Abito ineccepibile, testa alta e sguardo intenso
Una modalità utile per entrare in sintonia con il cliente
Storia
La signora entrò in farmacia. Testa e schiena dritta, vestita in modo molto curato fin nei minimi particolari.
- Buon giorno, vorrei una crema idratante antirughe, uno scrub leggero per il viso, una crema per il corpo …
Parlava velocemente, come se le parole non avessero la stessa velocità dei suoi pensieri.
- Buon giorno. Ha già in mente una marca, o posso suggerirle qualcosa?
- Guardi, della marca mi importa poco, basta che siano prodotti validi. Quello che desidero ottenere è una pelle luminosa. Stamattina mi sono guardata e improvvisamente mi sono ritrovata con la pelle spenta, ho visto persino qualche macchia.
- Mi ascolti, e mi segua. Posso consigliarle alcuni prodotti eccezionali, che le faranno ritrovare la pelle uniforme, morbida e levigata …
Domande
- Le caratteristiche della cliente descrivono un tipo particolare, che in comunicazione ha una definizione precisa. Quale?
- Alla luce delle caratteristiche espresse, il linguaggio dell’addetta alla cosmesi è adeguato e in sintonia con la cliente o potrebbe esprimersi in maniera diversa?
Risposte
Le caratteristiche della cliente descrivono un tipo particolare, che in comunicazione ha una definizione precisa. Quale?
La cliente manifesta diverse caratteristiche della persona definita “Visiva”, cioè che usa la vista come filtro sensoriale prevalente.
La postura descritta: testa e schiena dritta, è quella tipica, così come l’abbigliamento ineccepibile.
Anche il modo di parlare è tipico del visivo, che parla velocemente perché le immagini sono più rapide delle parole.
Il linguaggio, nonostante e poche parole, contiene alcuni vocaboli tipici: guardi, pelle luminosa, pelle spenta.
Alla luce delle caratteristiche espresse, il linguaggio dell’addetta alla cosmesi è adeguato e in sintonia con la cliente o potrebbe esprimersi in maniera diversa?
Il linguaggio dell’addetta non è in sintonia con la cliente.
Mi ascolti, e mi segua. Posso consigliarle alcuni prodotti eccezionali, che le faranno ritrovare la pelle uniforme, morbida e levigata …
Mi ascolti è un’espressione tipica dell’uditivo,
la pelle uniforme, morbida e levigata sono invece terminologie del cinestesico.

La definizione di “ relazione di aiuto ” nasce nel 1951 quando Carl Rogers nel 1951 specificò che si tratta di " una relazione in cui almeno uno dei due protagonisti ha lo scopo di promuovere nell'altro la crescita, lo sviluppo, la maturità ed il raggiungimento di un modo di agire più adeguato e integrato ”. Carl Rogers è il fondatore del counseling . C’è spesso confusione tra relazione educativa e relazione di aiuto ma la confusione, a mio avviso, nasce in buona parte dal fatto che chi molto di quanto è stato scritto per argomentare le due tipologie di relazione nasce in ambito universitario e didattico, interessandosi più degli aspetti istituzionali che del lato pratico. Certamente chi educa aiuta, e chi aiuta educa , ma se ci riferiamo ad un contesto ben preciso, come quello dell’attività professionale quotidiana di un farmacista, ci sono alcune differenze molto specifiche. Ma in sostanza, serve davvero al farmacista conoscere le differenze? Il farmacista, in termini di comunicazione, svolge diversi ruoli e necessita di estrema flessibilità per passare da un ruolo all’altro o, meglio, per mettere in campo ogni volta le specifiche competenze che sono più utili. Per far meglio il proprio lavoro, o per affaticarsi meno nel farlo, è dunque utile conoscere e familiarizzare con i concetti basilari e le tecniche proprie di uno o dell’altro ruolo. Mi spiego meglio. Il farmacista vende . Non salute, ma prodotti. Le tecniche di vendita gli servono dunque per vendere meglio e anche per acquistare meglio, o saper controbattere ai venditori che incontra. Il farmacista consiglia . Il farmacista supporta il paziente e il medico per ottenere la massima adesione alle terapie. Il farmacista ha un importante ruolo sociale per migliorare salute e qualità di vita della popolazione. Le cose si complicano. Le tecniche di vendita non servono più, e in realtà non servono nemmeno quando il farmacista vuole passare dal puro atto di vendita alla più redditizia fidelizzazione del cliente. Ipotizziamo tre diverse situazioni, molto comuni nell’attività quotidiana. Il cliente presenta una prescrizione medica un po’ complessa e chiede aiuto per meglio comprendere e ricordare la posologia e la durata della terapia. In questo caso è ottimale far ricorso a tecniche di coaching , strumenti finalizzati al raggiungimento di uno specifico obiettivo. Il cliente ha un problema, non sa che fare, vuole suggerimenti e consigli, non sa neanche se andare dal medico o no. È preoccupato, ma confuso. È la classica situazione della relazione di aiuto. Il cliente ha un problema di salute. È sotto controllo medico, ma ha letto su qualche sito un po’ di tutto, sa che deve modificare il suo stile di vita o la sua alimentazione. Qui il farmacista passa al ruolo di educatore sanitario : chiarisce i dubbi, elimina le sciocchezze, fornisce suggerimenti. Ma quali sono le tecniche, le regole del gioco nei diversi ruoli? Un po’ di pazienza …







