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Proattivo o Reattivo - Esercizio

Un esercizio per acquisire flessibilità nel metaprogramma Proattivo - Reattivo

Dopo aver esaminato la teoria relativa a questo metaprogramma nell’articolo Il metaprogramma Proattivo - Reattivo, aver determinato qual è il metaprogramma prevalente nel post Proattivo o Reattivo – Test, è arrivato il momento di diventare più flessibili con un esercizio molto semplice

Razionale dell’esercizio
Ci sono persone che prendono costantemente in mano il proprio destino. Ci sono persone che attendono gli eventi. Le prime vengono definite proattive, le seconde reattive.
Ribadisco che non c’è un comportamento migliore, e che generalmente non siamo rigidamente codificabili sempre in una categoria. Tuttavia abbiamo dei comportamenti prevalenti, e talvolta non risultano essere utili, quindi conviene essere disponibili a provare anche un comportamento diverso.

Esercizio
Se il tuo programma preponderante è reattivo
  • Fai una lista dei tuoi desideri.
  • Poi riprendi la lista, e riscrivi i desideri iniziando ogni frase con Io voglio
  • Identifica un’azione pratica che puoi fare, da subito, per realizzare i tuoi desideri
  • Proponi ai tuoi familiari, o ai tuoi amici, una meta per il week end, un nuovo ristorante da sperimentare e un libro da leggere
  • Siediti, rilassati, e immagina il luogo più perfetto dove vorresti vivere, nei minimi particolari
Se il tuo programma preponderante è proattivo
  • Fai la lista di tutte le occasioni inaspettate che ti sono capitate
  • Presta attenzione alle coincidenze
  • Rivivi l’emozione delle sorprese nei regali di quando eri bambino

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La comunicazione non verbale e paraverbale sono in diretto collegamento con il nostro inconscio. Così, conoscere almeno i primi rudimenti di comunicazione non verbale aiuta a conoscere meglio gli altri, interpretare il loro pensiero, comprendere i loro bisogni. Aggiungo, per chi ha già qualche conoscenza di programmazione neurolinguistica, che la postura, i movimenti, il tono di voce, contraddistinguono le tre tipologie: visivo, uditivo e cinestesico. Ciò che, invece, probabilmente tutti sappiamo, ma non ci soffermiamo mai a riflettere in merito, sono i collegamenti tra stato d’animo ed elementi di comunicazione non verbale, e come questi possano davvero aiutarci a vivere meglio. È importante ricordare che esiste un collegamento reciproco tra stato d’animo e non verbale . Mi spiego meglio. Qualunque sia la nostra postura abituale, quando siamo tristi o preoccupati la nostra prima, spesso inconscia, reazione è quella di abbassare le spalle, incassare la testa, abbassare i bordi delle labbra (una sorta di sorriso al contrario). Quando siamo allegri la nostra postura è esattamente l’opposto. E allora? Testa alta, sorriso stampato, spalle bene in fuori: credetemi, non risolve i problemi, ma cambia subito l’umore, e lo spirito con cui affrontare quello che non va. Analogamente: se siamo in uno stato d’animo d’ansia il respiro si fa più corto e affrettato, il tono di voce più acuto e le parole escono molto più in fretta. Uno sforzo volontario per respirare a pieni polmoni, modulare il tono di voce e parlare più lentamente … e l’ansia si attenua. Provare per credere!
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