Il mondo del lavoro suddivide le competenze in soft skills e hard skills, e dà sempre maggior importanza alle prime.
Per fare dei parallelismi con concetti noti possiamo dire che le hard skills sono quelle del sapere e del saper fare, mentre le soft skills sono quelle del saper essere.
Personalmente trovo piuttosto ironica la terminologia inglese che definisce “pesanti” o “difficili, complicate” le competenze tecniche e “tenui, sommesse” le competenze personali: è molto più difficile imparare ad essere che imparare tecniche o acquisire informazioni.
In ambito scolastico possiamo dire che le hard skills di un insegnante sono le sue materie di insegnamento, mentre il saper insegnare fa parte delle soft skills. Ma non è questo l’argomento che, oggi, desidero trattare.
Ciò che mi interessa condividere è legato ad alcune riflessioni sull’apprendimento e l’insegnamento delle soft skills. Perché, a dispetto di tante convinzioni e, soprattutto, pregiudizi, le soft skills possono essere imparate e insegnate, a qualunque età.
Alcune università, e poche scuole secondarie, hanno iniziato da qualche anno ad insegnare argomenti e tematiche che possono essere annoverate tra le soft skills, ma si può fare molto di più.
E soprattutto sarebbe opportuno trasmettere questi insegnamenti nella scuola primaria, facilitando così l’intero percorso di vita degli alunni.
È possibile? Sì, non è neanche tanto difficile, e non richiede, per poter far qualcosa, né grandi progetti né grandi investimenti. In pratica: possiamo cominciare subito, nella speranza che prima o poi chi si occupa e preoccupa di riforme scolastiche inserisca queste competenze nei programmi, formando i docenti.