me, può risolvere tanti dubbi:

  • hai un desiderio?

Un desiderio vero, di quelli per cui sei disposto a impegnarti, a metterti in gioco, qualcosa che suscita passione.


Un desiderio non è un obiettivo, ma smuove e guida gli obiettivi.

Se il desiderio è potente gli obiettivi saranno allineati alla soddisfazione, e quindi equilibrati con il benessere, l’obiettivo esprimerà in termini concreti qualcosa che migliora la qualità di vita e non solo gli aspetti, ad esempio, economici.

Il desiderio attiva verso il traguardo, facilitando il raggiungimento.

E se il desiderio è profondo e potente anche l’impegno per definire obiettivi, strategia, per fare un piano, diventa molto meno faticoso!

Autore: Carla Fiorentini 19 gennaio 2025
La comunicazione non verbale e paraverbale sono in diretto collegamento con il nostro inconscio. Così, conoscere almeno i primi rudimenti di comunicazione non verbale aiuta a conoscere meglio gli altri, interpretare il loro pensiero, comprendere i loro bisogni. Aggiungo, per chi ha già qualche conoscenza di programmazione neurolinguistica, che la postura, i movimenti, il tono di voce, contraddistinguono le tre tipologie: visivo, uditivo e cinestesico. Ciò che, invece, probabilmente tutti sappiamo, ma non ci soffermiamo mai a riflettere in merito, sono i collegamenti tra stato d’animo ed elementi di comunicazione non verbale, e come questi possano davvero aiutarci a vivere meglio. È importante ricordare che esiste un collegamento reciproco tra stato d’animo e non verbale . Mi spiego meglio. Qualunque sia la nostra postura abituale, quando siamo tristi o preoccupati la nostra prima, spesso inconscia, reazione è quella di abbassare le spalle, incassare la testa, abbassare i bordi delle labbra (una sorta di sorriso al contrario). Quando siamo allegri la nostra postura è esattamente l’opposto. E allora? Testa alta, sorriso stampato, spalle bene in fuori: credetemi, non risolve i problemi, ma cambia subito l’umore, e lo spirito con cui affrontare quello che non va. Analogamente: se siamo in uno stato d’animo d’ansia il respiro si fa più corto e affrettato, il tono di voce più acuto e le parole escono molto più in fretta. Uno sforzo volontario per respirare a pieni polmoni, modulare il tono di voce e parlare più lentamente … e l’ansia si attenua. Provare per credere!
Autore: Carla Fiorentini 13 gennaio 2025
A quasi tutti è capitato di dirlo o di sentirselo dire: facciamo qualche riflessione in merito.
Autore: Carla Fiorentini 29 dicembre 2024
Riflessioni e auguri per il nuovo anno
Autore: Carla Fiorentini 29 dicembre 2024
Pronti per il nuovo anno?
Autore: Carla Fiorentini 22 dicembre 2024
Nella vita capita che ci siano giorni di Natale strani…
Autore: Carla Fiorentini 22 dicembre 2024
Ho alcune tradizioni: ogni anno, all’arrivo del mio compleanno, mi metto a riflettere… e scrivo.
Autore: Carla Fiorentini 22 dicembre 2024
Anche quest’anno arriva il Natale, il primo senza Francesco, ma non è tempo di rimpianti o malinconie. È tempo di sogni e speranza, come deve essere il Natale.
Autore: Carla Fiorentini 2 novembre 2024
Non è facile, ma si impara a vivere nell’incertezza.
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