Sostituzione di maternità
La gestione della segretaria

Storia
Il dr. Russo, il dr. Ferrari e il dr. Colombo hanno ormai da anni lo studio insieme. Sono amici, hanno studiato insieme all’università. Poi ciascuno di loro si è specializzato e si sono separati per qualche anno, pur tenendosi in contatto. Cinque anni fa si sono incontrati per festeggiare il quarantesimo compleanno e in quell’occasione hanno deciso di creare una sorta di poliambulatorio specialistico. Hanno in comune la sede, ma ciascuno ha il suo ambulatorio, e hanno due persone che li seguono: Anna, infermiera, li affianca anche nel lavoro quando è necessario, e Luisa, dedicata ad attività di segreteria. Sono un buon gruppo, affiatato. Hanno l’abitudine di incontrarsi tutti i lunedì mattina, dalle 9 alle 10, con una tazza di caffè e una torta per iniziare bene la settimana e discutere i problemi dell’ambulatorio.
Quella mattina si vide subito che c’era qualcosa di diverso. Tanto per cominciare invece della solita ciambella c’erano i pasticcini, e poi Luisa chiese immediatamente la parola.
Il discorso di Luisa
Ho avuto la conferma sabato. Sono finalmente incinta. È sicuro. Ma c’è un problema. Il vostro amico ginecologo dice che la situazione non è di assoluta tranquillità, quindi se voglio portare avanti questa gravidanza dovrò stare in assoluto riposo almeno per i prossimi cinque mesi. Mi dispiace molto abbandonarvi così, ma sapete quanto ci tengo a questo bambino e quanti sacrifici abbiamo fatto per questa gravidanza.
Rimango tutti attoniti e in silenzio per pochi secondi, e poi comincia un’esplosione di congratulazioni.
Non preoccuparti d’altro che del tuo bambino. Le disse finalmente il dr Ferrari a nome di tutti. Non possiamo neanche dire che ci hai colto di sorpresa: sapevamo tutti che da mesi eri in cura per riuscire ad avere un bambino. Sapremo cavarcela.
Grazie davvero a tutti. Avrei anche un’idea. Mia zia Giulia è appena andata in pensione. Forse ricorderete di averla conosciuta al mio matrimonio. Ha lavorato per trent’anni in quel poliambulatorio in centro, è stata lei a darmi le dritte per il mio lavoro qui. Aveva in progetto di trasferirsi in campagna, ma sono sicura che non vorrà essermi lontana durante la gravidanza. Se per voi va bene, potrei chiamarla.
Zia Giulia? La signora Giulia? Il generale?
Ciascuno dei presenti ci mise un attimo per ricordarsi la signora Giulia, che aveva davvero le capacità strategiche e organizzative di un generale.
Fu così che la signora Giulia incontrò il dr. Russo alle 14.30, il dr. Ferrari alle 15.00 e il dr. Colombo alle 15.30.
Il dr. Russo
- Buon giorno, signora Giulia, e benvenuta. Non so come ringraziarla di aver accettato. Con Luisa ho minimizzato, ma ero davvero preoccupato. Qui moltissime cose dipendono da lei. Noi, in genere, ci limitiamo a visitare i pazienti, ma l’organizzazione del nostro lavoro è tutto nella mani di Luisa. Sono sicura che Luisa le avrà raccontato tutto del suo lavoro, e Anna può spiegarle dove sono le varie cose e quali sono le nostre abitudini.
Il dr. Ferrari
- Benvenuta, signora Giulia. Non so come avremmo fatto senza Luisa se lei non accettava di lavorare con noi. Davvero GRAZIE!! Vede, il lavoro di Luisa è davvero importante.
