News Luglio 2019: il futuro che emerge

Un mese intenso, anche come temperature esterne

A luglio fa caldo: sarebbe davvero strano se non fosse così, ma quest’anno il caldo mi pesa in modo particolare, complici gli sbalzi di temperatura, l’ufficio che prende il sole tutta la giornata e probabilmente uno stato d’animo particolarmente intollerante. Eppure non posso proprio lamentarmi.
Il mese scorso avevo segnalato una particolare voglia di novità: stanno arrivando. Per dare il titolo al mese di luglio ero infatti indecisa tra segnali dal futuro, forse un po’ new age, ma significativo, e quello scelto, il futuro che emerge, che ha l’indubbio pregio di essere una definizione usata dai mei guru di management preferiti: Peter Senge e Otto Scharmer.
Non è la prima volta che mi capita, in momenti importanti della mia vita, di avere segnalazioni decisamente imponenti dall’universo.

  • Quando ho trovato lavoro a Milano, ormai moltissimi anni fa, ho riempito il bagagliaio della macchina con tutte le mie cose. Una breve sosta a Bologna e… bagagliaio svuotato. Stavo proprio cambiando vita e dovevo ripartire da zero.
  • Molti anni dopo, in un altro momento cruciale, sentivo che stavo “cambiando pelle”, ma le indecisioni erano molte. In un mese ho perso passaporto e carta di identità. L’ho interpretato come un chiaro segnale, anche se forse un po’ violento, che dovevo accettare il cambiamento, per quanto drastico.
In realtà ogni rivoluzione della mia vita ha un percorso lungo, e probabilmente io oppongo una certa resistenza al lasciar andare ciò che ero, quindi le segnalazioni dell’universo sono persino un po’ brutali, come se mi dicesse “sei tonta, quindi ti faccio capire io!”.

Ecco: ora da un po’ ho desiderio di nuovo, e ci risiamo con gli avvertimenti. Questa volta, però, sono decisamente più affettuosi.
  • Per la prima volta è possibile ottenere in Italia il certificato da trainer di PNL sistemica, che normalmente si può conquistare solo con un lungo, e costoso, percorso da fare negli Stati Uniti. Anche qui non costa poco, ma la collaborazione con la scuola PNL Evolution mi ha consentito di ottenere il corso ad una cifra irrisoria in cambio delle serate del percorso Gestire le esperienze difficili. Un impegno importante per fine agosto, e un chiaro segnale.
  • Ma non è finita qui! Alla Karmic Business Academy ero rimasta affascinata da Dani e Veru, sia come persone, sia per il lavoro che portano avanti tramite la loro azienda 2bhappy: lo sviluppo della felicità come competenza in vari ambiti. Hanno anche un percorso di apprendimento e la certificazione di GenioPositivo®. Sono rimasta in contatto con loro e… è arrivata la borsa di studio per frequentare.
L’universo e le persone fantastiche che ho avuto la fortuna di incontrare hanno avuto compassione della mia ignoranza e cercano di porvi rimedio. Un luglio di regali, segnali e novità che porta ad un agosto di studio intenso, abbinato alla lavorazione del prossimo libro.
Quindi eccomi qui, in procinto di partire per la campagna, alle prese con qualche controllo di salute (che non manca mai!), carica di libri e file, e se trascurerò un po’ la routine non mi sentirò in colpa.

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La definizione di “ relazione di aiuto ” nasce nel 1951 quando Carl Rogers nel 1951 specificò che si tratta di " una relazione in cui almeno uno dei due protagonisti ha lo scopo di promuovere nell'altro la crescita, lo sviluppo, la maturità ed il raggiungimento di un modo di agire più adeguato e integrato ”. Carl Rogers è il fondatore del counseling . C’è spesso confusione tra relazione educativa e relazione di aiuto ma la confusione, a mio avviso, nasce in buona parte dal fatto che chi molto di quanto è stato scritto per argomentare le due tipologie di relazione nasce in ambito universitario e didattico, interessandosi più degli aspetti istituzionali che del lato pratico. Certamente chi educa aiuta, e chi aiuta educa , ma se ci riferiamo ad un contesto ben preciso, come quello dell’attività professionale quotidiana di un farmacista, ci sono alcune differenze molto specifiche. Ma in sostanza, serve davvero al farmacista conoscere le differenze? Il farmacista, in termini di comunicazione, svolge diversi ruoli e necessita di estrema flessibilità per passare da un ruolo all’altro o, meglio, per mettere in campo ogni volta le specifiche competenze che sono più utili. Per far meglio il proprio lavoro, o per affaticarsi meno nel farlo, è dunque utile conoscere e familiarizzare con i concetti basilari e le tecniche proprie di uno o dell’altro ruolo. Mi spiego meglio. Il farmacista vende . Non salute, ma prodotti. Le tecniche di vendita gli servono dunque per vendere meglio e anche per acquistare meglio, o saper controbattere ai venditori che incontra. Il farmacista consiglia . Il farmacista supporta il paziente e il medico per ottenere la massima adesione alle terapie. Il farmacista ha un importante ruolo sociale per migliorare salute e qualità di vita della popolazione. Le cose si complicano. Le tecniche di vendita non servono più, e in realtà non servono nemmeno quando il farmacista vuole passare dal puro atto di vendita alla più redditizia fidelizzazione del cliente. Ipotizziamo tre diverse situazioni, molto comuni nell’attività quotidiana. Il cliente presenta una prescrizione medica un po’ complessa e chiede aiuto per meglio comprendere e ricordare la posologia e la durata della terapia. In questo caso è ottimale far ricorso a tecniche di coaching , strumenti finalizzati al raggiungimento di uno specifico obiettivo. Il cliente ha un problema, non sa che fare, vuole suggerimenti e consigli, non sa neanche se andare dal medico o no. È preoccupato, ma confuso. È la classica situazione della relazione di aiuto. Il cliente ha un problema di salute. È sotto controllo medico, ma ha letto su qualche sito un po’ di tutto, sa che deve modificare il suo stile di vita o la sua alimentazione. Qui il farmacista passa al ruolo di educatore sanitario : chiarisce i dubbi, elimina le sciocchezze, fornisce suggerimenti. Ma quali sono le tecniche, le regole del gioco nei diversi ruoli? Un po’ di pazienza …
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