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Che rapporto c’è tra benessere interiore e benessere fisico?

Spessissimo attribuiamo allo stress almeno una parte delle nostre malattie. Quanto c’è di reale?

Questo non è un argomento di cui parlo volentieri. Prima di tutto la mia laurea in Chimica e tecnologie farmaceutiche mi impone un certo rispetto verso la salute, le medicine, i tecnici della salute. Poi le convinzioni, o i modelli mentali, in ambito salute sono quanto c’è di più condizionante in assoluto, quindi per favore prendete con le pinze tutte le affermazioni e le riflessioni.
La prima cosa, importante, da dire, è che lo stress di per sé non fa male. Recenti studi hanno dimostrato che non è lo stress in assoluto a provocare malattie, e nemmeno ad indurre morti precoci per problematiche cardiovascolari. 
Ciò che facilita la malattia è la paura dello stress, la convinzione che lo stress sia dannoso, e l’incapacità a gestire lo stress.
Poi bisogna ricordare che sono state dimostrate sia malattie psicosomatiche, quindi generate da problemi psicologici che si riflettono sul fisico, sia malattie somato-psichiche, cioè malattie che causano problemi psicologici.
  • Le correlazioni tra mente e corpo ci sono, questo è indubbio.
A molti capita di ammalarsi appena va in ferie: il sapere di essere in vacanza scatena qualche problema latente che fino a quel momento non ci si poteva permettere di avere. Altrettanto frequenti sono i malesseri “da rifiuto”, come il mal di stomaco prima di una riunione importante.
L’aspetto però più interessante, e più controverso, è la correlazione tra specifiche difficoltà psicologiche e patologie di specifici organi, come i problemi a bronchi e polmoni e la paura, le cisti e le sofferenze non elaborate, …
Io ho riflettuto sulla mie malattie, e le ho trovate spesso correlate a precise difficoltà psicologiche nel corso della mia vita. Ma ciò non vuol dire che sia “vero”, che valga per tutti.
L’unica affermazione che mi sento di fare è quindi che ciascuno di noi è un sistema, e fa parte di un più ampio e complesso sistema. È quindi abbastanza ovvio ipotizzare che esista una stretta correlazione tra mente e corpo, benessere fisico e psicologico. Personalmente non ho quindi preferenze per la medicina occidentale o per le medicine alternative: credo nella medicina sistemica, che facendo collaborare individuo, medico e medicinali, cura mente e corpo come un unico sistema.
E credo che ciascuno di noi possa, e debba, partecipare al proprio benessere attraverso la consapevolezza di sé.

