Layout del blog

Soft skills Come gestire il tempo

Dobbiamo usare il tempo come uno strumento, non come una poltrona. J.F.Kennedy 

Il tempo è una risorsa, e per gestirla bene va conosciuta, studiata, amata. Pensate al tempo come ad un amico che può aiutarvi e sostenervi, e mai come ad un nemico che vi ostacola.

E poi vanno sfatati alcuni luoghi comuni. Molti pensano che pianificare sia uno sciocco modo di sprecare il tempo, che ne inibisce la flessibilità e ne impedisce l’uso migliore. Nulla di più falso!

Una buona pianificazione facilita immensamente la gestione del tempo, permette di far fronte alle emergenze senza trascurare le cose importanti e aiuta a ricavare tempo per se stessi, riducendo ansia e fatica.

Imparate quindi ad essere consapevoli di come usate il tempo, almeno per le cose che fate più frequentemente.

Ad esempio:

  • quanto tempo vi serve per fare la spesa al supermercato? E se cambiate giorno, o cambiate orario, vi serve più o meno tempo?
  • Quanto tempo vi serve per prepararvi ad uscire al mattino? E se avete fretta? E se, invece, potete godervela e fare tutto con estrema calma?

Se lo sapete già siete sulla buona strada per gestire il vostro tempo, altrimenti misuratelo!

Imparate anche ad essere consapevoli di cosa vi fa rallentare (o accelerare) i vostri tempi. Possono essere persone o situazioni, ma anche lo stato d’animo è molto importante. Se, ad esempio, sapete riconoscere lo stato d’animo che vi fa accelerare al massimo alcuni lavori, potete approfittarne, o richiamarlo attraverso l’uso di ancore quando dovete fare quel lavoro.

Acquisite la consapevolezza di quanto tempo avete realmente a disposizione. Questo vi permetterà, ad esempio, di essere disponibile per le persone che avete intorno. Infatti se costantemente dite “non ho tempo, adesso non posso” rischiate di creare insoddisfazione nei vostri figli, o nel vostro coniuge, e sensi di colpa per voi stessi. Se, invece, una volta ogni tanto dite “adesso no” riuscirete a tutelare i vostri spazi senza “tagliar fuori” nessuno.

Certo, ci vuole pazienza e costanza. Ci vuole rispetto per se stessi e per gli altri.

Riuscite, ad esempio, a fare l’elenco di come avete trascorso le 24 ore precedenti al momento in cui leggete queste righe? Provateci! Non basta un elenco delle cose che avete fatto: indicate quanto tempo avete dedicato a ciascuna!

E, dopo averlo fatto, segnate quanto tempo considerate “sprecato”: quantificate, attività per attività, e quanto tempo, invece, è stato pienamente goduto! Ad esempio posso dirvi che io ieri ho passato tre ore a lavorare scrivendo alcuni articoli, ma di queste due sono state sprecate perché ero poco concentrata, mentre mi sono pienamente goduta le due ore passate a rivedere Harry Potter e la pietra filosofale facendo lo coccole ai miei gatti.

Oggi, invece, sto godendomi le quattro ore che sto trascorrendo al computer: sono concentrata, il lavoro fila via liscio, e riesco anche a recuperare il tempo per farmi una passeggiata non prevista: a Milano c’è un bellissimo sole. 

Autore: Carla Fiorentini 23 febbraio 2025
Mi dispiace doverlo ammettere: la gestione delle persone attraverso la paura funziona.
Autore: Carla Fiorentini 23 febbraio 2025
Se pensi di essere troppo piccole per fare la differenza, prova a dormire con una zanzara. Dalai Lama
Autore: Carla Fiorentini 23 febbraio 2025
Uno stile di management che non trovi sui libri
Autore: Carla Fiorentini 10 febbraio 2025
Il 20 Marzo sarà, come ogni anno, la Giornata mondiale della felicità.
Autore: Carla Fiorentini 10 febbraio 2025
Pensi ci siano differenze tra la definizione di guarito e clinicamente guarito ?
Autore: Carla Fiorentini 2 febbraio 2025
L’esempio insegna più delle parole
Autore: Carla Fiorentini 2 febbraio 2025
Dedicato a chi si occupa di salute
Autore: Carla Fiorentini 2 febbraio 2025
Esercizio in visualizzazione guidata
Autore: Carla Fiorentini 27 gennaio 2025
Se due individui sono sempre d'accordo su tutto, vi posso assicurare che uno dei due pensa per entrambi. - Sigmund Freud.
Autore: Carla Fiorentini 19 gennaio 2025
La comunicazione non verbale e paraverbale sono in diretto collegamento con il nostro inconscio. Così, conoscere almeno i primi rudimenti di comunicazione non verbale aiuta a conoscere meglio gli altri, interpretare il loro pensiero, comprendere i loro bisogni. Aggiungo, per chi ha già qualche conoscenza di programmazione neurolinguistica, che la postura, i movimenti, il tono di voce, contraddistinguono le tre tipologie: visivo, uditivo e cinestesico. Ciò che, invece, probabilmente tutti sappiamo, ma non ci soffermiamo mai a riflettere in merito, sono i collegamenti tra stato d’animo ed elementi di comunicazione non verbale, e come questi possano davvero aiutarci a vivere meglio. È importante ricordare che esiste un collegamento reciproco tra stato d’animo e non verbale . Mi spiego meglio. Qualunque sia la nostra postura abituale, quando siamo tristi o preoccupati la nostra prima, spesso inconscia, reazione è quella di abbassare le spalle, incassare la testa, abbassare i bordi delle labbra (una sorta di sorriso al contrario). Quando siamo allegri la nostra postura è esattamente l’opposto. E allora? Testa alta, sorriso stampato, spalle bene in fuori: credetemi, non risolve i problemi, ma cambia subito l’umore, e lo spirito con cui affrontare quello che non va. Analogamente: se siamo in uno stato d’animo d’ansia il respiro si fa più corto e affrettato, il tono di voce più acuto e le parole escono molto più in fretta. Uno sforzo volontario per respirare a pieni polmoni, modulare il tono di voce e parlare più lentamente … e l’ansia si attenua. Provare per credere!
Show More
Share by: