Cosa rimane dopo anni difficili?
Se ti occupi di coaching o counselling, se ti interessa la crescita personale, la risposta è immediata e automatica:
rimangono le risorse acquisite e conquistate.
Bello! Bello, e anche vero.
È vero che le difficoltà aiutano a crescere, rendono più forti e consapevoli.
È vero che superare le difficoltà permette di sviluppare quelle fantomatiche risorse di cui tutti parlano, ma nessuno specifica esattamente cosa sono.
Però è bello poter pensare: “ho affrontato difficoltà e conquistato risorse”. È bello perché ci fa pensare che tutte quelle difficoltà, quelle sofferenze, non siano state vane.
Quello che, però, non riconosciamo quasi mai è che gestire e superare difficoltà lascia anche un ulteriore regalo: l’ansia.
Non si dice, lo so, ma non sono mai stata capace di tacere cose scomode e sgradite, e non credo che imparerò adesso, adesso che l’età autorizza persino i più riservati a parlare. Al massimo adesso diranno che la vecchiaia mi ha mandato in pappa il cervello, dopo che per una vita sono stata etichettata come scomoda e con un brutto carattere.
Ed è con l’ansia, e un pizzico di isteria, che mi sto confrontando in queste settimane che precedono il rogito della mia nuova casa e comprendono la preparazione al nuovo trasloco e l’annuale controllo oncologico.
Fermamente convinta che per ogni problema ci sia almeno una soluzione, ho cercato e trovato una mia soluzione:
copiare dalle anatre e passare alla tanatosi
(fingersi morti per sfuggire il pericolo).
Soluzione che ho adottato a modo mio: facendo il meno possibile!
#riflessionidellacarla
#orientarelevele
E il seguito, alla prossima puntata
Carla Fiorentini