Autore: Carla Fiorentini 2 novembre 2024
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Autore: Carla Fiorentini 15 settembre 2024
Ero in farmacia, in attesa. Un’attesa piuttosto lunga visto che si trattava di una farmacia che fa il servizio di prenotazione degli esami e delle visite. Mi annoiavo ed ho cominciato a guardarmi attorno e, confesso, ad ascoltare le chiacchiere degli altri utenti in attesa. Mi ha fatto piacere incontrarti, ma perché vieni in questa farmacia? Non c’è la farmacia XXX più vicino a casa tua ? Sì, la farmacia XXX è decisamente più vicina, ma qui sorridono. Lì sono sempre scorbutici e a volte rispondono anche scocciati se chiedi informazioni. Forse è perché … Ecco. Smetto di ascoltare, e non saprò mai il presunto motivo per cui, nell’altra farmacia, sono scorbutici. Il dialogo è stato illuminante soprattutto per chi, come me, si occupa di comunicazione e management. Mi occupo, e preoccupo, di insegnare tecniche, di cercare le parole giuste, di spiegare modalità di comunicazione, di identificare esempi e suggerimenti, di incrementare hard skills e soft skills, ma ci si dimentica dell’essenziale: il sorriso . Entrare in farmacia, per qualunque motivo, e trovare il farmacista che sorride è un validissimo motivo per scegliere una farmacia invece di un’altra, magari più comoda. Però, attenzione, deve trattarsi di un sorriso vero. Esiste una netta differenza tra un vero sorriso e uno falso, voluto, determinato da movimenti volontari dei muscoli facciali. La differenza è dimostrabile tecnicamente, e per moltissime persone è percepibile a livello inconscio. Il farmacista che sorride non fa una smorfia movimentando le labbra all’insù: sorride veramente. Eppure anche il farmacista può avere problemi personali, attraversare un periodo nero, essere triste o preoccupato. Ciò che spesso dimentichiamo è che siamo noi ad avere uno specifico stato d’animo, e invece spesso ci comportiamo come se fosse lo stato d’animo, soprattutto se negativo, ad avere il pieno possesso di noi. È assolutamente possibile accantonare uno stato di infelicità per un certo periodo, dando spazio a veri sorrisi. Come? Qui le tecniche, gli esercizi e le riflessioni contenuti anche in questo sito, possono essere di aiuto: pensieri felici, meditazione, comunicazione, possono fare la differenza, quando è necessario. Ma il primo passo è personale: bisogna volerlo. Per quanto storte vadano le cose, ogni tanto si può dare una vacanza al dolore, dedicarsi agli altri, anche fornendo sorridendo la medicina prescritta o il consiglio richiesto.
Autore: Carla Fiorentini 15 settembre 2024
Da molti anni il mondo delle aziende utilizza quello che viene definito management by objective : gestione per obiettivi . Si tratta di definire uno o più obiettivi e perseguirli per un certo periodo di tempo. La scuola si è poi adeguata, anche se non sempre parla di obiettivi o di piani strategici, ma si affida ad una serie di sigle e burocrazie che, più o meno, hanno la stessa funzione. Parlare quindi di obiettivi per il nuovo anno scolastico è del tutto legittimo. Eppure … La gestione per obiettivi ha, da tempo, evidenziato una serie di limiti e problemi nel mondo aziendale , ed è triste vedere la scuola che, in ritardo, si adegua ad imitare anche gli errori dell’industria. Attenzione, però, non prendere questo come una scusa per non pianificare il nuovo anno alle porte, anzi. Si tratta di aggiungere, non di togliere. Se mi seguite sapete bene che io mi fisso una serie di obiettivi, in diverse occasioni, dunque apparentemente faccio qualcosa che ho appena dichiarato inutile. Dov’è il trucco? Gli obiettivi servono, funzionano, hanno un senso solo se inseriti in un contesto di Vision, cioè di aspirazione e desiderio globale di realizzazione di qualcosa di importante. La Vision offre il contesto da realizzare, gli obiettivi discendono da questo e permettono, a loro volta, di tradurre in azioni pratiche e giungere alla realizzazione concreta. Il consiglio è quindi di utilizzare queste ultime settimane prima dell’inizio delle lezioni per identificare la vostra Vision, in vostro sogno per il nuovo anno. Ti chiedi quali sono le differenze sostanziali tra obiettivi e vision? La risposta, per quanto limitata all'essenziale, è nella vignetta qui sotto. Gli obiettivi sono, sostanzialmente, contenuti anche nei programmi ministeriali. Personalmente suggerisco di dedicare un po' di tempo a ragionarci su, declinarli, scriverli con un linguaggio che risuoni. Tuttavia gli obiettivi sono fortemente razionali: cosa insegnare, come, in quali tempi, quali livelli di conoscenza far sviluppare negli studenti... In pratica, gli obiettivi servono per riempire il secchio delle competenze. La vision è il sogno da condividere e realizzare insieme alla classe, e ad ogni singolo studente. In pratica, quale fuoco accendere. Nella vision possiamo stabilire che tipo di atmosfera vogliamo creare, quali valori desideriamo trasmettere, che insegnante desideriamo essere, quale impronta lasciare per il futuro della classe e di ogni singolo studente, e molto altro.
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