Layout del blog

Trovare il modo

Forse non è indispensabile attende una riforma scolastica...

Storia
So che quest’estate hai studiato! Hai imparato anche qualcosa di utile?
Sì, a tutte e due le domande. Ho cominciato mettendo ordine negli appunti e riflettendo su tutto quello che avevamo imparato sulle tecniche di comunicazione, poi ho cominciato a fare gli esercizi e sperimentare (in gergo si dice prototipare: sperimenti, fai le prove, aggiusti, riprovi) poi ho studiato i livelli logici della PNL, le tecniche di coaching, diversi testi di leadership incluso l’aspetto degli stili sociali. 
Belle cose, ma mi sembra tutta teoria!
No, assolutamente. Ad esempio, ma è solo un esempio, i livelli logici sono utili per dare feedback corretti e utili ai ragazzi. Ma non mi sono mica fermata qui! Sai che esistono diversi concetti di leadership? E che ti consentono di modulare a seconda delle situazioni. E poi, man mano che andavo avanti, mi sono accorta che dovevo affrontare alcuni miei comportamenti che mi creano problemi. Poi mi sono messa a migliorare le mie capacità di ascolto, di dialogo, di lavoro in gruppo. E più andavo avanti più mi rendevo conto che tutto questo incide profondamente su di me come persona. Mi sembra quasi di aver fatto un periodo di esercizi spirituali! Ho passato alcune brutte giornate a riesaminare gli avvenimenti principali della mia vita e capire perché avevo fatto alcune scelte, ma oggi mi sento più libera, più serena.
E dal punto di vista scolastico? Hai trovato altre cose che possono servire? Certo, finché non fanno una bella riforma della scuola non possiamo fare niente, ma l’idea di affrontare un altro anno come l’anno scorso mi fa venire i brividi!
Tanto per cominciare essendo cambiata io, essendo più serena e consapevole, credo che sarò anche un’insegnante migliore. Sicuramente con i figli quello che ho fatto mi è stato utile: la settimana scorsa ho spiato la pagina facebook di mia figlia e ha scritto cose bellissime su di me a una sua amica. Ma poi penso che quest’anno proporrò un progetto per identificare la vision condivisa del comprensivo: credo possa essere utile per invertire quel processo di perdita degli studenti che ci sta danneggiando. Poi ho scoperto che è possibile potenziare il pensiero sistemico nei nostri alunni anche in maniera abbastanza semplice e che ci sono modi per sviluppare l’apprendimento di gruppo, facendo sì che la classe impari più di quello che imparerebbero i singoli alunni da soli. non so ancora come si fa esattamente, ma la cosa mi affascina. Non ho intenzione di aspettare la riforma scolastica!
Domande
  • E tu? Hai intenzione di aspettare l’ennesima riforma scolastica?
Risposte
E tu? Hai intenzione di aspettare l’ennesima riforma scolastica?
Credo sia ovvio che la domanda è retorica. 

