I nemici della comunicazione: e lo stress?
Nei diversi articoli sui sentimenti e le emozioni che rendono difficile la comunicazione non avevo ancora citato lo stress. C'è un motivo!

Avrete notato, immagino, che tra i nemici della comunicazione non ho citato lo stress.
Semplice dimenticanza?
Guardando il dizionario di inglese, il termine stress viene tradotto come “tensione”. Il dizionario di italiano invece definisce lo stress come “reazione specifica provocata nell'organismo da uno stimolo di qualsiasi natura, fisica, chimica o psicologica, che, pur rappresentando una modalità di difesa e di adattamento dell'organismo stesso, può diventare, in certe circostanze, un fattore patologico e favorire lo sviluppo di malattie.”
A questo punto, mi sorgono alcune domande:
- chi è ansioso è sottoposto a stress? A mio avviso sì.
- E chi ha paura? Chi è arrabbiato? Chi prova invidia? Anche.
Dal punto di vista emotivo, quindi, lo stress non è un’emozione singola, ma un coacervo di emozioni che raccogliamo in un’unica parola, per abitudine o comodità.
Avete mai notato che quasi tutti sono pronti a definirsi stressati, ma pochissimi ammettono di aver problemi di ansia o di rabbia, e quasi nessuno ammetterebbe mai di aver paura, e mai i poi mai di provare invidia?
Quando faccio coaching in genere ammetto la definizione di “essere stressato” solo come punto di partenza, cercando poi di indurre la persona a definire lo stress con altri termini. In molti casi, oggi, scavando un po’ lo stress diventa paura: di perdere il posto di lavoro, di non riuscire a pagare il mutuo, di fare brutte figure, di non essere all’altezza delle aspettative, proprie o altrui.
E il bello è che quando lo stress scompare, e compare la paura, la persona cambia a poco a poco sguardo.
Perché allo stress ci abbandoniamo, lo riteniamo esterno a noi, mentre la paura cerchiamo di combatterla: e la battaglia inizia a volgersi a nostro favore esattamente nel momento in cui la guardiamo in faccia, perché chiamarla con il suo nome è già, di per sé, una fortissima dimostrazione di entusiasmo.
Ma anche quando la definizione di stress nasconde altre emozioni, o altre situazioni, l’analisi conduce sempre a risultati positivi.
Pertanto, a mio avviso, lo stress non è altro che un contenitore, talvolta un vaso di Pandora, ma dobbiamo rassegnarsi a guardaci dentro se vogliamo migliorare la nostra vita.

Dopo una laurea in chimica e tecnologie farmaceutiche e oltre 20 anni di carriera in aziende farmaceutiche multinazionali, e continuando ad aggiornarmi anche da quando faccio la libera professione, credevo si sapere molto sui placebo e sull’effetto placebo. Ma questo libro mi ha affascinato e fatto fare nuove scoperte fin dalle prime pagine. I suoi pregi sono moltissimi. I pregi pratici: è piccolo, leggero, economico. Può essere messo in borsa e letto ovunque. E anche queste piccole cose non sono da sottovalutare. È scritto benissimo. Si pone l’obiettivo di essere un testo divulgativo, e lo è davvero . Ricchissimo di cultura e di riferimenti storico – letterari – filosofici manca totalmente di pomposità o frasi contorte che spesso si trovano in questo tipo di libri. Qui c’è la cultura vera. Einstein diceva “ Non hai veramente capito qualcosa fino a quando non sei in grado di spiegarlo a tua nonna ”, affermazione che condivido appieno perché chi sa davvero sa anche semplificare i concetti. Fabrizio Benedetti sa. Sa spiegare, sa affascinare. E il libro è anche affascinante per i contenuti, il rigore scientifico. È imperdibile per tutti coloro che lavorano in ambito salute, ed è utile per tutti.

Il titolo completo del libro è Intelligenza emotiva Cos’è e perché può renderci felici. Daniel Goleman è sicuramente il più autorevole esperto mondiale di intelligenza emotiva. Il libro viene talvolta dichiarato “fuori catalogo”, ma vi assicuro che si trova ancora, sia in libreria che per gli acquisti on line. Queste le notizie pratiche. E poi, che dire? È interessante, scritto bene, leggibilissimo. E, soprattutto, imperdibile per chiunque abbia interesse per le relazioni umane, per chi educa, collabora o guida altri esseri umani.