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Altri vampiri tra noi

Continuiamo a conoscere i vampiri delle emozioni che sono tra noi.

In un articolo precedente abbiamo esaminato una tipologia di vampiri, quelli “fragili”, sempre apparentemente bisognosi di aiuto. Non sono i soli vampiri che incontriamo. Ci sono anche i vampiri “generosi”.
I vampiri generosi, o altruisti, sono quelli che sanno sempre cosa è meglio per gli altri. La loro vita è un disastro, ma poco importa, perché loro non se ne curano. Si occupano esclusivamente della vita degli altri, dando consigli non richiesti, e dichiarando che lo fanno “per il vostro bene”.
Lo ripetono costantemente: tutto quello che dicono e fanno è per il bene di qualcun altro. Come si fa a mandare al diavolo persone così altruiste e generose?
I vampiri generosi non ammettono mai di fare qualcosa, qualunque cosa, per un proprio vantaggio, per se stessi. Il pensiero non li sfiora. Fanno tutto per gli altri. Ovviamente, in cambio, si aspettano che gli altri facciano esattamente tutto ciò che loro consigliano, pena la scomunica. In cambio si aspettano che tutto ciò che di positivo accade agli altri venga ascritto loro come un merito, e per tutto ciò che non va nella vita degli altri hanno pronte ulteriori istruzioni.
Sono infelici, come tutti i vampiri, profondamente infelici.
A sentir loro, si sacrificano perennemente per il bene degli altri, e il loro costante sacrificio non viene riconosciuto.
Non cercate di spiegare che non volete il loro sacrificio, che sapete sbagliare benissimo anche senza i loro consigli, che più del 99% degli ammaestramenti che vi hanno fornito erano non richiesti: non vi ascolteranno mai.
È anche assolutamente inutile cercare di spiegare a questi vampiri che persino i San Francesco, o Madre Teresa di Calcutta, hanno sempre dichiarato di fare tutto per la gioia di farlo, che non hanno mai nemmeno pensato di fare del bene sacrificandosi per gli altri, che non hanno mai chiesto nulla in cambio. Perché l’unica modalità per aiutare gli altri è essere felici e trasmettere la felicità: nulla a che vedere con il sacrificio.
Non vi ascolteranno, e se riuscirete a far passare qualche parola vi diranno che siete egoisti, e ovviamente che sbagliate.
Non c’è modo di ragionare con questi vampiri, perché sanno solo vivere la vita degli altri, per procura. La vera soluzione sarebbe quella di evitarli fin dall’inizio, ma è difficile: si presentano come vostri supporter nei momenti in cui siete più deboli. E continuano a desiderare, inconsciamente, che voi siate deboli e infelici, altrimenti non avete più bisogno del loro aiuto e delle loro istruzioni.
Difficile ammetterlo, e ancor più difficile metterlo in pratica, ma l’unica soluzione è fuggire, sfuggirgli, mettersi in salvo, barricarsi emotivamente.

