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Ora verde

Uso delle ancore

Storia
  • Buon giorno
  • Buon giorno maestra!
  • Ho pensato che oggi cominciamo con l’ora verde. Tre minuti per prepararvi! 
In un attimo tutti gli alunni aprono la cartella, tirano fuori il materiale e si rimettono a posto guardando la maestra, in attesa

Domande
  • Cosa potrebbe essere successo? E perché?
Risposte
Cosa potrebbe essere successo? E perché?
Evidentemente la maestra utilizza i colori come una sorta di ancora: i bambini associano, in questo caso ad un colore, una determinata attività, con conseguente specifico materiale didattico e relativo comportamento da parte loro.
  • In Programmazione neurolinguistica le ancore sono stimoli sensoriali a cui vengono automaticamente collegati stati d’animo. Le ancore possono essere spontanee (una canzone, un’immagine, che riportano ad una situazione vissuta), ma possono anche essere indotte attraverso l’ancoraggio. 
Dal punto di vista scientifico il meccanismo di ancoraggio (creazione delle ancore) è simile allo stimolo pavloviano che si studia in fisiologia, ma con alcune importanti differenze. 
In questo caso più che di un vero e proprio ancoraggio si tratta di una convenzione condivisa dal gruppo, che, usata ripetutamente facendo ripetere più volte l’esperienza, diventa simile ad un’ancora. 
Possono essere usati, come nel caso specifico, dei colori: al rosso corrisponde il momento di spiegazione, al verde il disegno, al blu le interrogazioni e così via. Ma potrebbero anche essere usati degli spazi, creando l’angolo del disegno, o tutti voltati verso la lavagna quando la maestra spiega, e tutti verso la finestra quando si fanno i compiti, …

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La comunicazione non verbale e paraverbale sono in diretto collegamento con il nostro inconscio. Così, conoscere almeno i primi rudimenti di comunicazione non verbale aiuta a conoscere meglio gli altri, interpretare il loro pensiero, comprendere i loro bisogni. Aggiungo, per chi ha già qualche conoscenza di programmazione neurolinguistica, che la postura, i movimenti, il tono di voce, contraddistinguono le tre tipologie: visivo, uditivo e cinestesico. Ciò che, invece, probabilmente tutti sappiamo, ma non ci soffermiamo mai a riflettere in merito, sono i collegamenti tra stato d’animo ed elementi di comunicazione non verbale, e come questi possano davvero aiutarci a vivere meglio. È importante ricordare che esiste un collegamento reciproco tra stato d’animo e non verbale . Mi spiego meglio. Qualunque sia la nostra postura abituale, quando siamo tristi o preoccupati la nostra prima, spesso inconscia, reazione è quella di abbassare le spalle, incassare la testa, abbassare i bordi delle labbra (una sorta di sorriso al contrario). Quando siamo allegri la nostra postura è esattamente l’opposto. E allora? Testa alta, sorriso stampato, spalle bene in fuori: credetemi, non risolve i problemi, ma cambia subito l’umore, e lo spirito con cui affrontare quello che non va. Analogamente: se siamo in uno stato d’animo d’ansia il respiro si fa più corto e affrettato, il tono di voce più acuto e le parole escono molto più in fretta. Uno sforzo volontario per respirare a pieni polmoni, modulare il tono di voce e parlare più lentamente … e l’ansia si attenua. Provare per credere!
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