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Il viaggio, la malattia e i tre cervelli 1°parte

Più che un vero articolo, questo è un volo pindarico che cerca connessioni, alcune fantasiose, sperando di avere la vostra opinione e i vostri suggerimenti.

Se leggete questo sito, avete incontrato più volte articoli sul viaggio dell’eroe e sui recenti studi di neurofisiologia che dimostrano l’attività, in ciascuno di noi, di tre cervelli (Il paziente e i tre cervelli)

Ricordo i punti fondamentali del viaggio dell’eroe:
  • arrivo del drago
  • varcare la soglia, accettare che qualcosa è in cambiamento
  • passare attraverso gli archetipi: innocente, orfano, martire, viandante, mago
  • cambiare il drago in risorsa
  • tornare a casa
Come vi ho raccontato nell’articolo Quando il viaggio comincia con la diagnosi affrontare una malattia grave richiede uno specifico viaggio dell’eroe.

A queste informazioni aggiungo i tre cervelli, tre reti neurali complesse, ciascuna con capacità di apprendimento, memoria, elaborazione delle informazioni: uno è nella testa, uno nel cuore e uno nell’intestino.
La saggezza e il completo benessere si raggiungono quando c’è armonia tra i tre cervelli.

Ciascuno di essi ha alcune funzioni principali, il che ovviamente non esclude la partecipazione degli altri due:
  • il cuore è compassione, emozione, valori, affetti relazionali
  • la testa è creatività, pensiero, ricerca del significato, percezione cognitiva
  • la pancia è coraggio, identità, mobilitazione, auto-protezione.
Non vi dirò di più, qui, ma vi invito a cercare approfondimenti ad esempio nel sito italiano mBraining o leggendo il bel libro Armonizzare i tre cervelli.

La domanda che mi sono posta oggi, sicuramente in un momento di follia, è quali connessioni possiamo fare tra il viaggio dell’eroe da percorrere dopo una diagnosi pesante e i tre cervelli.
La risposta più ovvia è usare le tecniche di armonizzazione dei tre cervelli per creare uno stato di benessere globale, di sinergie, durante il percorso.
Perdonatemi, mi sembra fin troppo semplicistico.
La mia del tutto personale esperienza mi racconta che possiamo cercare, e ottenere, armonia quando siamo immersi in ciascuno degli archetipi, ma non durante tutto il viaggio.
Ci sono infatti alcuni momenti fondamentali ed inevitabili che sono di squilibrio. Di cosa sto parlando?

Si tratta di qualcosa che noi occidentali abbiamo quasi dimenticato, ma che in un lontano passato era considerato molto importante: i momenti di passaggio, tant’è vero che molte culture hanno importanti riti di passaggio, ad esempio tra l’infanzia e l’età adulta.

Nel varcare la soglia, o nel passaggio tra un archetipo e l’altro del viaggio, non può (e secondo me non deve) esserci equilibrio e armonia, esattamente come quando facciamo un passo in avanti esiste un infinitesimale frazione di secondo in cui dobbiamo accettare di essere pericolosamente instabili, altrimenti non possiamo compiere quel passo.
Compiendo il viaggio dell’eroe che inizia con la diagnosi corriamo il rischio di bloccarci in uno degli archetipi, perché ci è più congeniale o semplicemente perché non riusciamo ad accedere all’archetipo successivo: non troviamo il modo per fare il passaggio.
La mia domanda, dunque, cambia.
Come possiamo utilizzare i tre cervelli per aiutarci nel passaggio da un archetipo all’altro e, in definitiva, a compiere i nostro viaggio?
Autore: Carla Fiorentini 19 gennaio 2025
La comunicazione non verbale e paraverbale sono in diretto collegamento con il nostro inconscio. Così, conoscere almeno i primi rudimenti di comunicazione non verbale aiuta a conoscere meglio gli altri, interpretare il loro pensiero, comprendere i loro bisogni. Aggiungo, per chi ha già qualche conoscenza di programmazione neurolinguistica, che la postura, i movimenti, il tono di voce, contraddistinguono le tre tipologie: visivo, uditivo e cinestesico. Ciò che, invece, probabilmente tutti sappiamo, ma non ci soffermiamo mai a riflettere in merito, sono i collegamenti tra stato d’animo ed elementi di comunicazione non verbale, e come questi possano davvero aiutarci a vivere meglio. È importante ricordare che esiste un collegamento reciproco tra stato d’animo e non verbale . Mi spiego meglio. Qualunque sia la nostra postura abituale, quando siamo tristi o preoccupati la nostra prima, spesso inconscia, reazione è quella di abbassare le spalle, incassare la testa, abbassare i bordi delle labbra (una sorta di sorriso al contrario). Quando siamo allegri la nostra postura è esattamente l’opposto. E allora? Testa alta, sorriso stampato, spalle bene in fuori: credetemi, non risolve i problemi, ma cambia subito l’umore, e lo spirito con cui affrontare quello che non va. Analogamente: se siamo in uno stato d’animo d’ansia il respiro si fa più corto e affrettato, il tono di voce più acuto e le parole escono molto più in fretta. Uno sforzo volontario per respirare a pieni polmoni, modulare il tono di voce e parlare più lentamente … e l’ansia si attenua. Provare per credere!
Autore: Carla Fiorentini 13 gennaio 2025
A quasi tutti è capitato di dirlo o di sentirselo dire: facciamo qualche riflessione in merito.
Autore: Carla Fiorentini 29 dicembre 2024
Riflessioni e auguri per il nuovo anno
Autore: Carla Fiorentini 29 dicembre 2024
Pronti per il nuovo anno?
Autore: Carla Fiorentini 22 dicembre 2024
Nella vita capita che ci siano giorni di Natale strani…
Autore: Carla Fiorentini 22 dicembre 2024
Ho alcune tradizioni: ogni anno, all’arrivo del mio compleanno, mi metto a riflettere… e scrivo.
Autore: Carla Fiorentini 22 dicembre 2024
Anche quest’anno arriva il Natale, il primo senza Francesco, ma non è tempo di rimpianti o malinconie. È tempo di sogni e speranza, come deve essere il Natale.
Autore: Carla Fiorentini 2 novembre 2024
Non è facile, ma si impara a vivere nell’incertezza.
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