Autore: Carla Fiorentini 2 novembre 2024
Non è facile, ma si impara a vivere nell’incertezza.
Autore: Carla Fiorentini 2 novembre 2024
Un patto complesso e composito
Autore: Carla Fiorentini 2 novembre 2024
Un insegnate può fare la differenza
Autore: Carla Fiorentini 28 ottobre 2024
Non sono nostalgica, ma sono abbastanza vecchia per ricordare tempi diversi.
Autore: Carla Fiorentini 14 ottobre 2024
Il patto di fiducia scolastico si è sfilacciato poco a poco, e ora rimangono pochi, sottilissimi fili.
Autore: Carla Fiorentini 14 ottobre 2024
Conosci la storia della rana bollita?
Autore: Carla Fiorentini 23 settembre 2024
La nostra vita, e il nostro ben-essere, sono fortemente influenzati dai patti di fiducia.
Autore: Carla Fiorentini 23 settembre 2024
La nostra vita, e il nostro ben-essere, sono fortemente influenzati dai patti di fiducia.
Autore: Carla Fiorentini 15 settembre 2024
Ero in farmacia, in attesa. Un’attesa piuttosto lunga visto che si trattava di una farmacia che fa il servizio di prenotazione degli esami e delle visite. Mi annoiavo ed ho cominciato a guardarmi attorno e, confesso, ad ascoltare le chiacchiere degli altri utenti in attesa. Mi ha fatto piacere incontrarti, ma perché vieni in questa farmacia? Non c’è la farmacia XXX più vicino a casa tua ? Sì, la farmacia XXX è decisamente più vicina, ma qui sorridono. Lì sono sempre scorbutici e a volte rispondono anche scocciati se chiedi informazioni. Forse è perché … Ecco. Smetto di ascoltare, e non saprò mai il presunto motivo per cui, nell’altra farmacia, sono scorbutici. Il dialogo è stato illuminante soprattutto per chi, come me, si occupa di comunicazione e management. Mi occupo, e preoccupo, di insegnare tecniche, di cercare le parole giuste, di spiegare modalità di comunicazione, di identificare esempi e suggerimenti, di incrementare hard skills e soft skills, ma ci si dimentica dell’essenziale: il sorriso . Entrare in farmacia, per qualunque motivo, e trovare il farmacista che sorride è un validissimo motivo per scegliere una farmacia invece di un’altra, magari più comoda. Però, attenzione, deve trattarsi di un sorriso vero. Esiste una netta differenza tra un vero sorriso e uno falso, voluto, determinato da movimenti volontari dei muscoli facciali. La differenza è dimostrabile tecnicamente, e per moltissime persone è percepibile a livello inconscio. Il farmacista che sorride non fa una smorfia movimentando le labbra all’insù: sorride veramente. Eppure anche il farmacista può avere problemi personali, attraversare un periodo nero, essere triste o preoccupato. Ciò che spesso dimentichiamo è che siamo noi ad avere uno specifico stato d’animo, e invece spesso ci comportiamo come se fosse lo stato d’animo, soprattutto se negativo, ad avere il pieno possesso di noi. È assolutamente possibile accantonare uno stato di infelicità per un certo periodo, dando spazio a veri sorrisi. Come? Qui le tecniche, gli esercizi e le riflessioni contenuti anche in questo sito, possono essere di aiuto: pensieri felici, meditazione, comunicazione, possono fare la differenza, quando è necessario. Ma il primo passo è personale: bisogna volerlo. Per quanto storte vadano le cose, ogni tanto si può dare una vacanza al dolore, dedicarsi agli altri, anche fornendo sorridendo la medicina prescritta o il consiglio richiesto.
Autore: Carla Fiorentini 15 settembre 2024
Da molti anni il mondo delle aziende utilizza quello che viene definito management by objective : gestione per obiettivi . Si tratta di definire uno o più obiettivi e perseguirli per un certo periodo di tempo. La scuola si è poi adeguata, anche se non sempre parla di obiettivi o di piani strategici, ma si affida ad una serie di sigle e burocrazie che, più o meno, hanno la stessa funzione. Parlare quindi di obiettivi per il nuovo anno scolastico è del tutto legittimo. Eppure … La gestione per obiettivi ha, da tempo, evidenziato una serie di limiti e problemi nel mondo aziendale , ed è triste vedere la scuola che, in ritardo, si adegua ad imitare anche gli errori dell’industria. Attenzione, però, non prendere questo come una scusa per non pianificare il nuovo anno alle porte, anzi. Si tratta di aggiungere, non di togliere. Se mi seguite sapete bene che io mi fisso una serie di obiettivi, in diverse occasioni, dunque apparentemente faccio qualcosa che ho appena dichiarato inutile. Dov’è il trucco? Gli obiettivi servono, funzionano, hanno un senso solo se inseriti in un contesto di Vision, cioè di aspirazione e desiderio globale di realizzazione di qualcosa di importante. La Vision offre il contesto da realizzare, gli obiettivi discendono da questo e permettono, a loro volta, di tradurre in azioni pratiche e giungere alla realizzazione concreta. Il consiglio è quindi di utilizzare queste ultime settimane prima dell’inizio delle lezioni per identificare la vostra Vision, in vostro sogno per il nuovo anno. Ti chiedi quali sono le differenze sostanziali tra obiettivi e vision? La risposta, per quanto limitata all'essenziale, è nella vignetta qui sotto. Gli obiettivi sono, sostanzialmente, contenuti anche nei programmi ministeriali. Personalmente suggerisco di dedicare un po' di tempo a ragionarci su, declinarli, scriverli con un linguaggio che risuoni. Tuttavia gli obiettivi sono fortemente razionali: cosa insegnare, come, in quali tempi, quali livelli di conoscenza far sviluppare negli studenti... In pratica, gli obiettivi servono per riempire il secchio delle competenze. La vision è il sogno da condividere e realizzare insieme alla classe, e ad ogni singolo studente. In pratica, quale fuoco accendere. Nella vision possiamo stabilire che tipo di atmosfera vogliamo creare, quali valori desideriamo trasmettere, che insegnante desideriamo essere, quale impronta lasciare per il futuro della classe e di ogni singolo studente, e molto altro.
Show More
Share by: