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Ma che storia è

Diversi modi di comprendere e ricordare la Storia

La PNL (programmazione neuroliguistica) ha dimostrato che ciascuno di noi vede il mondo in maniera diversa, e lo legge attraverso una serie di filtri e modalità.
Tra questi ci sono alcuni filtri secondari particolarmente interessanti 
  • Attività
  • Persone
  • Informazioni
  • Cose
Filtro Attività
  • Qualcuno vede il mondo, e disegna la sua mappa, attraverso il filtro attività. Queste persone hanno un costante bisogno di fare, e raccontano sempre le cose che stanno facendo o hanno fatto o che faranno. La loro vita è piena di azioni: lavoro, sport, hobby. Qualunque cosa pur di fare. Il loro linguaggio è costellato di verbi indicanti azioni. Chi sente l’influenza del filtro persone è decisamente inadatto alla vita contemplativa, ma soprattutto soffre i periodi di inattività e non sopporta le attese.
Filtro Persone
  • Qualcuno vede il mondo, e disegna la sua mappa, attraverso il filtro persone. Chi usa questo filtro sarà sempre circondato da altra gente, le relazioni interpersonali hanno un ruolo dominante e imprescindibile, tanto che ricorderà benissimo i nomi delle persone che incontra. Facendo degli altri il punto di riferimento, costoro riescono solitamente a capirne il carattere e le qualità. Chi usa il filtro persone fatica a stare solo, e ha bisogno di un lavoro che gli permetta di stare in mezzo alla gente. Il linguaggio rispecchia le caratteristiche indicate: ci saranno numerosi riferimenti a terze persone, spesso citate per nome, e segnalazioni relative a persone incontrate più che ad ogni altro elemento.
Filtro Informazioni
  • Qualcuno vede il mondo, e disegna la sua mappa, attraverso il filtro informazioni. Chi usa questo filtro tende a dare moltissime spiegazioni (anche non richieste o non necessarie): il suo fine è quello di fornire una concatenazione logica di informazioni e di eventi. Questo tipo di persone usa spesso la categoria logica di causa-effetto ed il suo linguaggio sarà ricco di congiunzione e avverbi che colleghino e rendano coerente un disegno logico inteso a svelare quello che c’è dietro. Però il linguaggio sarà spesso di tipo astratto, privilegiando appunto la logica, le connessioni e gli eventi piuttosto che le persone o le azioni. Chi vede il mondo attraverso il filtro informazioni ha bisogno di “capire” e di trovare una logica ed una coerenza a tutto, altrimenti si sente insicura e a disagio.
Filtro Cose
  • Qualcuno vede il mondo, e disegna la sua mappa, attraverso il filtro cose. Queste persone hanno la vita, e la conversazione, costellata di oggetti. Ricorderà perfettamente, nei minimi particolari, gli oggetti che ha visto in un negozio, ma non la commessa. Le cose sono il suo riferimento, le caratteristiche tecniche degli oggetti la sua passione. Però se la conversazione verte su temi personali sarà a disagio, e se ciò che deve fare richiede elementi astratti sarà a disagio e tende ad estraniarsi.
Parlando di storia questi filtri sono molto evidenti, e ne ho avuto la riprova durante una chiacchierata con alcuni amici.
Tra tutti avremmo potuto scrivere un testo, ma ciascuno di noi avrebbe dovuto curarne solo una parte ben specifica.
  • Mario conosce tutte le date: tutte! Può mettere in ordine cronologico qualunque cosa. 
  • Jerry conosce nei dettagli ciò che accadeva: la politica, gli aspetti della società, i modi di vivere delle persone.
  • Andrea sa tutto dei monumenti, di come sono stati costruiti e da chi, della diverse opere pubbliche, le strade, le conquiste.
  • Io conosco il gossip storico: delle dinastie ho imparato chi ha fatto cosa, come vive, con chi era imparentato.
Tutti insieme costruiamo un puzzle quasi completo. E sì che abbiamo studiato storia almeno 30 anni fa (abbiamo tutti superato i 60 e abbiamo lauree che non hanno nulla a che vedere con la storia). Ma presi separatamente riusciremmo a malapena a prendere una sufficienza alle scuole elementari!

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La comunicazione non verbale e paraverbale sono in diretto collegamento con il nostro inconscio. Così, conoscere almeno i primi rudimenti di comunicazione non verbale aiuta a conoscere meglio gli altri, interpretare il loro pensiero, comprendere i loro bisogni. Aggiungo, per chi ha già qualche conoscenza di programmazione neurolinguistica, che la postura, i movimenti, il tono di voce, contraddistinguono le tre tipologie: visivo, uditivo e cinestesico. Ciò che, invece, probabilmente tutti sappiamo, ma non ci soffermiamo mai a riflettere in merito, sono i collegamenti tra stato d’animo ed elementi di comunicazione non verbale, e come questi possano davvero aiutarci a vivere meglio. È importante ricordare che esiste un collegamento reciproco tra stato d’animo e non verbale . Mi spiego meglio. Qualunque sia la nostra postura abituale, quando siamo tristi o preoccupati la nostra prima, spesso inconscia, reazione è quella di abbassare le spalle, incassare la testa, abbassare i bordi delle labbra (una sorta di sorriso al contrario). Quando siamo allegri la nostra postura è esattamente l’opposto. E allora? Testa alta, sorriso stampato, spalle bene in fuori: credetemi, non risolve i problemi, ma cambia subito l’umore, e lo spirito con cui affrontare quello che non va. Analogamente: se siamo in uno stato d’animo d’ansia il respiro si fa più corto e affrettato, il tono di voce più acuto e le parole escono molto più in fretta. Uno sforzo volontario per respirare a pieni polmoni, modulare il tono di voce e parlare più lentamente … e l’ansia si attenua. Provare per credere!
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