In maniera semplicistica possiamo dire che c’è carenza di medici, e di medici di base in particolare, di paramedici, di infermieri e di farmacisti.
Il farmacista è a disagio in quella che è, da secoli, un professione rispettata e fonte di soddisfazioni.
Non più.
Trovo corretto interrogarsi sul perché e cercare soluzioni: qualcosa si sta facendo. Ho qualche dubbio che funzionerà perché credo che tutto questo rientri in un fenomeno molto più ampio, che si è preparato negli anni, ed è esploso dopo la pandemia.
Ci sono diversi fenomeni, movimenti, che si manifestano negli ultimi anni (vi risparmierò le definizioni, ma cercherò di spiegare i fatti).
Ci sono fior di ricerche e interpretazioni sociologiche, su cui non mi addentro.
Desidero solo fare alcune considerazioni terra terra.
Non ultimo le leggi che governano la nostra vita sono diventate estremamente precarie, cambiando repentinamente, e le guerre, che guardano da vicino anche la vecchia Europa, minacciano ogni sicurezza.
In pratica ci mancano le sicurezze non solo per il futuro, ma anche come strumenti per costruire il futuro. E non aiutano né la miopia diffusa tra i governanti né le modalità sempre più scandalistiche e terroristiche di diffusione delle notizie.
Viviamo una precarietà emozionale ed economica. Non stupisce, quindi, che le giovani generazioni contribuiscano a stravolgere ogni modalità che, prima, poteva essere chiamata normalità.