Prende gli appuntamentiTiene la mia agendaAddirittura è lei stessa che è in contatto con mia moglie per gli impegni di famiglia, mi ricorda compleanni, anniversari, scadenzeTrascrive le mie prescrizioni ai pazienti e tiene aggiornate le schede dei pazientiFa in modo che i pazienti abbiano la cartella clinica e gli esami quando vengono a fare la visita e fa in modo che le visite di controllo avvengano nei tempi giusti
Il dr. Colombo
- Signora Giulia, bene arrivata tra noi. Come le avranno detto i miei colleghi, siamo veramente felici. Luisa è davvero indispensabile, ed eravamo molto preoccupati. Sono sicuro che Luisa e Anna le avranno spiegato la routine dell’ambulatorio. Se me lo permette, vorrei approfittare della sua esperienza per raccontarle alcuni problemi, e magari lei riesce a suggerirmi delle soluzioni quando si sarà ambientata. Purtroppo nel mio lavoro i pazienti non sono molto fedeli. Spesso mi arrivano pazienti che erano già stati da altri specialisti, e dimenticano la cartella clinica, così mi ritrovo a ricominciare daccapo senza sapere quali esami o quali cure avevano fatto. E poi capita spesso che i pazienti non vengano alle visite di controllo, così mi succede di avere più volte alla settimana delle ore buche. È un buttar via tempo. Se so di non avere pazienti per alcune ore, posso fare altro, ma questo stillicidio di visite prenotate e non rispettate mi uccide. Se lei ha qualche idea, o ha esperienza di soluzioni per questi problemi, sarò lieto di ascoltare i suoi suggerimenti.
Domande
- Secondo voi, chi dei tre ha saputo gestire meglio l’incontro?
- Chi ha le migliori probabilità di ottenere risultati dalla signora Giulia e perché.
Risposta
Chi dei tre ha saputo gestire meglio l’incontro?
Chi ha le migliori probabilità di ottenere risultati dalla signora Giulia e perché.
Sicuramente è il dr. Colombo che ha saputo gestire meglio l’incontro ed ha maggiori probabilità di ottenere risultati. Esaminiamo i discorsi
Il dr. Russo
- Buon giorno, signora Giulia, e benvenuta. Non so come ringraziarla di aver accettato. Con Luisa ho minimizzato, ma ero davvero preoccupato. Qui moltissime cose dipendono da lei. Noi, in genere, ci limitiamo a visitare i pazienti, ma l’organizzazione del nostro lavoro è tutto nella mani di Luisa. Sono sicura che Luisa le avrà raccontato tutto del suo lavoro, e Anna può spiegarle dove sono le varie cose e quali sono le nostre abitudini.
Il dr. Russo si è limitato ad un generico benvenuto
in cui ha sostanzialmente dichiarato che la signora Giulia dovrà limitarsi a fare esattamente ciò che faceva Luisa, e che lui è in pratica disinteressato a tutto ciò che riguarda la gestione dello studio o che esula le sue competenze tecniche. Anche se la signora Giulia avesse delle idee brillanti o dei suggerimenti, con queste premesse non andrebbe a sottoporli al dr. Russo.
Il dr. Ferrari
- Benvenuta, signora Giulia. Non so come avremmo fatto senza Luisa se lei non accettava di lavorare con noi. Davvero GRAZIE!! Vede, il lavoro di Luisa è davvero importante.
Prende gli appuntamenti
Tiene la mia agenda
Addirittura è lei stessa che è in contatto con mia moglie per gli impegni di famiglia, mi ricorda compleanni, anniversari, scadenze
Trascrive le mie prescrizioni ai pazienti e tiene aggiornate le schede dei pazienti
Fa in modo che i pazienti abbiano la cartella clinica e gli esami quando vengono a fare la visita e fa in modo che le visite di controllo avvengano nei tempi giusti
Il dr. Ferrari ha sostanzialmente fatto l’elenco di ciò che Luisa ha sempre fatto. Con la sua esperienza, la signora Giulia ha probabilmente già le idee chiare sulla routine, e in ogni caso può chiedere alla nipote o ad Anna. Le informazioni del dr. Ferrari, apparentemente dettagliatissime, sono in realtà un elenco di compiti poco utile dal punto di vista operativo, e poco motivante.
