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Un legame indissolubile: stato d'animo e respiro

Il respiro è una risorsa speciale per raggiungere uno stato d'animo positivo

Respira!

Quante volte l’abbiamo detto o ci è stato detto, quando c’è una crisi di pianto, quando c’è un attacco d’ansia o di panico, quando uno spavento ci lascia senza fiato.

L’esortazione “respira!” viene usata spesso come una specie di pronto soccorso.


Eppure il respiro è una delle funzioni automatiche di cui raramente siamo consapevoli, come il battito cardiaco.

È davvero un controsenso? Un’abitudine? O c’è di più.

Qualcosa in più c’è.

Fate un esperimento: in questo preciso momento, mentre state leggendo, prendete consapevolezza del vostro respiro e cominciate a renderlo man mano più affrettato. È difficile, vero?


Il fatto è che respiro, battito cardiaco e stato d’animo sono coordinati.

Lasciamo stare il battito cardiaco, difficile da governare (anche se sappiamo tutti che qualcuno ci riesce) e concentriamoci su respiro e stato d’animo.

  • Quando siamo in ansia, o spaventati, il nostro respiro assume ampiezza e ritmo molto diversi rispetto a quando siamo calmi e rilassati. Lo sappiamo, e possiamo averne infinite prove.

Ma il bello è che è vero anche il contrario.

  • Se, volutamente, esprimiamo un respiro ampio, con ritmo lento, lo stato d’animo è costretto a seguirlo. Se respiriamo con un ritmo calmo, rilassato, ampio, non siamo più assolutamente in grado di avere uno stato d’animo cupo, ansioso, stressato, spaventato.

Provateci, e rendete il respiro la vostra arma migliore per assumere lo stato d’animo che più vi fa star bene.

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La comunicazione non verbale e paraverbale sono in diretto collegamento con il nostro inconscio. Così, conoscere almeno i primi rudimenti di comunicazione non verbale aiuta a conoscere meglio gli altri, interpretare il loro pensiero, comprendere i loro bisogni. Aggiungo, per chi ha già qualche conoscenza di programmazione neurolinguistica, che la postura, i movimenti, il tono di voce, contraddistinguono le tre tipologie: visivo, uditivo e cinestesico. Ciò che, invece, probabilmente tutti sappiamo, ma non ci soffermiamo mai a riflettere in merito, sono i collegamenti tra stato d’animo ed elementi di comunicazione non verbale, e come questi possano davvero aiutarci a vivere meglio. È importante ricordare che esiste un collegamento reciproco tra stato d’animo e non verbale . Mi spiego meglio. Qualunque sia la nostra postura abituale, quando siamo tristi o preoccupati la nostra prima, spesso inconscia, reazione è quella di abbassare le spalle, incassare la testa, abbassare i bordi delle labbra (una sorta di sorriso al contrario). Quando siamo allegri la nostra postura è esattamente l’opposto. E allora? Testa alta, sorriso stampato, spalle bene in fuori: credetemi, non risolve i problemi, ma cambia subito l’umore, e lo spirito con cui affrontare quello che non va. Analogamente: se siamo in uno stato d’animo d’ansia il respiro si fa più corto e affrettato, il tono di voce più acuto e le parole escono molto più in fretta. Uno sforzo volontario per respirare a pieni polmoni, modulare il tono di voce e parlare più lentamente … e l’ansia si attenua. Provare per credere!
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