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News gennaio 2020: in attesa di stelle danzanti

Occorre avere un po’ di caos in sé per partorire una stella danzante. Friedrich Nietzsche

Considerando la quantità di caos che c’è in me, posso almeno aspettarmi di creare qualche stella danzante? Sinceramente, credo di no, e per questo nonostante la confusione ho cercato, nel mese di gennaio, di essere costruttiva. Ma se devo pensare che l’inizio dell’anno sia indice di ciò che sarà… Lo confesso: mi arrendo!

L’influenza mi sta, ancora, tenendo sotto scacco con febbriciattola, un po’ di tosse, un pizzico di raffreddore, quanto basta per mettermi in condizioni di malessere generale, farmi muovere come un bradipo, farmi lavorare a rilento e determinare un senso di insoddisfazione molto fastidioso.

Eppure qualcosa ho fatto, e qualcosa ho organizzato.

Ho finalmente terminato uno dei libri che stavo scrivendo. E sto riflettendo attentamente per capire perché non riesco ad andare avanti con l’altro, iniziato prima.

Sto preparando il prossimo corso sull’I Ching - Volontà e Destino - costruire la vita con l’aiuto dell’I Ching - e la serata del ciclo Gestire le esperienze difficili dal titolo Le nuove scoperte di neurofisiologia – la felicità come risorsa, che fa anche parte degli eventi per festeggiare la giornata mondiale della felicità. (e questo motiva l'immagine scelta per questo post)

Sto lavorando su un paio di cose interessanti.

E, dunque, perché tanto caos in testa? Credo sia un problema di precarietà, dubbi e insicurezza con cui devo imparare a convivere. Perché non risolverlo? Ottima domanda, se trovassi come. Persino l’I Ching non mi aiuta o, per essere più corretti, mi fornisce risposte che non riesco a comprendere fino in fondo (o forse sono io che non voglio capire). Già, in questi giorni leggere l’I Ching per me somiglia alla ricerca di notizie sul coronavirus: quello che leggo mi sembra parziale, incompleto.

I giorni passano, la confusione persiste. Aspetto la stella danzante!
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Mi dispiace doverlo ammettere: la gestione delle persone attraverso la paura funziona.
Autore: Carla Fiorentini 23 febbraio 2025
Se pensi di essere troppo piccole per fare la differenza, prova a dormire con una zanzara. Dalai Lama
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Uno stile di management che non trovi sui libri
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Dedicato a chi si occupa di salute
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Se due individui sono sempre d'accordo su tutto, vi posso assicurare che uno dei due pensa per entrambi. - Sigmund Freud.
Autore: Carla Fiorentini 19 gennaio 2025
La comunicazione non verbale e paraverbale sono in diretto collegamento con il nostro inconscio. Così, conoscere almeno i primi rudimenti di comunicazione non verbale aiuta a conoscere meglio gli altri, interpretare il loro pensiero, comprendere i loro bisogni. Aggiungo, per chi ha già qualche conoscenza di programmazione neurolinguistica, che la postura, i movimenti, il tono di voce, contraddistinguono le tre tipologie: visivo, uditivo e cinestesico. Ciò che, invece, probabilmente tutti sappiamo, ma non ci soffermiamo mai a riflettere in merito, sono i collegamenti tra stato d’animo ed elementi di comunicazione non verbale, e come questi possano davvero aiutarci a vivere meglio. È importante ricordare che esiste un collegamento reciproco tra stato d’animo e non verbale . Mi spiego meglio. Qualunque sia la nostra postura abituale, quando siamo tristi o preoccupati la nostra prima, spesso inconscia, reazione è quella di abbassare le spalle, incassare la testa, abbassare i bordi delle labbra (una sorta di sorriso al contrario). Quando siamo allegri la nostra postura è esattamente l’opposto. E allora? Testa alta, sorriso stampato, spalle bene in fuori: credetemi, non risolve i problemi, ma cambia subito l’umore, e lo spirito con cui affrontare quello che non va. Analogamente: se siamo in uno stato d’animo d’ansia il respiro si fa più corto e affrettato, il tono di voce più acuto e le parole escono molto più in fretta. Uno sforzo volontario per respirare a pieni polmoni, modulare il tono di voce e parlare più lentamente … e l’ansia si attenua. Provare per credere!
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