Il dr. Colombo
- Signora Giulia, bene arrivata tra noi. Come le avranno detto i miei colleghi, siamo veramente felici. Luisa è davvero indispensabile, ed eravamo molto preoccupati. Sono sicuro che Luisa e Anna le avranno spiegato la routine dell’ambulatorio. Se me lo permette, vorrei approfittare della sua esperienza per raccontarle alcuni problemi, e magari lei riesce a suggerirmi delle soluzioni quando si sarà ambientata. Purtroppo nel mio lavoro i pazienti non sono molto fedeli. Spesso mi arrivano pazienti che erano già stati da altri specialisti, e dimenticano la cartella clinica, così mi ritrovo a ricominciare daccapo senza sapere quali esami o quali cure avevano fatto. E poi capita spesso che i pazienti non vengano alle visite di controllo, così mi succede di avere più volte alla settimana delle ore buche. È un buttar via tempo. Se so di non avere pazienti per alcune ore, posso fare altro, ma questo stillicidio di visite prenotate e non rispettate mi uccide. Se lei ha qualche idea, o ha esperienza di soluzioni per questi problemi, sarò lieto di ascoltare i suoi suggerimenti.
Il dr. Colombo dà per scontato, e lo dichiara, che la routine verrà gestita al meglio, dimostrando in questo modo una concreta fiducia sia in Luisa che nella signora Giulia.
Inoltre approfitta nel modo migliore dell’esperienza della signora Giulia esponendole i suoi problemi e i suoi obiettivi al di là della routine, motivando la signora Giulia a dare il meglio di sé.

La definizione di “ relazione di aiuto ” nasce nel 1951 quando Carl Rogers nel 1951 specificò che si tratta di " una relazione in cui almeno uno dei due protagonisti ha lo scopo di promuovere nell'altro la crescita, lo sviluppo, la maturità ed il raggiungimento di un modo di agire più adeguato e integrato ”. Carl Rogers è il fondatore del counseling . C’è spesso confusione tra relazione educativa e relazione di aiuto ma la confusione, a mio avviso, nasce in buona parte dal fatto che chi molto di quanto è stato scritto per argomentare le due tipologie di relazione nasce in ambito universitario e didattico, interessandosi più degli aspetti istituzionali che del lato pratico. Certamente chi educa aiuta, e chi aiuta educa , ma se ci riferiamo ad un contesto ben preciso, come quello dell’attività professionale quotidiana di un farmacista, ci sono alcune differenze molto specifiche. Ma in sostanza, serve davvero al farmacista conoscere le differenze? Il farmacista, in termini di comunicazione, svolge diversi ruoli e necessita di estrema flessibilità per passare da un ruolo all’altro o, meglio, per mettere in campo ogni volta le specifiche competenze che sono più utili. Per far meglio il proprio lavoro, o per affaticarsi meno nel farlo, è dunque utile conoscere e familiarizzare con i concetti basilari e le tecniche proprie di uno o dell’altro ruolo. Mi spiego meglio. Il farmacista vende . Non salute, ma prodotti. Le tecniche di vendita gli servono dunque per vendere meglio e anche per acquistare meglio, o saper controbattere ai venditori che incontra. Il farmacista consiglia . Il farmacista supporta il paziente e il medico per ottenere la massima adesione alle terapie. Il farmacista ha un importante ruolo sociale per migliorare salute e qualità di vita della popolazione. Le cose si complicano. Le tecniche di vendita non servono più, e in realtà non servono nemmeno quando il farmacista vuole passare dal puro atto di vendita alla più redditizia fidelizzazione del cliente. Ipotizziamo tre diverse situazioni, molto comuni nell’attività quotidiana. Il cliente presenta una prescrizione medica un po’ complessa e chiede aiuto per meglio comprendere e ricordare la posologia e la durata della terapia. In questo caso è ottimale far ricorso a tecniche di coaching , strumenti finalizzati al raggiungimento di uno specifico obiettivo. Il cliente ha un problema, non sa che fare, vuole suggerimenti e consigli, non sa neanche se andare dal medico o no. È preoccupato, ma confuso. È la classica situazione della relazione di aiuto. Il cliente ha un problema di salute. È sotto controllo medico, ma ha letto su qualche sito un po’ di tutto, sa che deve modificare il suo stile di vita o la sua alimentazione. Qui il farmacista passa al ruolo di educatore sanitario : chiarisce i dubbi, elimina le sciocchezze, fornisce suggerimenti. Ma quali sono le tecniche, le regole del gioco nei diversi ruoli? Un po’ di pazienza …

