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Educare alla tecnologia

In una società tecnologica come la nostra, quanto spazio dovrebbe dedicare la scuola alle materie scientifiche e alla tecnologia?

Il dibattito sul peso da dare, in ambito scolastico, alle materie scientifiche ed alla tecnologia come argomenti di insegnamento tiene impegnate moltissime persone che ne sanno ben più di me, ed è abbastanza frequente trovare dati e statistiche sulle percentuali, nei vari Paesi, di studenti o di laureati in facoltà scientifiche, mettendo in evidenza che le percentuali sono più alte nei Paesi con economie in positivo sviluppo.
Personalmente sono laureata in chimica, ed è quindi ovvio che sostengo lo studio delle materie scientifiche. Però …
Credo che col passare dei decenni di scolarizzazione diffusa abbiamo fatto dimenticare parte del significato dello studio di materie umanistiche e scientifiche, e a questo si sono aggiunti fraintendimenti in merito all’insegnamento delle materie tecniche.
Oggi dovrebbe essere chiaro che qualunque tecnologia venga insegnata a scuola è inevitabilmente obsoleta ben prima che si termini il corso di studi. Tuttavia è proprio dal tentativo umano di dominare la tecnologia che possiamo imparare una grande lezione.
Ero a Santiago di Compostela, anni fa, il giorno dell’incidente ferroviario costato la vita a 80 persone. Errore umano, probabilmente. Come tanti altri incidenti. L’errore umano esiste, ovvio, ma sempre più spesso ci dimentichiamo che nell’era dell’esplosione tecnologica l’uomo è l’anello più debole della catena.
Se ricordiamo questo, il ruolo della scuola diventa, a mio avviso, più chiaro e indispensabile, e si potrebbe anche superare la dicotomia tra materie scientifiche e materie umanistiche. Perché entrambe sono indispensabili per formare individui responsabili, consapevoli, educati nel senso più completo del termine.
Responsabilità, capacità di attenzione e concentrazione, pensiero sistemico, visione globale, partecipazione, consapevolezza, problem solving, … non sono materie scolastiche, non appartengono al mondo umanistico o scientifico, ma possono essere imparati a partire dalla scuola studiando una qualunque materia. 
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Autore: Carla Fiorentini 27 gennaio 2025
Se due individui sono sempre d'accordo su tutto, vi posso assicurare che uno dei due pensa per entrambi. - Sigmund Freud.
Autore: Carla Fiorentini 19 gennaio 2025
La comunicazione non verbale e paraverbale sono in diretto collegamento con il nostro inconscio. Così, conoscere almeno i primi rudimenti di comunicazione non verbale aiuta a conoscere meglio gli altri, interpretare il loro pensiero, comprendere i loro bisogni. Aggiungo, per chi ha già qualche conoscenza di programmazione neurolinguistica, che la postura, i movimenti, il tono di voce, contraddistinguono le tre tipologie: visivo, uditivo e cinestesico. Ciò che, invece, probabilmente tutti sappiamo, ma non ci soffermiamo mai a riflettere in merito, sono i collegamenti tra stato d’animo ed elementi di comunicazione non verbale, e come questi possano davvero aiutarci a vivere meglio. È importante ricordare che esiste un collegamento reciproco tra stato d’animo e non verbale . Mi spiego meglio. Qualunque sia la nostra postura abituale, quando siamo tristi o preoccupati la nostra prima, spesso inconscia, reazione è quella di abbassare le spalle, incassare la testa, abbassare i bordi delle labbra (una sorta di sorriso al contrario). Quando siamo allegri la nostra postura è esattamente l’opposto. E allora? Testa alta, sorriso stampato, spalle bene in fuori: credetemi, non risolve i problemi, ma cambia subito l’umore, e lo spirito con cui affrontare quello che non va. Analogamente: se siamo in uno stato d’animo d’ansia il respiro si fa più corto e affrettato, il tono di voce più acuto e le parole escono molto più in fretta. Uno sforzo volontario per respirare a pieni polmoni, modulare il tono di voce e parlare più lentamente … e l’ansia si attenua. Provare per credere!
Autore: Carla Fiorentini 13 gennaio 2025
A quasi tutti è capitato di dirlo o di sentirselo dire: facciamo qualche riflessione in merito.
Autore: Carla Fiorentini 29 dicembre 2024
Riflessioni e auguri per il nuovo anno
Autore: Carla Fiorentini 29 dicembre 2024
Pronti per il nuovo anno?
Autore: Carla Fiorentini 22 dicembre 2024
Nella vita capita che ci siano giorni di Natale strani…
Autore: Carla Fiorentini 22 dicembre 2024
Ho alcune tradizioni: ogni anno, all’arrivo del mio compleanno, mi metto a riflettere… e scrivo.
Autore: Carla Fiorentini 22 dicembre 2024
Anche quest’anno arriva il Natale, il primo senza Francesco, ma non è tempo di rimpianti o malinconie. È tempo di sogni e speranza, come deve essere il Natale.
Autore: Carla Fiorentini 2 novembre 2024
Non è facile, ma si impara a vivere nell’incertezza.
Autore: Carla Fiorentini 2 novembre 2024
Un patto complesso e composito
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