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Gestire se stessi

Crisi, stress, problemi ... Ne sei sopraffatto o sai gestire te stesso? 

Tra tutti gli argomenti di management, tra tutte le cose che si possono imparare sulla gestione, la più complessa è sicuramente la gestione di se stessi.

La "capacità di gestire se stessi" è un'importante caratteristica del saper essere, forse la più importante, e la più difficile da imparare.

Dentro c’è tutto: come affrontiamo gli avvenimenti, i problemi, le relazioni, la resilienza e l’empatia. Ma c’è anche altro, come la voglia di conoscere se stessi, quindi tanta consapevolezza, e la capacità di scegliere e gestire i cambiamenti, seguire il flusso della vita.

Ci sono tanti modi per imparare a gestire se stessi (e tanti modi per insegnalo).

Io parto dai comportamenti per diversi motivi

  • Esaminare un comportamento permette di non giudicare, e di non sentirsi giudicati
  • Cambiare un comportamento è abbastanza semplice, molto più semplice che dover mettere in discussione valori o identità
  • Scoprire di avere un comportamento che mi danneggia, o è inadeguato al risultato che voglio ottenere, permette di iniziare subito a migliorare.

Vediamo quindi quali comportamenti corrispondo alla capacità di gestire se stessi.

  1. Chiedo aiuto e supporto quando è necessario
  2. Riesco a dire di NO con serenità
  3. Anche se mi sento offeso, so evitare reazioni scomposte
  4. Quando sono stanco mi prendo una pausa
  5. Quando sono sotto stress so cosa fare
  6. Mi prendo i giusti giorni di vacanza
  7. NON scarico sugli altri il mio malumore
  8. Sono soddisfatto del mio equilibrio tra lavoro e vita privata
  9. Ho hobby e interessi al di fuori del lavoro e li coltivo
  10. Riconosco quando sono stress
  11. Ho sogni e ideali da realizzare
  12. Non ho rancori
  13. Non ho rimpianti
  14. So chiedere scusa quando mi accorgo che gli altri si sentono offesi
  15. Mi diverto nel lavoro che faccio
  16. Mi prendo spazi per riflettere
  17. So gestire le discussioni senza offendere
  18. Non fuggo davanti ad una possibile discussione
  19. Riesco a non essere schiavo del mio umore e dei miei stati d'animo
  20. So ritagliarmi spazi per me

Comincia da qui, se vuoi.

Autore: Carla Fiorentini 27 gennaio 2025
Se due individui sono sempre d'accordo su tutto, vi posso assicurare che uno dei due pensa per entrambi. - Sigmund Freud.
Autore: Carla Fiorentini 19 gennaio 2025
La comunicazione non verbale e paraverbale sono in diretto collegamento con il nostro inconscio. Così, conoscere almeno i primi rudimenti di comunicazione non verbale aiuta a conoscere meglio gli altri, interpretare il loro pensiero, comprendere i loro bisogni. Aggiungo, per chi ha già qualche conoscenza di programmazione neurolinguistica, che la postura, i movimenti, il tono di voce, contraddistinguono le tre tipologie: visivo, uditivo e cinestesico. Ciò che, invece, probabilmente tutti sappiamo, ma non ci soffermiamo mai a riflettere in merito, sono i collegamenti tra stato d’animo ed elementi di comunicazione non verbale, e come questi possano davvero aiutarci a vivere meglio. È importante ricordare che esiste un collegamento reciproco tra stato d’animo e non verbale . Mi spiego meglio. Qualunque sia la nostra postura abituale, quando siamo tristi o preoccupati la nostra prima, spesso inconscia, reazione è quella di abbassare le spalle, incassare la testa, abbassare i bordi delle labbra (una sorta di sorriso al contrario). Quando siamo allegri la nostra postura è esattamente l’opposto. E allora? Testa alta, sorriso stampato, spalle bene in fuori: credetemi, non risolve i problemi, ma cambia subito l’umore, e lo spirito con cui affrontare quello che non va. Analogamente: se siamo in uno stato d’animo d’ansia il respiro si fa più corto e affrettato, il tono di voce più acuto e le parole escono molto più in fretta. Uno sforzo volontario per respirare a pieni polmoni, modulare il tono di voce e parlare più lentamente … e l’ansia si attenua. Provare per credere!
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