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Mollicci e dissennatori nella vita vera

Imparare da Harry Potter

Per chi non è esperto della saga di Harry Potter segnalo che

  • i dissennatori (Dementors nell’originale) sono creature terrificanti e spettrali, sono privi di occhi ma dotati di fauci con cui assorbono dalle persone intorno a loro tutte le emozioni ed i ricordi positivi, che costituiscono il loro nutrimento, lasciando loro solo le esperienze negative, fino a farle impazzire dalla disperazione.
  • I Mollicci sono invece Mutaforma che assumono l'aspetto di ciò che ritiene possa più spaventare chi lo guarda.

Nella vita, praticamente tutti incontriamo mollicci e dissennatori: si tratta di identificarli e applicare l’apposita formula magica.

  • Per neutralizzare un molliccio la formula è ridiculus: immaginarlo rivestito o trasformato in qualcosa che sia, appunto, ridicolo.
  • Vanificare un dissennatore è più difficile: si tratta di evocare un patronus, una specie di spirito guida protettivo, richiamando un pensiero felice molto potente.

Questa è la premessa o, se preferisci, la teoria. Ma la pratica?

Professori feroci, bulli, genitori anaffettivi, eventi traumatici, dolori, lutti, amici che tradiscono, amori infelici…

Una o più di queste situazioni sono presenti nella vita di ciascuno.

Sono mollicci o dissennatori?

Posso solo esporti il mio parere.

Spesso ci sembrano dissennatori: ci sono eventi che influiscono su tutta la vita, ci cambiano nel profondo, ci tolgono ogni calore e felicità.

Io credo che tutte le esperienze negative siano mollicci. Fanno paura, generano terrore, ma sono mollicci.

Possono essere dissennatori quando accadono, ma possiamo trasformarli in mollicci, e poi neutralizzarli.

Rimangono dissennatori solo “con il nostro aiuto”, e con il nostro aiuto possiamo persino trasformare un molliccio in un dissennatore.

Non basta il dolore, il trauma, per avere un dissennatore: serve molto di più.


In Harry Potter i mollicci sono espressione delle nostre paure, delle sofferenze sperimentate o subite: nascono dall’interno rispecchiando un evento o una persona esterna. I dissennatori, invece, esistono di per sé, sono i guardiani della prigione, e sono alle dipendenze del ministero della magia: sono l’espressione del male del mondo.

Fanno paura, certo, ma non sono le nostre paure interiori. Agiscono eliminando tutto il calore, il bello, il buono, esistente in noi. Ma, per quanto sembri strano, al di fuori del mondo magico il dissennatore ha solo il potere che noi gli concediamo.


Accantonando un attimo le parafrasi, Happy Potter ci racconta che servono due cose per proteggerci davvero: le risate, l’ironia, e i pensieri felici, la memoria delle piccole gioie intense. E questo vale nella vita reale.

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Se due individui sono sempre d'accordo su tutto, vi posso assicurare che uno dei due pensa per entrambi. - Sigmund Freud.
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La comunicazione non verbale e paraverbale sono in diretto collegamento con il nostro inconscio. Così, conoscere almeno i primi rudimenti di comunicazione non verbale aiuta a conoscere meglio gli altri, interpretare il loro pensiero, comprendere i loro bisogni. Aggiungo, per chi ha già qualche conoscenza di programmazione neurolinguistica, che la postura, i movimenti, il tono di voce, contraddistinguono le tre tipologie: visivo, uditivo e cinestesico. Ciò che, invece, probabilmente tutti sappiamo, ma non ci soffermiamo mai a riflettere in merito, sono i collegamenti tra stato d’animo ed elementi di comunicazione non verbale, e come questi possano davvero aiutarci a vivere meglio. È importante ricordare che esiste un collegamento reciproco tra stato d’animo e non verbale . Mi spiego meglio. Qualunque sia la nostra postura abituale, quando siamo tristi o preoccupati la nostra prima, spesso inconscia, reazione è quella di abbassare le spalle, incassare la testa, abbassare i bordi delle labbra (una sorta di sorriso al contrario). Quando siamo allegri la nostra postura è esattamente l’opposto. E allora? Testa alta, sorriso stampato, spalle bene in fuori: credetemi, non risolve i problemi, ma cambia subito l’umore, e lo spirito con cui affrontare quello che non va. Analogamente: se siamo in uno stato d’animo d’ansia il respiro si fa più corto e affrettato, il tono di voce più acuto e le parole escono molto più in fretta. Uno sforzo volontario per respirare a pieni polmoni, modulare il tono di voce e parlare più lentamente … e l’ansia si attenua. Provare per credere!
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