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Una spiegazione speciale

Ho frequentato un corso di crescita personale, e sono più confusa che mai. Succede, e ti racconto perché.

Una sensazione che ho provato anch’io, e una situazione che mi è stata raccontata spesso: frequentare un corso di crescita personale e, per qualche giorno, sentirsi più confusi che mai.


Ciò che sembra più strano è che questo si verifica più frequentemente e con maggiore intensità per i corsi che ci sono piaciuti di più, quelli che maggiormente ci hanno emozionato.


Ebbene: non è assolutamente strano.

Un corso che ci tocca nel profondo smuove ricordi, emozioni, scombussola. Un corso che rimane in superficie non fa niente di tutto ciò.


Quello che impariamo davvero, tutto quello che in qualche modo ci cambia, deve essere digerito e integrato in ciò che già sappiamo, a volte collocandosi e sommandosi alle nostre conoscenze e competenze, altre volte scansando, soppiantando, sostituendo conoscenze ormai obsolete.


Ci vuole un po’ di tempo e un pizzico di pazienza affinché ciò avvenga.

La confusione, beata confusione, nasce da qui.


Poco a poco, man mano che i pezzi vanno al loro posto, come in un caleidoscopio, nuove immagini si compongono ed emerge una nuova chiarezza, più solida.

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La comunicazione non verbale e paraverbale sono in diretto collegamento con il nostro inconscio. Così, conoscere almeno i primi rudimenti di comunicazione non verbale aiuta a conoscere meglio gli altri, interpretare il loro pensiero, comprendere i loro bisogni. Aggiungo, per chi ha già qualche conoscenza di programmazione neurolinguistica, che la postura, i movimenti, il tono di voce, contraddistinguono le tre tipologie: visivo, uditivo e cinestesico. Ciò che, invece, probabilmente tutti sappiamo, ma non ci soffermiamo mai a riflettere in merito, sono i collegamenti tra stato d’animo ed elementi di comunicazione non verbale, e come questi possano davvero aiutarci a vivere meglio. È importante ricordare che esiste un collegamento reciproco tra stato d’animo e non verbale . Mi spiego meglio. Qualunque sia la nostra postura abituale, quando siamo tristi o preoccupati la nostra prima, spesso inconscia, reazione è quella di abbassare le spalle, incassare la testa, abbassare i bordi delle labbra (una sorta di sorriso al contrario). Quando siamo allegri la nostra postura è esattamente l’opposto. E allora? Testa alta, sorriso stampato, spalle bene in fuori: credetemi, non risolve i problemi, ma cambia subito l’umore, e lo spirito con cui affrontare quello che non va. Analogamente: se siamo in uno stato d’animo d’ansia il respiro si fa più corto e affrettato, il tono di voce più acuto e le parole escono molto più in fretta. Uno sforzo volontario per respirare a pieni polmoni, modulare il tono di voce e parlare più lentamente … e l’ansia si attenua. Provare per credere!
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