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Proattivo o Reattivo - Test

Prendi l’iniziativa o segui gli eventi?

In un post nella sezione Teoria abbiamo esaminato il significato del metaprogramma Il metaprogramma Proattivo o Reattivo e nelle pagine dedicate ai singoli professionisti vediamo il suo utilizzo pratico nell'ambito professionale. È ora il momento di piccolo test per identificare se siete orientati a prendere l'iniziativa o a farvi guidare dagli eventi.

Questo metaprogramma fa parte delle modalità di elaborazione della motivazione, quindi risponde alla domanda: Come mi comporto per ottenere ciò che desidero? ed è condizionato anche dall’educazione e dalle abitudini acquisite.

Per questo nel fare il test pensa ad un ambito ben preciso e poi, se vuoi, rifallo pensando ad un ambito diverso.

Come fare il test
  • Scegli, velocemente, per ogni situazione indicata nella prima colonna, quanto ti rappresentano i due estremi delle risposte

Per quanto molto semplice, questo test fornisce alcune indicazioni preliminari. Se hai risposto “sempre” a tutte le domande il meta programma proattivo è per te assolutamente preponderante. Se, invece, hai risposto “mai” a tutte le domande è preponderante il meta programma reattivo. Ovviamente questo test è solo un gioco, una prima indicazione.

Per finire ricordate che nessuno è mai al 100% in una categoria!
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La comunicazione non verbale e paraverbale sono in diretto collegamento con il nostro inconscio. Così, conoscere almeno i primi rudimenti di comunicazione non verbale aiuta a conoscere meglio gli altri, interpretare il loro pensiero, comprendere i loro bisogni. Aggiungo, per chi ha già qualche conoscenza di programmazione neurolinguistica, che la postura, i movimenti, il tono di voce, contraddistinguono le tre tipologie: visivo, uditivo e cinestesico. Ciò che, invece, probabilmente tutti sappiamo, ma non ci soffermiamo mai a riflettere in merito, sono i collegamenti tra stato d’animo ed elementi di comunicazione non verbale, e come questi possano davvero aiutarci a vivere meglio. È importante ricordare che esiste un collegamento reciproco tra stato d’animo e non verbale . Mi spiego meglio. Qualunque sia la nostra postura abituale, quando siamo tristi o preoccupati la nostra prima, spesso inconscia, reazione è quella di abbassare le spalle, incassare la testa, abbassare i bordi delle labbra (una sorta di sorriso al contrario). Quando siamo allegri la nostra postura è esattamente l’opposto. E allora? Testa alta, sorriso stampato, spalle bene in fuori: credetemi, non risolve i problemi, ma cambia subito l’umore, e lo spirito con cui affrontare quello che non va. Analogamente: se siamo in uno stato d’animo d’ansia il respiro si fa più corto e affrettato, il tono di voce più acuto e le parole escono molto più in fretta. Uno sforzo volontario per respirare a pieni polmoni, modulare il tono di voce e parlare più lentamente … e l’ansia si attenua. Provare per credere!
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