Amo la lingua italiana, ricca di vocaboli e sfumature, ma ogni tanto ci sono termini che generano confusione e, si sa, la confusione linguistica è caos di pensiero. Modestia è una di quelle parole che meritano un approfondimento, qualche riflessione, e un pizzico di spirito polemico.
Tu cosa pensi? La modestia è una virtù o un difetto?
L’enciclopedia Treccani definisce la modestia: Qualità morale, opposta alla vanità e alla presunzione, consistente nel non sentire e non mostrare vanto dei proprî meriti
Però tra i sinonimi c’è anche squallore, pochezza…
La faccenda si ingarbuglia!
O forse no.
La questione non è essere modesti nell’anima e declamare a gran voce quanto siamo bravi sui social: non è facile, si rischia la schizofrenia ed è ampiamente dimostrato che si vende di più essendo se stessi anziché facendo finta di essere qualcos’altro.
Non si tratta neanche di imparare ad essere modesti, o viceversa.
Sì, certo, se la faccenda riguarda la modestia per scarsa autostima, si può migliorare, ma qui si parla di modestia come caratteristica “dell’anima”.
E, in questo caso, dimentichiamoci anche “la via di mezzo” o “il giusto equilibrio”.
Ma siamo daccapo: modestia è virtù o difetto?
Un aiuto ci arriva dall’I Ching, che dedica un esagramma alla modestia.
In pratica, come recita un proverbio, Se il tuo lume brilla più degli altri siine felice, ma non spegnere mai il lume degli altri per far brillare il tuo.
Secondo me la conclusione è chiara: modestia è una virtù fatta di consapevolezza dei propri talenti, rispetto di sé che rifugge il sentirsi migliore degli altri.