Pasqua, significa passaggio e nasce da un passaggio ben preciso: l’uscita degli ebrei dall’Egitto, guidati da Mosè. È il passaggio dalla schiavitù verso la Terra Promessa.
Gli ebrei non festeggiano l’arrivo alla Terra promessa, ma l’abbandono della schiavitù, il coraggio di andare oltre.
Per i Cristiani Pasqua è la resurrezione: ri-sorgere.
Risorgere, non come la fenice dalle ceneri, uguale a se stessa, ma rinascere, trasfigurati.
E il termine resurrezione ha molte assonanze con il sorgere del sole, l’inizio del nuovo giorno.
Ecco, per me la Pasqua è quel lasciar andare di qualcosa legato alla paura, al buio, per potersi incamminare verso la luce, la felicità, l’amore, per iniziare quel nuovo cammino liberi da ciò che opprimeva.
Ed è questo il mio augurio, consapevole di quanto possa essere difficile, ma altrettanto consapevole, per le mie esperienze personali, di quanto si possa conquistare se si accetta di compiere il viaggio, di abbandonare la fatiscente sicurezza della schiavitù, di correre il rischio di attraversare il Mar Rosso.
Marion Zimmer Bradley, una delle mie scrittrici preferite, scrive che “chiunque voglia vivere più di una vita, deve accettare più di una morte”. Pasqua ci vuole ricordare che ci sono morti che conducono a nuove vite: sta a ciascuno di noi far sì che il futuro sia pieno di luce e felicità.
Nel rito del passaggio il vecchio si trasforma, da fardello a risorsa. Non è male, vero?”
Per questa Pasqua ti auguro dunque di saper andare avanti, persino quando l’acqua arriva alla gola, con la sicurezza di poter procedere perché giungerà aiuto, se lo si chiede e lo si accoglie.
Buona Pasqua