Propositi per il nuovo anno

Obiettivi ben formati

La Storia
Andrea: Credo di non averti mai visto così concentrato! Cosa stai facendo?
Claudio: Sto segnandomi gli obiettivi per il nuovo anno. Ascolta:
  • Io dimagrisco di 5 kg entro il 1° maggio
  • Faccio attività sportiva
  • Ricomincio a leggere libri regolarmente
  • Porto mia moglie fuori per il week end almeno una volta ogni tre mesi
  • Aiuterò di più mia moglie nei lavori di casa
Andrea: Sì, e saresti un dirigente d’azienda che gestisce decine di persone! Gli obiettivi vanno scritti secondo regole ben precise, altrimenti poi è facile barare!
Domande
  • Ciò che dice Andrea è corretto?
  • Quali sono le regole che definiscono come va strutturato un obiettivo, cioè per scrivere un obiettivo ben formato?
  • Quali degli obiettivi di Claudio non sono formulati correttamente? E perché?
Risposte
Ciò che dice Andrea è corretto?
Ciò che dice Andrea è assolutamente corretto. Non è una questione di forma, ma di impostare la struttura linguistica dell’obiettivo nella maniera ottimale affinché il nostro cervello la recepisca, la ricordi, e lavori per il raggiungimento.
Quali sono le regole che definiscono come va strutturato un obiettivo, cioè per scrivere un obiettivo ben formato?
Un obiettivo deve essere definito in maniera SMART:
S = Specifico
M = Misurabile 
A = Attraente
R = Ragionevole
T = Temporizzato
Ma un obiettivo deve anche essere Affermativo, Ecologico, Responsabilizzante
Affermativo Espresso in indicativo presente
Ecologico Non deve danneggiare altre persone né altri aspetti della vita
Responsabilizzante Espresso in prima persona, deve riguardare solo ed esclusivamente la persona stessa
Specifico Deve riguardare un solo aspetto o parametro
Misurabile Deve contenere un valore o un elemento misurabile
Attraente Deve piacere a chi lo esprime e, possibilmente, anche a chi collabora al raggiungimento
Ragionevole Ragionevole e raggiungibile. Porsi obiettivi impossibili equivale a non porsene affatto
Temporizzato Deve indicare una data entro cui raggiungere l’obiettivo
Quali degli obiettivi di Claudio non sono formulati correttamente? E perché?
  • Io dimagrisco di 5 kg entro il 1° maggio: formulato correttamente
  • Faccio attività sportiva: non è temporizzato, né specifico, né misurabile. Bisognerebbe specificare quale sport, (o quali sport), per quanto tempo e quando 
  • Ricomincio a leggere libri regolarmente: non è temporizzato né misurabile
  • Porto mia moglie fuori per il week end almeno una volta ogni tre mesi: non è responsabilizzante. Riguarda anche la moglie, che potrebbe non aver voglia di andar via per il week end
  • Aiuterò di più mia moglie nei lavori di casa: non è affermativo, né specifico, né misurabile né temporizzato (probabilmente perché non è attraente)

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La definizione di “ relazione di aiuto ” nasce nel 1951 quando Carl Rogers nel 1951 specificò che si tratta di " una relazione in cui almeno uno dei due protagonisti ha lo scopo di promuovere nell'altro la crescita, lo sviluppo, la maturità ed il raggiungimento di un modo di agire più adeguato e integrato ”. Carl Rogers è il fondatore del counseling . C’è spesso confusione tra relazione educativa e relazione di aiuto ma la confusione, a mio avviso, nasce in buona parte dal fatto che chi molto di quanto è stato scritto per argomentare le due tipologie di relazione nasce in ambito universitario e didattico, interessandosi più degli aspetti istituzionali che del lato pratico. Certamente chi educa aiuta, e chi aiuta educa , ma se ci riferiamo ad un contesto ben preciso, come quello dell’attività professionale quotidiana di un farmacista, ci sono alcune differenze molto specifiche. Ma in sostanza, serve davvero al farmacista conoscere le differenze? Il farmacista, in termini di comunicazione, svolge diversi ruoli e necessita di estrema flessibilità per passare da un ruolo all’altro o, meglio, per mettere in campo ogni volta le specifiche competenze che sono più utili. Per far meglio il proprio lavoro, o per affaticarsi meno nel farlo, è dunque utile conoscere e familiarizzare con i concetti basilari e le tecniche proprie di uno o dell’altro ruolo. Mi spiego meglio. Il farmacista vende . Non salute, ma prodotti. Le tecniche di vendita gli servono dunque per vendere meglio e anche per acquistare meglio, o saper controbattere ai venditori che incontra. Il farmacista consiglia . Il farmacista supporta il paziente e il medico per ottenere la massima adesione alle terapie. Il farmacista ha un importante ruolo sociale per migliorare salute e qualità di vita della popolazione. Le cose si complicano. Le tecniche di vendita non servono più, e in realtà non servono nemmeno quando il farmacista vuole passare dal puro atto di vendita alla più redditizia fidelizzazione del cliente. Ipotizziamo tre diverse situazioni, molto comuni nell’attività quotidiana. Il cliente presenta una prescrizione medica un po’ complessa e chiede aiuto per meglio comprendere e ricordare la posologia e la durata della terapia. In questo caso è ottimale far ricorso a tecniche di coaching , strumenti finalizzati al raggiungimento di uno specifico obiettivo. Il cliente ha un problema, non sa che fare, vuole suggerimenti e consigli, non sa neanche se andare dal medico o no. È preoccupato, ma confuso. È la classica situazione della relazione di aiuto. Il cliente ha un problema di salute. È sotto controllo medico, ma ha letto su qualche sito un po’ di tutto, sa che deve modificare il suo stile di vita o la sua alimentazione. Qui il farmacista passa al ruolo di educatore sanitario : chiarisce i dubbi, elimina le sciocchezze, fornisce suggerimenti. Ma quali sono le tecniche, le regole del gioco nei diversi ruoli? Un po’ di pazienza …
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