Felice 2015!
I miei auguri per l'anno nuovo

Auguro di saper sorridere, apprezzando le infinite piccole cose felici che ogni giorno ci circondano.
Auguro di saper ridere, trovando motivi di gioia e risorse di autoironia
Auguro di lasciar andare i ricordi tristi e abbracciare i ricordi felici: abbiamo entrambe, e sta a noi stabilire il peso che vogliamo abbiano nella nostra vita
Auguro di saper ascoltare. Ascoltare il mondo, ascoltare noi stessi e ascoltare gli altri.
Auguro di saper essere generosi e altruisti. Non per sacrificio, piaggeria o senso del dovere, ma per comprendere e godere appieno della bellezza del donare e della gioia del perdono.
Auguro di non fare mai confronti con gli altri: ciascuno ha dolori che non conoscete o risorse che non immaginate.
Auguro di migliorare se stessi ogni giorno
Vi auguro di percorrere la vostra strada nella vita. È una strada unica, solo vostra, talvolta impervia, talvolta scorrevole. Voi non sapete perché è così, ma la vita lo sa. Comprende gioia, sofferenze, lezioni da apprendere e talvolta insegnamenti da trasmettere. Accogliete la vostra strada e siatene partecipi: forse non vi porterà dove, oggi, volete andare, ma vi condurrà dove dovrete essere. Approfittate del percorso per accumulare consapevolezza, non benefit, e distribuite costantemente gioia.
Infine vi auguro di essere costantemente partecipi della vostra vita perché nessun augurio, neanche il più magico e potente, può alcunché senza la nostra volontaria partecipazione a realizzare quell’augurio o quel desiderio.

La definizione di “ relazione di aiuto ” nasce nel 1951 quando Carl Rogers nel 1951 specificò che si tratta di " una relazione in cui almeno uno dei due protagonisti ha lo scopo di promuovere nell'altro la crescita, lo sviluppo, la maturità ed il raggiungimento di un modo di agire più adeguato e integrato ”. Carl Rogers è il fondatore del counseling . C’è spesso confusione tra relazione educativa e relazione di aiuto ma la confusione, a mio avviso, nasce in buona parte dal fatto che chi molto di quanto è stato scritto per argomentare le due tipologie di relazione nasce in ambito universitario e didattico, interessandosi più degli aspetti istituzionali che del lato pratico. Certamente chi educa aiuta, e chi aiuta educa , ma se ci riferiamo ad un contesto ben preciso, come quello dell’attività professionale quotidiana di un farmacista, ci sono alcune differenze molto specifiche. Ma in sostanza, serve davvero al farmacista conoscere le differenze? Il farmacista, in termini di comunicazione, svolge diversi ruoli e necessita di estrema flessibilità per passare da un ruolo all’altro o, meglio, per mettere in campo ogni volta le specifiche competenze che sono più utili. Per far meglio il proprio lavoro, o per affaticarsi meno nel farlo, è dunque utile conoscere e familiarizzare con i concetti basilari e le tecniche proprie di uno o dell’altro ruolo. Mi spiego meglio. Il farmacista vende . Non salute, ma prodotti. Le tecniche di vendita gli servono dunque per vendere meglio e anche per acquistare meglio, o saper controbattere ai venditori che incontra. Il farmacista consiglia . Il farmacista supporta il paziente e il medico per ottenere la massima adesione alle terapie. Il farmacista ha un importante ruolo sociale per migliorare salute e qualità di vita della popolazione. Le cose si complicano. Le tecniche di vendita non servono più, e in realtà non servono nemmeno quando il farmacista vuole passare dal puro atto di vendita alla più redditizia fidelizzazione del cliente. Ipotizziamo tre diverse situazioni, molto comuni nell’attività quotidiana. Il cliente presenta una prescrizione medica un po’ complessa e chiede aiuto per meglio comprendere e ricordare la posologia e la durata della terapia. In questo caso è ottimale far ricorso a tecniche di coaching , strumenti finalizzati al raggiungimento di uno specifico obiettivo. Il cliente ha un problema, non sa che fare, vuole suggerimenti e consigli, non sa neanche se andare dal medico o no. È preoccupato, ma confuso. È la classica situazione della relazione di aiuto. Il cliente ha un problema di salute. È sotto controllo medico, ma ha letto su qualche sito un po’ di tutto, sa che deve modificare il suo stile di vita o la sua alimentazione. Qui il farmacista passa al ruolo di educatore sanitario : chiarisce i dubbi, elimina le sciocchezze, fornisce suggerimenti. Ma quali sono le tecniche, le regole del gioco nei diversi ruoli? Un po’ di pazienza …