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Ero in farmacia, in attesa. Un’attesa piuttosto lunga visto che si trattava di una farmacia che fa il servizio di prenotazione degli esami e delle visite. Mi annoiavo ed ho cominciato a guardarmi attorno e, confesso, ad ascoltare le chiacchiere degli altri utenti in attesa. Mi ha fatto piacere incontrarti, ma perché vieni in questa farmacia? Non c’è la farmacia XXX più vicino a casa tua ? Sì, la farmacia XXX è decisamente più vicina, ma qui sorridono. Lì sono sempre scorbutici e a volte rispondono anche scocciati se chiedi informazioni. Forse è perché … Ecco. Smetto di ascoltare, e non saprò mai il presunto motivo per cui, nell’altra farmacia, sono scorbutici. Il dialogo è stato illuminante soprattutto per chi, come me, si occupa di comunicazione e management. Mi occupo, e preoccupo, di insegnare tecniche, di cercare le parole giuste, di spiegare modalità di comunicazione, di identificare esempi e suggerimenti, di incrementare hard skills e soft skills, ma ci si dimentica dell’essenziale: il sorriso . Entrare in farmacia, per qualunque motivo, e trovare il farmacista che sorride è un validissimo motivo per scegliere una farmacia invece di un’altra, magari più comoda. Però, attenzione, deve trattarsi di un sorriso vero. Esiste una netta differenza tra un vero sorriso e uno falso, voluto, determinato da movimenti volontari dei muscoli facciali. La differenza è dimostrabile tecnicamente, e per moltissime persone è percepibile a livello inconscio. Il farmacista che sorride non fa una smorfia movimentando le labbra all’insù: sorride veramente. Eppure anche il farmacista può avere problemi personali, attraversare un periodo nero, essere triste o preoccupato. Ciò che spesso dimentichiamo è che siamo noi ad avere uno specifico stato d’animo, e invece spesso ci comportiamo come se fosse lo stato d’animo, soprattutto se negativo, ad avere il pieno possesso di noi. È assolutamente possibile accantonare uno stato di infelicità per un certo periodo, dando spazio a veri sorrisi. Come? Qui le tecniche, gli esercizi e le riflessioni contenuti anche in questo sito, possono essere di aiuto: pensieri felici, meditazione, comunicazione, possono fare la differenza, quando è necessario. Ma il primo passo è personale: bisogna volerlo. Per quanto storte vadano le cose, ogni tanto si può dare una vacanza al dolore, dedicarsi agli altri, anche fornendo sorridendo la medicina prescritta o il consiglio richiesto.
Autore: Carla Fiorentini 15 settembre 2024
Da molti anni il mondo delle aziende utilizza quello che viene definito management by objective : gestione per obiettivi . Si tratta di definire uno o più obiettivi e perseguirli per un certo periodo di tempo. La scuola si è poi adeguata, anche se non sempre parla di obiettivi o di piani strategici, ma si affida ad una serie di sigle e burocrazie che, più o meno, hanno la stessa funzione. Parlare quindi di obiettivi per il nuovo anno scolastico è del tutto legittimo. Eppure … La gestione per obiettivi ha, da tempo, evidenziato una serie di limiti e problemi nel mondo aziendale , ed è triste vedere la scuola che, in ritardo, si adegua ad imitare anche gli errori dell’industria. Attenzione, però, non prendere questo come una scusa per non pianificare il nuovo anno alle porte, anzi. Si tratta di aggiungere, non di togliere. Se mi seguite sapete bene che io mi fisso una serie di obiettivi, in diverse occasioni, dunque apparentemente faccio qualcosa che ho appena dichiarato inutile. Dov’è il trucco? Gli obiettivi servono, funzionano, hanno un senso solo se inseriti in un contesto di Vision, cioè di aspirazione e desiderio globale di realizzazione di qualcosa di importante. La Vision offre il contesto da realizzare, gli obiettivi discendono da questo e permettono, a loro volta, di tradurre in azioni pratiche e giungere alla realizzazione concreta. Il consiglio è quindi di utilizzare queste ultime settimane prima dell’inizio delle lezioni per identificare la vostra Vision, in vostro sogno per il nuovo anno. Ti chiedi quali sono le differenze sostanziali tra obiettivi e vision? La risposta, per quanto limitata all'essenziale, è nella vignetta qui sotto. Gli obiettivi sono, sostanzialmente, contenuti anche nei programmi ministeriali. Personalmente suggerisco di dedicare un po' di tempo a ragionarci su, declinarli, scriverli con un linguaggio che risuoni. Tuttavia gli obiettivi sono fortemente razionali: cosa insegnare, come, in quali tempi, quali livelli di conoscenza far sviluppare negli studenti... In pratica, gli obiettivi servono per riempire il secchio delle competenze. La vision è il sogno da condividere e realizzare insieme alla classe, e ad ogni singolo studente. In pratica, quale fuoco accendere. Nella vision possiamo stabilire che tipo di atmosfera vogliamo creare, quali valori desideriamo trasmettere, che insegnante desideriamo essere, quale impronta lasciare per il futuro della classe e di ogni singolo studente, e molto altro.
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