Analizzando le problematiche della relazione medico-paziente oggi, ho ritrovato questo articolo scritto circa 5 anni fa. MOLTO è cambiato in questi anni, e quasi non ce ne siamo resi conto o, meglio, non ne sono consapevoli molti di quelli che dovrebbero gestire il problema. Comincio quindi ripubblicando questo articolo, a cui seguiranno le considerazioni più aggiornate. Un tempo, tanti anni fa, il medico di famiglia era il depositario delle conoscenze sulla salute dell’intera famiglia. Ed era anche, a parte i casi in cui diventava necessaria l’ospedalizzazione, l’unico medico con cui si aveva a che fare per la maggior parte dei problemi di salute. Raccontarlo oggi sembra di parlare di preistoria! Per essere pienamente corretta devo dire che si trovano ancora medici di famiglia, soprattutto nei piccoli paesi: in città è molto più difficile. Poi, per decenni, ci siamo rivolti agli specialisti e la fiducia del paziente si è trasferita nelle medicine e nella tecnologia diagnostica più ancora che nella figura del medico. Oggi sembra che siamo alle soglie di una nuova rivoluzione, che riguarda anche (o forse soprattutto) il medico di famiglia. Non si tratta di una rivoluzione tecnologica: è in gioco anche quella, ma riguarda più il sistema sanitario che il rapporto medico – paziente. Ciò che sta cambiando è più complesso, più profondo e, soprattutto, sistemico. Gli attori sono le malattie, soprattutto quelle gravi (le percentuali di incremento di alcune forme si tumore sono impressionanti, ma altrettanto vale per le guarigioni da molte forme di cancro), le nuove scoperte sulla psiconeuroimmunoematologia, internet, il paziente e i medici: siamo tutti coinvolti. In questi cambiamenti il sistema sanitario è un attore marginale e, soprattutto ora, è un elemento di burocrazia e di controllo economico, spesso nemico del benessere, spesso in ritardo, spesso fonte di complicazioni. Sono stati spesi fiumi di inchiostro per esaminare, condannare o esaltare il web come fonte di informazioni sulla salute. Qualunque malattia, o terapia, venga digitata, si trovano in pochi secondi migliaia di fonti di informazione, milioni di notizie, vere, verosimili, false, spesso in contrasto tra loro. Così il web come fonte di informazioni, come sostituto del medico di famiglia, si sta autodistruggendo. Quello strano elemento, che per anni è stato identificato come nemico dalla classe medica, è pronto per autodistruggersi. Già, perché quando il problema di salute è serio, la situazione è grave, si desiderano notizie certe: serve un punto di riferimento “sicuro”. Ovvio, a fronte di una diagnosi di tumore è l’oncologo il riferimento primario. Ma non basta. Serve una persona di famiglia, in cui si ha piena fiducia, a cui rivolgersi in ogni momento, a cui poter chiedere le cose più disparate: qualcuno che tenga i fili della complessità tra diagnosi, terapia, esami, effetti indesiderati, cambiamento di stile di vita, alimentazione, integratori, paure, ansie, dubbi. Solo il medico di famiglia può essere quel giocoliere competente, ma non tecnico super esperto, che può aiutarci nel giorno per giorno. Quindi cerchiamo nuovamente quel medico saggio, disponibile, competente, attento, dotato di estremo buon senso, capace di parlarci nel modo giusto al momento giusto. Io ne conosco alcuni: so che ci sono. Non possono essere sostituiti da nessun motore di ricerca. Sono impagabili, e fanno la differenza. Questo articolo è stato scritto un paio di anni fa. Rivedendolo oggi, sorrido e rabbrividisco. Sì, perché se c'è una cosa, in mezzo a milioni di incertezze, che la pandemia mi ha confermato con assoluta certezza è che il medico di famiglia, quello vero, forse un po' obsoleto secondo alcuni, fa davvero la differenza, in meglio.







